City Information Service | Direttore responsabile Piero Pianigiani

Salute e Benessere

(CIS) – Roma, dic. - 285 obiettivi, tra laboratori di analisi, punti prelievo e strutture che svolgono attività diagnostica clinica, cosi' anche su attività abusive ed esercizi estemporanei, come profumerie ed erboristerie, che detenevano illegalmente per la vendita ai propri consumatori, kit per l'analisi sierologica, peraltro destinati solo all'uso professionale sono state oggetto di ispezionid aparte del Nas. In tale contesto investigativo, il N.A.S. Carabinieri di Padova ha individuato, mediante accertamenti anche on-line su social networks e siti internet, un canale di distribuzione di dispositivi medici diagnostici in vitro, gestito da un importatore e grossista cinese, residente nell'alto vicentino. Il successivo intervento ha consentito di individuare l'introduzione nel territorio nazionale di dispositivi medici, di produzione cinese, destinati alla ricerca sierologica anticorpale del COVID-19, ad uso non autodiagnostico, da avviare alla successiva vendita non ufficiale a svariati destinatari, tra cui esercizi commerciali (come semplici bar) e privati cittadini. L'attività di controllo svolta dai Carabinieri dei NAS sulla regolarità nello svolgimento delle analisi per la ricerca del COVID-19 e' costante; riguardo ai dispositivi medici di produzione cinese rinvenuti, dall'analisi della documentazione dell'importazione il Nas "ha accertarto la mancata corrispondenza dei requisiti tecnici comunicati dal fabbricante cinese nella banca dati dei dispositivi medici del Ministero della Salute e dell'identificazione dell'organismo notificato di certificazione, oltre che l'assenza del foglietto illustrativo con le istruzioni per l'uso in lingua italiana. All'esito delle verifiche, sono state sottoposte a sequestro amministrativo 350 confezioni di diagnostici del valore commerciale all'ingrosso di 10mila euro; accertamenti e riscontri sono ancora in corso, per definire possibili ulteriori canali commerciali ed l'affidabilità dei test oggetto di vincolo. Abstract fonte com

(CIS) – Perugia nov. – Il direttore Dario, nel corso della conferenza in streaming ha ricordato che è comunque proseguita tutta la parte relativa alle vaccinazioni, agli screening, il recupero domenicale delle prestazioni, le attività e chirurgiche ambulatoriali, i day hospital oncologici, oltre al contenimento dell'urgenza. In questa seconda fase – ha concluso - abbiamo mantenuto negli stessi edifici, con grande attenzione sulla differenziazione dei percorsi attività covid e no covid, l'assistenza anche agli altri pazienti". Nel corso dell'incontro i commissari straordinari hanno illustrato l'attività di ciascuna azienda. Azienda ospedaliera Santa Maria della Misericordia di Perugia: In fase di Lock-down come disposto dalle DGR di riferimento, l'attività di specialistica ambulatoriale è stata ridotta o sospesa al fine di erogare esclusivamente le prestazioni non procrastinabili. E' stata quindi effettuata un'analisi di tutte le prestazioni da erogare e che risultavano avere un appuntamento dal 8 marzo al 22 giugno e che sono state sospese per l'insorgenza del lock-down. Tali prestazioni sono state oggetto del "Piano aziendale di recupero prestazioni ambulatoriali ai sensi della DGR 467/2020 e ai sensi della DGR 771/2020" che ha permesso di recuperarle quasi totalmente: da 54.689 prestazioni ancora sospese l'11 Agosto alle 4.374 del 24 Novembre. Nell'attuale fase epidemica non sono state effettuate riduzioni dell'attività ambulatoriale che prosegue come di consueto, ma con l'adozione di ogni precauzione per evitare assembramenti in sala d'attesa e consentire la sanificazione degli ambienti dopo ogni visita o procedura. La situazione al Pronto Soccorso dell'AOSP rispetto all'attività normalmente registrata mostra, nei periodi dell'epidemia Covid-19, una consistente riduzione del numero di accessi. In totale nel periodo dal 1 marzo al 20 aprile e dall'1 ottobre al 20 novembre, si è passati da 79.006 accessi del 2019, a 10.74 del 2020. Per quanto riguarda l'area Materno Infantile, oltre a continuare a garantire i normali accessi e precorsi ostetrico-ginecologici (interventi e ambulatoriale), è avvenuta una riorganizzazione legata all'emergenza covid-19.segue

