City Information Service | Direttore responsabile Piero Pianigiani

Il parere di

(CIS) – Perugia ott. - Gradita sorpresa per i componenti del Senato Accademico dell'Università degli Studi di Perugia, riunitosi questa mattina in via telematica, per discutere i diversi punti all'ordine del giorno. All'assemblea, infatti, è intervenuto in collegamento il Ministro dell'Università e della Ricerca, Prof. Gaetano Manfredi."Ringrazio il Ministro per le incoraggianti notizie provenienti dal sistema universitario – ha esordito, salutando il Ministro, il Magnifico Rettore, Maurizio Oliviero – che confermano il senso di riscoperta del senso di appartenenza nei nostri giovani, basato su due pilastri: il grande investimento sul diritto allo studio e l'eccellente capacità di risposta dimostrata dal sistema universitario, che non era attrezzato per un'emergenza di questa portata. La ringrazio a nome della comunità accademica per l'opera instancabile e per il rapporto, diretto e costante, che ci ha garantito, condizioni che ci hanno permesso di sostenere la comunità universitaria. Devo rivolgere il mio ringraziamento anche ai nostri straordinari studenti, che hanno collaborato attivamente, in modo propositivo e costante. Ma anche al nostro personale TAB e CEL, centrale per assicurare la gestione dell'università. Nessuno si è tirato indietro, ritrovando un forte senso di appartenenza. Aule e istituti in sicurezza; prororoga fino al 9 novembre della scadenza per le immatricolazioni con risultati sono incoraggianti: un aumento delle immatricolazioni – ha sottolineato il Rettore - che ci rende orgogliosi. Questo, però, non è un successo solo di questa Università ma è condiviso con tutto il sistema universitario italiano. Penso di poterla ringraziare, in questa sede, anche a nome della città e della regione, per lo straordinario supporto che ci ha dato e che continua a darci. Stiamo continuando a impegnarci al massimo delle nostre possibilità: distribuiremo a breve più di 2000 tablet per ridurre il digital divide, grazie anche all'azione del suo Ministero. segue

(CIS) - Corciano ott. - Tra i risvolti meno visibili dell'emergenza sanitaria in atto, c'è quello legato all'impatto emozionale del virus, in chi ne rimane colpito ma anche in chi ne viene sfiorato. Spesso, a farne le spese maggiori sono i minori, soggetti da difendere e curare oltre da crescere come individui pensanti e con un proprio senso critico. Una di queste vicende ha come contesto una delle frazioni del comune di Corciano in cui stanno vivendo la quarantena una mamma e due figlie, di 16 e 12 anni, entrambe positive al virus. "Abbiamo passato mesi a dire che il Covid poteva essere un modo per riscoprire una nuova sensibilità – racconta Paola (nome di fantasia) – invece sta facendo venir fuori il peggio e lo sto vivendo sulla mia pelle e quella di Giulia e Emma (nomi di fantasia). Quando abbiamo avuto consapevolezza che la positività di un nostro familiare poteva avere creato problemi alle figlie con le quali era venuto a contatto, è scattato l'isolamento precauzionale in ottemperanza alle norme ... ma anche l'ostracismo sociale". Da quanto racconta la mamma, è subito serpeggiato a scuola un generale allarmismo, condito anche da una certa cattiveria, che ha portato alla creazione di gruppi whatsapp ed anche di post (poi rimossi) su facebook nei quali la figlia minore – rea di avere causato la chiusura della sua classe – veniva additata come untore. "Attacchi che definisco di bullismo – dice ancora Paola – maldicenze gratuite difficili da spiegare a ragazzine che comprendono bene la situazione e che da vittime di un virus subdolo, si trovano ad essere accusate. Già è difficile destreggiarsi tra le richieste di informazioni, dal medico di base alla asl, e le conseguenti procedure che spesso non sono chiare o ritardano – aggiunge – già è difficile capire come si può svolgere la quotidianità quando, ad esempio, benché siano ripartiti i contagi, molti esercizi non hanno riattivato il servizio di consegne a domicilio e tu non puoi materialmente uscire.  segue

