City Information Service | Direttore responsabile Piero Pianigiani

Salute

(CIS) – Roma, mag. - L'Agenzia italiana del farmaco (AIFA) ha autorizzato due nuove sperimentazioni cliniche per il trattamento di Covid-19 e un programma di uso compassionevole. Gli studi riguardano uno l'impiego del medicinale Sarilumab, un inibitore dell'interleuchina IL6, e l'altro l'utilizzo di Idrossiclorochina negli operatori sanitari ad alto rischio. Il programma di uso compassionevole è invece relativo al farmaco Solnatide. Con i due nuovi studi autorizzati - precisa una nota -  salgono complessivamente a 15 le sperimentazioni cliniche che hanno ricevuto il via libera di Aifa. Di seguito una sintesi degli studi e un riepilogo delle sperimentazioni finora autorizzate. COVID-SARI, utilizzo di Sarilumab . Si tratta di uno studio monocentrico di "dose escalation" a singolo braccio in aperto che prevede l'utilizzo di Sarilumab, un inibitore dell'interleuchina IL6, per il trattamento di Covid-19. Lo studio è volto a valutare la sicurezza e l'efficacia clinica di Sarilumab nei pazienti adulti ricoverati in ospedale a causa di una polmonite Covid-19 grave sulla base della percentuale di pazienti che mostrano un miglioramento della funzione respiratoria. Lo studio arruolerà 40 pazienti adulti in totale, per un periodo di circa 6 settimane. COP-COV, utilizzo di Idrossiclorochina. Si tratta di uno studio multicentrico, multinazionale, che valuterà l'efficacia e la sicurezza della profilassi con Idrossiclorochina negli operatori sanitari ad alto rischio.  segue

(CIS) - Roma - apr. -    DA AGENIZIA DIRE    -    Governo e Comitato tecnico-scientifico sono al lavoro per delineare le strategie da mettere in campo nella 'fase due' dell'emergenza coronavirus. Tra gli argomenti piu' discussi, le future regole di comportamento dei cittadini: prima tra tutte, quella legata alla questione dell'app 'Immuni'. L'agenzia Dire ne ha parlato via skype con il professor Maurizio Sanguinetti, al quale ha chiesto anche dello studio che il dipartimento di Scienze di laboratorio e infettivologiche del Policlinico Gemelli di Roma ha visto pubblicare oggi su una rivista specialistica europea. La curva del contagio scende e ormai poche settimane ci dividono dalla fine del lockdown ma non e' finita. Come ci dovremmo comportare nei luoghi di lavoro open space o sui mezzi pubblici?

R - "Molte indicazioni sono state date, la linea guida e' fare in modo che si ci siano meno occasioni possibili di contagio e poi mantenere il distanziamento sociale, pari almeno ad un metro, indossare protezioni, sicuramente su tutte la mascherina, e lavarsi le mani. Le precauzioni sul luogo di lavoro ci sono, ma vanno ridotte in modo importante le situazioni di assembramento, come indichera' il Governo. Stessa cosa vale per i mezzi pubblici: infatti l'idea e' di riproporre quanto realizzato in Cina, quindi ridurre il numero delle persone che utilizzano contemporaneamente i mezzi e questa e' una grossa sfida per i decisori. Va ricordato, non vorrei essere una Cassandra, che questa e' una situazione che ci porteremo avanti per molto tempo e bisogna convivere con questo modo di comportarsi. Quando avremo un vaccino dobbiamo pensare che non ci potra' proteggere in modo totale e in ogni caso c'e' la necessita' comunque di ridurre le possibilita' di contagio. - Secondo lei la app Immuni, che per essere efficace deve essere scaricata dal 60% della popolazione, puo' aiutarci a tracciare i contagi in caso di nuove ondate di positivita' o e' bene pensare ad altre strategie praticabili da tutta la popolazione?

R - "Nella mia mente e' uno dei tre capisaldi per combattere efficacemente il virus: il primo, lo abbiamo detto, e' costituito dal vaccino e dal distanziamento sociale; il secondo riguarda la messa a punto di terapie o raffinare quelle esistenti. Terzo, fare una diagnosi quanto piu' precoce possibile che da clinico per me e' la priorita'. Dalle esperienze in varie parti del mondo, penso alla Corea ma anche a Taiwan, e' emerso che fare solo tamponi per la diagnosi serve a poco. Ecco perche' la app serve a tracciare gli spostamenti di ogni singolo individuo, da aggiungere ai test. Inoltre e' utile perche' nel momento in cui identifico una persona positiva, posso rintracciare tempestivamente tutte le persone con cui questa e' entrata in contatto e dunque le persone potenzialmente infettate. Tutti i problemi sollevati legati alla privacy devono essere ben gestiti a livello istituzionale. Certamente, poi, piu' la scaricano meglio e'. Per quanto riguarda gli anziani, gia' ora e' meglio che escano di casa il meno possibile, quindi si puo' compensare la problematica della loro mancanza di confidenza con le app e la tecnologia con un lockdown prolungato". Sviluppare o rafforzare la medicina sul territorio per monitorare tutte quelle situazioni delle persone che sono a casa, che magari avvertono sintomi ma non sanno perche' nessuno gli ha fatto il tampone se sono Covid positivi ?. Una volta usciti dal lockdown possono circolare senza mettere in pericolo nessuno?