(CIS) - Perugia  nov. -– "Condividiamo il fatto che vengano valorizzate le professioni sanitarie, come quella medica e quella infermieristica, ma non che vengano dimenticati i professionisti afferenti al nostro ordine". E' quanto dichiarato da Federico Pompei, neo presidente dell'Ordine TSRM PSTRP (tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitari tecniche della riabilitazione e della prevenzione) di Perugia e Terni, durante una videoconferenza, tenuta il pomeriggio di ieri 20 novembre, alla quale – oltre al consiglio direttivo ed ai presidenti delle commissioni albo – hanno partecipato gli onorevoli Walter Verini (Pd) e Virginio Caparvi (Lega), i senatori Fiammetta Modena (Forza Italia) e Luca Briziarelli (Lega), la vice presidente dell'Assemblea Legislativa dell'Umbria Simona Meloni (Pd) ed Alessandro Beux, presidente della Federazione Nazionale Ordini TSRM PSTRP. Un incontro - spiega una nota - chiesto fortemente da questo nuovo soggetto giudico – introdotto dalla legge n. 3 del 2018 (dal titolo "Delega al Governo in materia di sperimentazione clinica di medicinali nonché disposizioni per il riordino delle professioni sanitarie e per la dirigenza sanitaria del Ministero della salute") – che conta in Umbria 19 albi professionali a cui afferiscono quasi 4mila operatori sanitari (circa 200mila in tutta Italia). Il tema oggetto dell'iniziativa è stato l'indennità di specificità inserita nella bozza della Manovra di Bilancio 2021."Ci riferiamo – ha illustrato il presidente Pompei – in particolare agli attuali articoli 73 ("Disposizioni in materia di indennità di esclusività della dirigenza medica") e 74 ("Disposizioni in materia di retribuzione degli infermieri del Servizio sanitario nazionale") che oltre a risultare del tutto insufficienti dal punto di vista economico non fanno altro che esacerbare e polarizzare le divergenze tra le professioni sanitarie invece che rafforzarne la giusta coesione. segue

(CIS) – Perugia nov. - In questa fase di incertezza, in cui la libertà individuale e l'espressione di noi stessi sono spesso messe alla prova per la superiore salvaguardia del bene comune, dobbiamo proteggere uno stile di vita che ci aiuti a restare resilienti: capaci di adattarci senza crollare, rimanendo saldi in noi stessi. Lo sport, spiega l'Ordine degli Psicologi dell'Umbria, è un grande aiuto per mantenere la nostra salute non solamente fisica, ma anche e soprattutto, psicologica. Le evidenze scientifiche lo confermano. Già nella prima ondata della pandemia di Coronavirus abbiamo potuto osservare - e' detto in una nota -, come lo sport sia diventato un salvagente al quale aggrapparsi per milioni di italiani. È indiscutibile che coloro che sono riusciti a mantenere la pratica dell'attività fisica in maniera costante abbiano avuto più risorse, ed in ultima analisi, più salute per affrontare i momenti più difficili di questa pandemia. Il virus continua a colpire duramente a livello di malattia e di morti, ma anche a livello economico e psicologico. Per questo l'appello degli psicologi: non facciamoci trovare con la guardia bassa quando il nemico colpisce, attrezziamoci con tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione. Lo sport diventa così una chiave fondamentale di promozione della salute, per affrontare con il massimo grado di resilienza la difficile fase invernale che sarà caratterizzata ancora da chiusure, isolamento, sovraesposizione digitale e mediatica e quindi ad un alto livello di stress. Un decalogo quindi, composto da elementi positivi e negativi, ma sempre uniti dal filo conduttore del realismo e della valenza scientifica; vuole rappresentare un appello che la comunità degli psicologi rivolge ai cittadini per fare chiarezza e ricordare che abbiamo delle risorse preziose per fronteggiare il virus e lo sconforto che ad esso si accompagna. Quindi "non abbassiamo la guardia e contrattacchiamo". segue

 