(CIS) - Assisi , ott. - Beatificazione per Carlo Acutis, morto a 15 anni, un giovane di terra lombarda che si era donato a Gesu'; beatificazione oggi nella Basilica Superiore di San Francesco. Nella sua omelia, Vallini ha ricordato che "Il novello Beato rappresenta un modello di fortezza, alieno da ogni forma di compromesso, consapevole che per rimanere nell'amore di Gesù, è necessario vivere concretamente il Vangelo, anche a costo di andare controcorrente. Egli ha fatto veramente sue le parole di Gesù: 'Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi'"."Chi rimane in me, ed io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete fare nulla" (Gv. 15,5). Lo scrive il sito Sanfrancesco.org che ha seguito la funzione della beatificazione come la omelia del Cardinale Vallini. Con queste parole, che abbiamo ascoltato dal Vangelo di Giovanni, Gesù, nell'ultima cena, si rivolge ai suoi discepoli e li esorta a rimanere uniti a Lui come i tralci alla vite. L'immagine della vite e dei tralci è molto eloquente per esprimere quanto sia necessario per il cristiano vivere in comunione con Dio. La sua forza sta proprio qui: avere con Gesù un rapporto personale, intimo, profondo, e fare dell'Eucarestia il momento più alto della suarelazione con Dio. Cari fratelli e sorelle - ha detto il card. Vallini - noi oggi siamo particolarmente ammirati e attratti dalla vita e dalla testimonianza di Carlo Acutis, che la Chiesa riconosce come modello ed esempio di vita cristiana, proponendolo soprattutto ai giovani. Viene spontaneo domandarsi: che aveva di speciale questo ragazzo di appena quindici anni? Ripercorrendo la sua biografia troviamo alcuni punti fermi che lo caratterizzano già umanamente. Era un ragazzo normale, semplice, spontaneo, simpatico (basta guardare la sua fotografia), amava la natura e gli animali, giocava a calcio, aveva tanti amici suoi coetanei, era attratto dai mezzi moderni della comunicazione sociale, appassionato di informatica, e da autodidatta costruiva programmi "per trasmettere il Vangelo, per comunicare valori e bellezza" (Papa Francesco). Aveva il dono di attrarre e veniva percepito come un esempio. Fin da bambino - ce lo testimoniano i suoi familiari - sentiva il bisogno della fede ed aveva lo sguardo rivolto a Gesù.  segue

(CIS) - Roma SCV - L'Enciclica "Fratelli Tutti" e' stata  pubblicata sull'Osservatore Romano e resa nota, dopo la firma di ieri ad Assisi sulla Tomba del santo Poverello, stamane, dopo una conferenza stampa in Vaticano.

 