R - "Questa e' uno dei punti dolenti dal mio punto di vista di microbiologo clinico. Siccome ci avviciniamo a questa situazione, possiamo incominciare anche a mettere in evidenza alcuni problemi. Uno tra questi, per quanto riguarda le malattie infettive in Italia, e' che la microbiologia clinica e' stata smantellata dal territorio. La microbiologia esiste nei grandi ospedali e viene vista come un lusso che non tutti si possono permettere. E questo  - ha sottolineato il prof. Sanguinetti -  e' uno dei principali motivi per cui siamo in questa situazione perche' nel tempo si e' dovuto sopperire alla mancanza di strutture in grado di eseguire diagnosi precise. Inoltre abbiamo, oltre al Covid-19, tutte le altre problematiche infettive in Italia che in questo preciso momento continuano ad andare avanti. Non dimentichiamo che e' questo e' il motivo per cui in Italia c'e' il piu' alto tasso di antibiotico resistenza in Europa e tra i piu' alti nel mondo. Questo e' collegato anche alla mancanza di una diagnostica efficace dovuta a strategie economicistiche volte ad eseguire economia di scala che e' stata vista come una cosa virtuosa e che io considero viziosa. Avere laboratori microbiologici in pochi centri consente di tagliare il personale specializzato e acquisire i materiali a un costo minore, ma quello che si perde e' il contatto con l'ospedale e con il reparto. Nel nostro Paese dall'inizio c'erano solo 50 centri in grado di analizzare i tamponi e questo ha comportato un ritardo nella esecuzione dei test e quindi si e' meno efficaci nel contrastare l'epidemia. A lungo termine vanno ripotenziate le microbiologie sul territorio". Abstract fonte com AG. DIRE

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Coronavirus. Sanguinetti (Gemelli Roma): bene App 'immuni', ma tamponi fondamentali; strategie unite
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(CIS) – Roma, apr. - - Da settimane, esperti di riabilitazione respiratoria appartenenti ad Associazioni e Società Scientifiche che rappresentano Pneumologi e Fisioterapisti, hanno prodotto raccomandazioni, protocolli e algoritmi condivisi con la comunità scientifica internazionale; tali esperti si sono riuniti in un Gruppo di Lavoro e sono espressione di chi opera quotidianamente nel campo delle malattie respiratorie, COVID e post-COVID comprese: si tratta di AIPO-ITS (Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri-Italian Thoracic Society), SIP/IRS (Società Italiana di Pneumologia), AIFI (Associazione Italiana Fisioterapisti), ARIR (Associazione Riabilitatori dell'Insufficienza Respiratoria). Oggi serve un dialogo privilegiato Istituzioni con professionisti che possiedono le competenze adeguate in ambito di riabilitazione respiratoria (pneumologi, fisioterapisti specialisti in fisioterapia e riabilitazione respiratoria) al fine di garantire percorsi e servizi qualitativamente rilevanti, efficaci e coordinati. Obiettivo del Gruppo di Lavoro - si legge in una nota - è offrire la propria preparazione professionale ed autorevolezza scientifico-assistenziale per garantire approcci valutativi e interventi terapeutici specialistici, non solo farmacologici, ma anche di prevenzione, cura e riabilitazione, basati su una valutazione specialistica delle condizioni del paziente, sulla cura del danno organico riscontrato, sulla prevenzione delle complicanze secondarie, sull'utilizzo di indicatori di risultato specifici, validati e ben noti a chi solitamente si occupa in maniera specialistica di problematiche respiratorie e di alterazioni motorie conseguenti alle stesse. segue

(CIS) – Ancona, apr. – Le Marche hanno ancora un numero di morti troppo alto: 837, in maggioranza maschi. Solo 7 persone provengono da altre regioni e quindi l'attenzione e' ancora massima negli ospedali della regione. Da registrare ora che in relazione alla notizia che riporta le proiezioni dell'Osservatorio nazionale sulla salute delle Regioni italiane, circa le date possibili da cui si cominceranno ad azzerare i nuovi casi di positività al Coronavirus nelle diverse regioni italiane, gli studi interni dell'ente effettuati sui relativi dati evidenziano che il calcolo nazionale non risulta corretto per quanto riguarda la Regione Marche. In base alle previsioni effettuate si arriva per l'intera regione allo zero alternato dei casi tra il 25 e il 30 maggio, cioè un mese prima rispetto alle previsioni nazionali. "Abbiamo tenuto in costante monitoraggio i dati – ha affermato il presidente Ceriscioli e questo ci consente di effettuare una stima abbastanza precisa e aderente alle dinamiche effettive della malattia nella nostra Regione. I numeri ci dicono che stiamo tendendo allo zero alternato dei positivi, già raggiunto ad Ascoli-Fermo, con velocità diverse, in relazione alle diverse intensità di contagio che si sono registrate nella nostra regione. Queste evidenze ci permetteranno di organizzare con molta precisione le riaperture, a partire dal 4 maggio, monitorano in modo particolare tutte le diverse situazioni. Ho già avuto modo di sottolineare che in nessun caso si potrà abbassare la guardia sulla sicurezza, soprattutto nei luoghi di lavoro, che dovranno garantirla nella massima misura". Lo studio regionale suddivide il territorio in tre distinte zone, in relazione all'intensità del contagio: l'area delle province di Ascoli-Piceno e Fermo, l'area Macerata-Ancona e l'area Pesaro-Urbino. segue