(CIS) - Roma nov. - - Le malattie non si fermano nonostante la pandemia catalizzi tutti gli sforzi dei sistemi sanitari e regionali. Quelle cardiovascolari, infatti, rimangono la prima causa di morte nel nostro Paese. Qual e' il momento giusto per fare un primo check up al cuore? Quali sono i sintomi che devono far scattare l'allarme? Il Covid danneggia il cuore? A rispondere all'agenzia di stampa Dire e' Giulio Coluzzi, cardiologo specialista ambulatoriale dell'Uoc di Assistenza medica e specialistica N. E. diretto dalla dottoressa Ida Ciamarra. -            - Le malattie incluse quelle cardiache non si fermano nonostante il Covid-19. Quanto e' importante controllare il cuore, con quale cadenza e a quale eta' e' giusto fare il primo check up? "Le malattie cardiovascolari non si fermano nonostante la pandemia in corso che ha determinato, a livello planetario, un impegno sanitario davvero importante. Bisogna sottolineare che la mortalita' per cause cardiovascolari in era pre -Covid era al primo posto ma rimane tutt'ora in corso di pandemia la principale causa di mortalita' e supera per mortalita' in ogni caso tutte le cause. Dunque si comprende che il cuore e' un organo che va attenzionato, non c'e' un'eta' specifica per un check up cardiologico ma e' lo specialista che sulla base dei sintomi riferiti dal paziente definisce quando iniziare il check up cardiologico e con quale cadenza eseguire i controlli. Un discorso a parte merita la donna, indipendentemente dal Covid, perche' il passaggio dall'eta' fertile alla menopausa provoca uno sconvolgimento ormonale dell'organismo che predispone a malattie trombotiche". - Quali sono i sintomi che devono mettere il paziente in allarme e gli esami a cui sottoporsi? "Ogni sintomo che il paziente riferisce - aggiunge il cardiologo - si associa ad un determinato quadro clinico cardiologico che presenta poi un diverso livello di gravita'. I sintomi principale sono il dolore toracico, l'affanno, la dispnea, il cardiopalmo aritmico e la perdita di coscienza. Il cardiologo con un semplice elettrocardiogramma riesce ad ottenere delle informazioni ben precise sul ritmo cardiaco e sulla presenza di ischemia miocardica quindi puo' da subito decidere quali sono i pazienti che devono essere trattati tempestivamente in ospedale e quali invece possono essere seguiti in via ambulatoriale" . segue

(CIS) – Perugia ott. - L'Università degli Studi di Perugia e i suoi ricercatori sono protagonisti del progetto europeo CHOKO-AGEche nei prossimi tre anni studierà il rapporto tra nutrizione, stili di vita e invecchiamento della popolazione, uno dei temi dell'agenda strategica di ricerca europea di Horizon 2020. Il progetto guidato dal gruppo di Perugia coordinato dal Prof. Francesco Galli, è risultato vincitore tra 17 proposte presentate all'interno del programma JPI-HDHL (Joint Programming Initiative - A Healthy Diet for a Healthy Life) chefinanzierà la ricerca con un budget di oltre 1 milione di euro a valere sulle misure ERA-NET di Horizon 2020. CHOKO-AGE coinvolge 4 Paesi europei ed è supporto dai partner privati Perugina-NestlèItaliana e Molecular Horizon Srl, entrambi con sede a Perugia. L'obiettivo della ricerca è quello di sperimentare una soluzione nutrizionale originale (cioccolato ad alto contenuto di polifenoli arricchito di vitamina E) accoppiata a un programma di attività fisica (high-intensity interval training) come strategia preventiva dei processi di malnutrizione e degenerativi che alterano la muscolatura, ma anche le funzioni immunitaria e cognitiva, dell'anziano aumentando il rischio di fragilità. I partner privati, su indicazioni dei ricercatori, si occuperanno sia di sviluppare l'alimento funzionale innovativo ad elevata palatabilità (Perugina) che di gestire il "big data" (Molecular Horizon) che sarà prodotto dal partenariato di ricerca internazionale durante le fasi di verifica dell'intervento nutrizionale e dell'attività fisica sui parametri muscolari, cognitivi e immunitari dei soggetti anziani coinvolti nello studio. segue