Ecco il testo

1. Anche per l'osservatore meno attento, di fronte a questa Enciclica, una domanda è d'obbligo: quale spazio e considerazione trova la fraternità nelle relazioni internazionali? Chi è attento allo svolgersi dei rapporti a livello mondiale si aspetterebbe una risposta in termini di proclami, normative, statistiche e forse anche di azioni. Se invece ci lasciamo guidare da Papa Francesco nella costatazione di fatti e situazioni, la risposta è un'altra: «La società mondiale ha gravi carenze strutturali che non si risolvono con rattoppi o soluzioni veloci meramente occasionali» (FT, 179). L'Enciclica non si limita a considerare la fraternità uno strumento o un auspicio, ma delinea una cultura della fraternità da applicare ai rapporti internazionali. Una cultura, certo: l'immagine è quella di un sapere del quale viene sviluppato il metodo e l'obiettivo. Quanto al metodo. La fraternità non è una tendenza o una moda che si sviluppa nel tempo o in un tempo, ma è piuttosto la manifestazione di atti concreti. L'Enciclica ci ricorda l'integrazione tra Paesi, il primato delle regole sulla forza, lo sviluppo e la cooperazione economica e, soprattutto, lo strumento del dialogo visto non come anestetico o per "rattoppi" occasionali, bensì come un'arma che ha un potenziale distruttivo molto superiore a qualsiasi armamento. Infatti, se le armi e con esse la guerra distruggono vite umane, ambiente, speranza, fino a spegnere il futuro di persone e comunità, il dialogo distrugge le barriere del cuore e della mente, apre gli spazi per il perdono, favorisce la riconciliazione. Anzi, è lo strumento di cui necessita la giustizia per potersi affermare e nel suo significato ed effetto più autentico. Quanto l'assenza di dialogo permette ai rapporti internazionali di degenerare o di affidarsi al peso della potenza, ai risultati della contrapposizione e della forza! Il dialogo, invece, soprattutto quando è «perseverante e coraggioso non fa notizia come gli scontri e i conflitti, eppure aiuta discretamente il mondo a vivere meglio, molto più di quanto possiamo rendercene conto» (FT, 198). Certo, guardando ai fatti internazionali, anche il dialogo fa le sue vittime. Sono coloro che non rispondono alla logica del conflitto a tutti i costi o sono visti come ingenui ed inesperti solo perché hanno il coraggio di superare interessi immediati e parziali delle singole realtà che rischiano di dimenticare la visione d'insieme. Quella visione che avanza e si protrae nel tempo. Il dialogo domanda pazienza e avvicina al martirio, per questo l'Enciclica lo evoca come strumento della fraternità, un mezzo che rende chi dialoga diverso da quelle «persone con funzioni importanti nella società, che non avevano nel cuore l'amore per il bene comune» (FT, 63). Veniamo adesso all'obiettivo. La storia, ma anche le visioni religiose e diversi percorsi di spiritualità parlano di fraternità e ne delineano la bellezza e gli effetti, ma spesso legandoli ad un cammino lento e difficile, quasi una dimensione ideale dietro cui si veicolano spinte di riforma o processi rivoluzionari. Come pure è una tentazione costante limitare la fraternità ad un livello di maturazione individuale, capace di coinvolgere solo chi condivide il medesimo cammino. L'obiettivo, secondo l'Enciclica, è invece un percorso ascendente determinato da quella sana sussidiarietà che, partendo dalla persona, si allarga ad abbracciare la dimensione familiare, sociale, statale fino alla Comunità internazionale. Ecco perché, ci ricorda Francesco, per fare della fraternità uno strumento per agire nei rapporti internazionali: «è necessario far crescere non solo una spiritualità della fraternità ma nello stesso tempo un'organizzazione mondiale più efficiente, per aiutare a risolvere i problemi impellenti» (FT, 165).   segue

(CIS) – Perugia set.- Passaggio di campana per il Lions Club Perugia Centenario. Nei giorni scorsi, nella splendida cornice del Golf Club Perugia, si è tenuta la cerimonia alla presenza del Past President, Riccardo Spadolini, del Presidente di Zona, Francesco Tei, e del coordinatore Global Leadership Team, Cesare Cesarini. L'attuale consiglio direttivo per l'anno 2020/21 sarà quindi composto dalla Presidente Marta Bocci, affiancata dai due Vicepresidenti, Maria Grazia Vagnetti e Carlo Palombi, dal Past President Ezio Vescovi e dal Responsabile del Comitato Service Francesco Tei. Il ruolo di tesoriere sarà ricoperto da Stefano Acquinardi, quello di segretario da Maria Grazia Vagnetti, di cerimoniere da Daniela Antonacci, di Presidente del Comitato Soci da Nicoletta Pepe, di censore da Sandro Pacifici, di revisore dei conti da Francesco Bracchi, di coordinatore LCIF da Riccardo Spadolini e di informatico da Gabriele Cardona. I consiglieri saranno: Rita Floridi, Maria Luisa Bacosi, Katia Perruccio e Cristiana Casaioli. Dopo la presentazione del team, la presidente Marta Bocci ha illustrato il suo programma di mandato ricordando è "un club che, in soli tre anni di vita, conta già 52 soci – ha spiegato – ed ora rappresenta il secondo club più numeroso di Perugia. Il segreto del suo successo? Il felice connubio tra soci fondatori di comprovata esperienza lionistica e neofiti del mondo Lions che circa 3 anni fa, uniti da un progetto condiviso, hanno deciso di dare vita al Lions Centenario". "Con riferimento ai service che ci proponiamo di realizzare, - ha proseguito Bocci - compatibilmente con le restrizioni che sono proprie di questo terribile periodo di pandemia, sia pure in linea di principio, in quanto il programma definitivo dovrà essere approvato dall'assemblea dei soci che si terrà alla fine di questo mese, ci sono senza alcun dubbio dei service continuativi che sono ormai una costante della nostra attività. segue