(CIS) – Foligno, set. - Sarà Corrado Bocci titolare dell'azienda Pav.I., specializzata nella costruzione di infrastrutture stradali, a guidare la Sezione di Foligno di Confindustria Umbria per il biennio 2020-2022. Lo ha deciso l'Assemblea dei Soci della Sezione che si è riunita a Palazzo Trinci per il rinnovo delle cariche associative. Insieme al presidente sono stati eletti il Vicepresidente Elena Proietti (Erreppi) e il Consiglio Direttivo. A fare gli onori di casa è stato il presidente uscente Paolo Bazzica, che ha concluso il suo secondo mandato alla guida della Sezione di Foligno di Confindustria Umbria, che conta circa cento imprese associate con oltre tremila dipendenti. "Confindustria per me è sempre stata una passione - ha sottolineato il neo presidente Bocci – sono quindi felice di assumere questo incarico e di poter dedicare, insieme alla Vice presidente e al Consiglio Direttivo, energie allo sviluppo delle nostre aziende e alla crescita della nostra economia. Noi possiamo contare su un territorio ricco di eccellenze industriali, sono convinto quindi che se riusciremo veramente a fare sistema e a guardare alle eccellenze, tutti insieme avremo l'opportunità di crescere. Il nostro impegno sarà rivolto ad ascoltare le istanze che ci vengono presentate sulla base delle quali elaborare proposte e progetti che possano concorrere alla crescita del nostro sistema industriale ma che possano, anche, essere messi a disposizione dell'intera comunità associativa""Abbiamo innanzitutto favorito una maggiore conoscenza tra i Soci della Sezione – ha ricordato Bazzica – anche attraverso momenti di incontro con l'adiacente Sezione Territoriale di Spoleto-Valnerina e con Confindustria Macerata.segue

(CIS) – Roma, ago. - Il numero di nuovi casi di infezione rimane nel complesso contenuto rispetto ad altri paesi europei, ma con una tendenza all'aumento da quattro settimane consecutive. Questo avviene anche grazie alla ricerca e la gestione dei contatti, inclusa la quarantena dei contatti stretti e l'isolamento immediato dei casi secondari. La riduzione nei tempi tra l'inizio dei sintomi e la diagnosi/isolamento è uno dei motivi che permette una più tempestiva identificazione ed assistenza clinica delle persone che contraggono l'infezione. È necessario mantenere elevata la resilienza dei servizi territoriali, continuare a rafforzare la consapevolezza e la compliance della popolazione, realizzare la ricerca attiva ed accertamento diagnostico di potenziali casi, l'isolamento dei casi, la quarantena dei loro contatti stretti. Queste azioni sono fondamentali per controllare la trasmissione ed eventualmente identificare rapidamente e fronteggiare recrudescenze epidemiche. Sono queste le conclusioni del rapporto ISS dell'ultima settimana (fino al 23 agosto) ma in particolare si sottolinea l'essenzialita' a mantenere elevata l'attenzione e continuare a rafforzare le attività di "contact tracing" (ricerca dei contatti) in modo da identificare precocemente tutti i potenziali focolai di trasmissione e continuare a controllare l'epidemia. Per questo rimane fondamentale mantenere una elevata consapevolezza della popolazione generale circa il peggioramento della situazione epidemiologica e sull'importanza di continuare a rispettare in modo rigoroso tutte le misure necessarie a ridurre il rischio di trasmissione quali l'igiene individuale, l'uso delle mascherine e il distanziamento fisico. Si ribadisce la necessità di rispettare i provvedimenti quarantenari e le altre misure raccomandate dalla autorità 3 sanitarie, anche identificando strutture dedicate, sia per le persone che rientrano da paesi per i quali è prevista la quarantena, e sia a seguito di richiesta dell'autorità sanitaria essendo stati individuati come contatti stretti di un caso. In caso contrario, nelle prossime settimane, potremmo assistere ad un ulteriore aumento nel numero di casi a livello nazionale. La situazione descritta nel report, relativa prevalentemente ad infezioni contratte nella prima metà di agosto 2020, conferma la presenza di importanti segnali di allerta legati ad un aumento della trasmissione locale. Al momento i dati confermano l'opportunità di mantenere le misure di prevenzione e controllo già adottate dalle Regioni/PPAA e di mantenere alta l'attenzione alla preparazione di interventi in caso di evoluzione in ulteriore peggioramento. Si raccomanda alla popolazione di prestare particolare attenzione alla possibilità di contrarre l'infezione in situazioni di affollamento in cui si osserva un mancato rispetto delle misure raccomandate. Si raccomanda inoltre di prestare attenzione al rischio di infezione durante periodi di permanenza in paesi o aree con una più alta circolazione virale. In questi casi, si raccomanda al rientro di rivolgersi ai servizi di prevenzione per le indicazioni del caso e di prestare responsabilmente particolare attenzione alle norme comportamentali di prevenzione della trasmissione di SARS-­CoV-­2, in particolare nei confronti di fasce di popolazione più vulnerabili. Report settimanale 17-23 agosto - fonte com

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Covid-19: rapporto ISS dell'ultima settimana (fino al 23 agosto). Azioni per controllare trasmissione

(CIS) - Roma, 27 agosto - "In meno di quattro mesi il Coronavirus ha causato circa 35mila morti nel nostro Paese e oltre 800mila nel mondo. Il decesso di oltre 170 nostri colleghi medici, insufficientemente informati e protetti, è stato un dramma nel dramma che non deve più ripetersi". Lo ha dichiarato come in una nota, Giuseppe Di Mauro, presidente della Società italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS), che evidenzia i tre fondamentali interventi necessari da attuare contro una recrudescenza della pandemia, elaborati in seguito all'analisi del 'Documento del Ministero della Salute – Istituto Superiore di Sanità' dell'11 agosto sugli elementi di preparazione e risposta al Covid-19 nella stagione autunno-invernale e del 'Rapporto ISS Covid-19' del 21 agosto sulle indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di SARS CoV 2 nelle scuole e nei servizi educativi dell'infanzia. "Il lockdown - prosegue Di Mauro - che è comunque servito a impedire che il virus si diffondesse nelle regioni del Centro-Sud, non sarebbe una strategia applicabile in una eventuale seconda fase epidemica. C'è la necessità di predisporre efficaci misure di controllo dei contagi individuando tempestivamente i portatori del virus, sintomatici e asintomatici, nonché risalire e controllare tutti i loro contatti e isolarli per il tempo necessario. Questo al fine di consentire alla maggioranza della popolazione non infetta di condurre una vita prudentemente normale, salvaguardando le attività scolastiche, produttive e sociali". segue

(CIS) – Perugia ago. – Ieri la notizia di altre tre persone colpite da virus nella zona del Trasimeno e una nuova raccomandazione al rispetto delle normative sul distanziamento. Quindi attenzione massima per la sicurezza sanitaria dei cittadini. "Per far sì che l'Umbria continui ad essere una regione sicura va stabilito un patto di alleanza tra il singolo cittadino e le istituzioni a difesa della comunità": alla luce del leggero rialzo dei casi di positività al covid registrati in Umbria nelle ultime settimane, l'assessore regionale alla Salute, Luca Coletto, spiega ai cittadini che la situazione è costantemente monitorata e che si tratta, al momento, di cluster tempestivamente individuati con piccoli numeri e per i quali sono in isolamento tutti i contatti in attesa di definizione diagnostica, per cui i numeri potrebbero aumentare. L'assessore, evidenziando che "nel complesso non sono stati superati i 10 casi settimanali, peraltro tracciati e isolati tempestivamente dai servizi di prevenzione sanitaria", vuole fare anche appello al senso di responsabilità di ognuno affinchè "si rispettino le misure di prevenzione"."Quasi tutti i casi registrati nell'ultimo periodo sono d'importazione - ha spiegato l'assessore come si legge in una nota –. Ecco perché in questa fase è estremamente importante che tutti i soggetti che rientrano in Umbria da un paese estero avvertano tempestivamente i servizi sanitari. E' un modo questo, per proteggere se stessi, i propri conviventi, la cerchia di familiari e di amici e la comunità intera, perché se ci fosse un soggetto positivo, appena identificato si isola e si impedisce la circolazione virale e l'allargamento di un eventuale focolaio"."Ormai dovrebbe essere chiaro a tutti che il contagio può essere ridotto se si usano le misure di sicurezza, quindi distanziamento, uso della mascherina e lavaggio delle mani. A queste semplici misure va aggiunta la comunicazione tempestiva ai servizi di prevenzione se si rientra da un altro paese o se si ospitano persone arrivate dall'estero. Chi ha sintomi simil influenzali dovrà adottare la precauzione di non uscire di casa e contattare telefonicamente il medico che, a sua volta, manderà a i medici delle Unità speciali di continuità assistenziali delle Aziende per una valutazione"."Se ognuno di noi adotta queste accortezze, sarà poi cura del Servizio sanitario regionale di intervenire tempestivamente per gestire i vari casi e, se necessario, di individuare le giuste soluzioni per gli isolamenti fuori dall'abitazione abituale, proteggere i nuclei familiari. In questa fase – ha concluso Coletto – si sta tenendo alta la guardia anche per proteggere le strutture ospedaliere e le strutture comunitarie tipo Residenze protette e le Rsa dove ci sono i pazienti più fragili". Fonte com abstract

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Coronavirus: in Umbria situazione costantemente monitorata, occorre responsabilità nel rispetto delle misure di prevenzione
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