(CIS) - Roma - La tecnologia e l'innovazione sono di casa all'ospedale Bambino Gesu' di Roma e sono utilizzati nel trattamento e nel recupero delle funzioni motorie nei bambini con disabilita'. Per capire meglio i vantaggi di questi macchinari di ultima generazione l'agenzia di stampa Dire ha raggiunto via skype il Professor Enrico Castelli, direttore del dipartimento di Neuroriabilitazione intensiva e robotica dell'Opbg. - Recuperare la funzionalita' motoria di bambini con disabilita' dovute a danni neurologici o congeniti attraverso le tecnologie piu' innovative e' realta' all'ospedale Bambino Gesu'. Ci puo' dire quali sono le macchine in dotazione e quali sono i reali vantaggi per i piccoli pazienti? "Negli ultimi dieci anni la tecnologia ci ha consentito di mettere a disposizione dei piccoli pazienti con disabilita' delle tecnologie a supporto nel percorso di recupero motorio di questi bambini. Abbiamo in dotazione attrezzature per il recupero del cammino e per la facilitazione del controllo assiale cioe' di capo, collo, bacino e robot per la riabilitazione della spalla, del gomito, dell'avambraccio e della mano. E ancora siamo dotati di sistemi di realta' virtuale per facilitare il controllo e la coordinazione occhio-mano. I vantaggi sono tangibili in vari ambiti. Innanzitutto l'intervento riabilitativo robotico si inserisce in un progetto riabilitativo del bambino piu' ampio che e' sempre personalizzato. Il robot non risolve di per se' il problema del piccolo paziente ma e' uno strumento che nelle mani del riabilitatore da maggiore valore al trattamento. Basti pensare alla motivazione del bambino, noi abbiamo pazienti che hanno disabilita' derivanti da un danno perinatale cioe' dalla nascita e quando crescono sono stanchi di fare riabilitazione e questo li rende demotivati. Al contrario la motivazione e' importante per qualsiasi processo di apprendimento dunque mettere a disposizione dispositivi robotici serve soprattutto per recuperare la motivazione e fargli vivere questo tipo d'intervento come un gioco e' il primo vantaggio di questi sistemi". - A tal proposito veniamo a Hirob, il cavallo robotico che e' solo l'ultimo macchinario entrato in dotazione nel nosocomio. A cosa serve e il suo aspetto giocoso aiuta il bambino durante il trattamento?.  segue

(CIS) - Milano - set. - Un articolo su Il Corriere ella Sera inviato per newsletter; e' degno di nota e quindi va letto con interesse come ho fatto io. articolo di Alessia Cruciani

" Chissà, magari stavolta Elon Musk potrebbe essere battuto sul tempo, anche se si tratta ancora di anni. Quando si pensa alle linee ferroviarie del futuro, infatti, il pensiero va subito al n.1 si Tesla e quarto uomo più ricco del mondo che è anche promotore di Hyperloop: una nuova tecnologia per far viaggiare i treni in tunnel realizzati sotto o sopra la superficie del terreno, unendo i princìpi dell'elettromagnetismo a un sistema di aspirazione dell'aria nel tunnel che crea un sottovuoto e fa muovere il mezzo fin oltre la velocità del suono. Quando Musk ha annunciato il progetto Hyperloop nel 2012 ha anche reso open spurce il concetto, consentendo a più aziende di svilupparlo e commercializzarlo. Tra queste merita attenzione quello della canadese TransPod. La società, nata appena quattro anni fa con radici in Canada e Francia, ha recentemente siglato un memorandum d'intesa con il governo dell'Alberta per studiare la fattibilità di collegare le province alle due principali città, Edmonton e Calgary, con un sistema simile a un Hyperloop. La velocità massima del treno supererebbe i 1.000 km/h e il tubo viaggerebbe sempre all'esterno – per ridurre i costi - ma sarebbe realizzato completamente chiuso, senza finestrini insomma. «Avrà la comodità di una metropolitana che parte ogni pochi minuti, viaggerà più velocemente di un jet e tre volte più veloce di un treno ad alta velocità», afferma la società. Al momento è la Cina che sta puntando al record di velocità con un treno "Maglev", cioè veicoli a levitazione magnetica superconduttiva: la China Railway Rolling Stock Corporation ha annunciato che nel 2021 testerà un prototipo in grado di raggiungere i 650 km/h. Ma sono molte le aziende che stanno sviluppando sistemi di questo genere (anche in Italia) e sono moltissime le istituzioni che stanno prendendo in considerazione l'ipotesi di avvalersi della tecnologia Hyperloop: mesi fa, il sindaco di Torino Chiara Appendino aveva dichiarato al Corriere che la sua città e Milano sarebbero interessate a un'infrastruttura del genere per connettere i due capoluoghi di regione in pochissimi minuti. Forse meno della mezz'ora richiesta per collegare Edmonton a Calgary, divise da 320 km. TransPod è progettato per essere completamente elettrico e privo di combustibili fossili e, dato che viaggia in un tubo chiuso, è essenzialmente immune al maltempo: buone notizie visti i rigidi inverni dell'Alberta, che diventerà così un banco di prova perfetti per sperimentare queste nuove soluzioni di viaggio. Tra l'altro lo stato dell'Alberta sostiene appieno il progetto senza fornire però contributi finanziari, totalmente a carico della società che - una volta raccolti i fondi necessari, prevede di terminare lo studio di fattibilità nel 2022, la fase di ricerca e sviluppo entro il 2024, costruire la pista di prova ad alta velocità tra il 2022e il 2027 e completare una linea interurbana completa tra Edmonton e Calgary dal 2025. Ma Hyperloop non significa solo trasporto di persone ma anche e soprattutto di merci. Ci stanno lavorando anche Arrivo, Hyper Poland, la Virgin di Richard Branson (che già anni fa ha aperto un'azienda allo scopo, la Hyperloop One) e la DP World, l'operatore portuale degli Emirati Arabi, che vorrebbero così rivoluzionare la movimentazione delle merci a livello globale con tempi di circa il 30% inferiori a quelli aerei e costi 5 volte più economici. Tuttavia, resta da vedere se qualcuno - a partire da Transpod - riuscirà effettivamente in un progetto di successo commerciale su vasta scala. dal Corriere della Sera Innovazione 

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Sul Corriere della sera: nel 2012 il progetto Hyperloop di Musk, oggi la canadese TransPod al lavoro su lievitazione magnetica e tunnel senza aria
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Sul Corriere della sera: nel 2012 il progetto Hyperloop di Musk, oggi la canadese TransPod al lavoro su lievitazione magnetica e tunnel senza aria

(CIS) – Roma/Perugia ago. - Nella catena appenninica l'emissione di CO2 di origine profonda appare ben correlata con l'occorrenza e l'evoluzione delle sequenze sismiche dell'ultimo decennio. È questo il risultato dello studio "Correlation between tectonic CO2 Earth degassing and seismicity is revealed by a ten-year record in the Apennines, Italy" condotto da un team di ricercatori dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e dell'Università degli Studi di Perugia (UNIPG) appena pubblicato su 'Science Advances'. "Per la prima volta è stata condotta un'analisi dei dati geochimici e geofisici raccolti dal 2009 al 2018", spiega Giovanni Chiodini, ricercatore dell'INGV e coordinatore dello studio. "Gli esiti di questa ricerca hanno evidenziato una corrispondenza tra le emissioni di CO2 profonda e la sismicità mostrando come, in periodi di elevata attività sismica, si registrino picchi nel flusso di CO2 profonda che man mano diminuiscono al diminuire dell'energia sismica e del numero di terremoti". Il nostro pianeta rilascia CO2 di origine profonda prevalentemente dai vulcani; tuttavia tali emissioni avvengono anche in aree sismiche in cui non sono presenti vulcani attivi. In particolare, questo fenomeno risulta più intenso nelle regioni caratterizzate da tettonica estensionale, come l'area degli Appennini. "Per quanto le relazioni temporali tra il verificarsi di un evento sismico e il rilascio di CO2 siano ancora da approfondire", prosegue Chiodini, "in questo studio ipotizziamo che l'evoluzione della sismicità nella zona appenninica sia modulata dalla risalita del gas che deriva dalla fusione di porzioni di placca che si immergono nel mantello". Questa produzione continua di CO2 in profondità e su larga scala favorisce la formazione di serbatoi sovrapressurizzati. segue


(CIS) – Perugia ago. - I sacrifici che stanno facendo gli umbri ed i turisti - ha sottolineato l'assessore -, soprattutto sul tratto della Perugia/Bettolle, sono ampiamente giustificati dalla qualità degli interventi. Non solo si sta facendo un lavoro che non è minimamente paragonabile a quello che si era visto negli anni passati come qualità e durata ma si stanno modernizzando le gallerie con pannelli laterali ed illuminazione a led conferendo in questo modo una sicurezza di gran lunga superiore. Il tutto avviene in perfetta sintonia fra Assessorato ed ANAS Compartimento dell'Umbria che si pone per efficienza, tra i primi in Italia. Si tratta di un impegno enorme – ha proseguito Melasecche - che va riconosciuto ad Anas e che pone l'Umbria, da qui a pochi mesi, in condizioni di avere una rete stradale statale tra le migliori nel Paese. Sono lavori che fa l'ANAS in tutta Italia, ma che qui in Umbria, grazie alla notevole sintonia instaurata, sia con i vertici nazionali che locali, sta assumendo una connotazione di assoluta efficienza. Li abbiamo sollecitati a lavorare in sicurezza anche quando tutti i cantieri erano fermi durante la fase acuta del coronavirus; abbiamo anticipato tutta la manutenzione della Perugia-Bettolle in questi mesi per evitare sia il maggior traffico con la riapertura delle scuole che il cattivo tempo dell'autunno e dell'inverno che avrebbe allungato di molto l'incertezza nella durata dei cantieri. Soprattutto si è deciso che su quella tratta di sarebbero svolti i lavori su tre turni giornalieri, quindi giorno e notte per ridurre il disagio ed accelerare il completamento dei lavori. Scelta condivisa con il sindaco di Perugia che sta dando frutti importanti. Il tutto – ha concluso l'assessore Melasecche - è svolto in gran parte con imprese umbre dando una boccata di ossigeno alla nostra economia ed una iniezione rilevante al PIL regionale viste le cifre in ballo in un momento di crisi nera per gli altri settori con effetto anticiclico importante". fonte com

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Viabilita': tanti i sacrifici degli umbri e turisti, in particolare su Perugia/Bettolle

(CIS) - Perugia ago. -  "Sulle strade statali dell'Umbria è in corso il più importante piano di manutenzione programmata mai realizzato, avviato da Anas per un valore complessivo di oltre 860 milioni di euro di cui 187 milioni completati negli ultimi due anni". E' quanto ha affermato l'assessore regionale alle infrastrutture e viabilità, Enrico Melasecche, commentando il report dell'Anas sui lavori stradali in Umbria. "Dall'inizio di quest'anno a oggi – ha affermato l'assessore - Anas in Umbria ha già ultimato 18 cantieri per un valore di 35 milioni di euro, mentre proseguono i lavori su altri 44 cantieri per 118 milioni di euro e saranno gradualmente avviati nei prossimi mesi ulteriori 21 interventi per 59 milioni di euro. Il piano sta consentendo di rimettere totalmente a nuovo gran parte della rete stradale umbra al fine di innalzare la qualità delle infrastrutture, la sicurezza stradale, il comfort di guida e la durata delle opere nel tempo. Data l'entità degli investimenti è ovviamente necessario un denso calendario di cantieri, ma per contenere i disagi al traffico i lavori vengono avviati in modo scaglionato e graduale secondo un piano pluriennale. E così, ad esempio, nel giro di due o tre anni, considerato lo stato avanzato degli interventi previsti, la E45 sarà totalmente rimessa a nuovo. Anche sul raccordo Perugia-Bettolle è in corso il risanamento profondo della pavimentazione e la stesa di asfalto drenante per un investimento di 12 milioni di euro che consentirà di rinnovare completamente il tratto più trafficato tra Ponte San Giovanni e Magione lungo, compresi gli svincoli, circa 20 km".  segue

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