(CIS) – Ancona apr. - Con un protocollo che mette a sistema oltre 20 milioni di euro la Regione Marche e le segreterie regionali Confederali CGIL, CISL e UIL ,hanno formulato un piano, che sarà sottoscritto lunedì, per assegnare un riconoscimento economico a tutti gli operatori impegnati ormai da settimane nella cura e nell'assistenza ai cittadini colpiti dal Coronavirus. "La caratteristica del nostro accordo – ha affermato il presidente Luca Ceriscioli – è la chiarezza, la certezza delle risorse, l'impegno non solo verso i dipendenti, ma anche per le altre figure che lavorano nei nostri ospedali: dirigenti medici e sanitari, personale sanitario, socio-sanitario, tecnico e ausiliario del comparto, operatori di supporto, addetti alle pulizie e sanificazione degli ambienti. E' il dovuto riconoscimento ai nostri angeli del Covid, che meritano un ringraziamento non solo a parole per la loro opera immensa di queste lunghissime settimane: una presenza fatta prima di tutto di grande professionalità, ma anche di grandissima generosità, senso di responsabilità e attaccamento al lavoro, che sono risultati determinanti per fronteggiare la grave situazione che ha colpito con particolare intensità la nostra regione". L'emergenza epidemiologica da Covid-19 ha richiesto una profonda riorganizzazione delle attività ospedaliere e territoriali, con la riconversione di interi ospedali o aree, dedicati ai pazienti affetti dal contagio e con un importante incremento dei posti letto delle unità operative di malattie infettive, terapia intensiva e sub intensiva.segue

(CIS) – Perugia apr. - - La Giunta regionale su iniziativa dell'assessore alla Salute, Luca Coletto, ha approvato lo schema di accordo quadro tra Regione Umbria, Associazione italiana di ospedalità privata (Aiop) e Associazione religiosa istituti socio sanitari umbria (Aris), per la regolamentazione dei rapporti finalizzati al coinvolgimento degli ospedali privati accreditati nella rete ospedaliera regionale della gestione dell'emergenza Covid-19. "In seguito alla diffusione dell'infezione prodotta dal Covid -19 – ha spiegato l'assessore Coletto, come si legge in una nota – il Ministero della Salute ha aggiornato le linee di indirizzo organizzative dei servizi ospedalieri e il percorso organizzativo dei servizi regionali ospedalieri e territoriali. Con l'emanazione di circolari ministeriali sono stati sospesi i ricoveri in ospedale e ridotte molte attività ad eccezione di quelle considerate non procrastinabili, quali i ricoveri in regime di urgenza (da intendersi in emergenza), i ricoveri elettivi oncologici ed i ricoveri elettivi non oncologici con classe di priorità A. Contestualmente alla sospensione delle ospedalizzazioni – prosegue - ora è stato necessario riprogrammare le attività considerando tutta la rete di offerta ospedaliera sul territorio, pubblica e privata, in modo da individuare delle strutture da dedicare alla gestione dell'emergenza ospedaliera non Covid". Nell'ambito del piano di potenziamento della rete ospedaliera, a livello nazionale sono state previste per le strutture private diverse tipologie di coinvolgimento, funzionali all'accreditamento di ogni struttura per area chirurgica e area medica, ovvero strutture da utilizzare per il trasferimento e trattamento della casistica chirurgia (a), internistica (b) e riabilitativa (c) di pazienti che necessitano di cure. Fonte com abstract ALTRA NOTIZIA

(CIS) – Perugia mar. - – Offerta gratuita dello screening per la diagnosi precoce di carcinoma al seno alle donne tra i 45 e i 49 anni sintomatiche e che presentino un aumentato rischio per familiarità. Lo ha deciso la Giunta regionale dell'Umbria su iniziativa dell'assessore alla Salute, Luca Coletto. "In Umbria – ha spiegato l'assessore Coletto - il carcinoma della mammella è il tumore più frequente nel sesso femminile e, visto che rappresenta il 23,4 per cento di tutte le neoplasie femminili, resta la prima causa di morte per tumore (13,5 per cento di tutte le morti per neoplasia). Tuttavia, accanto ad un aumento dell'incidenza, si registra una riduzione della mortalità, attribuibile in primo luogo ai progressi terapeutici e alla diagnosi precoce e una percentuale di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi molto alta pari all'86 per cento in Umbria".La Regione Umbria ha avviato lo screening per la diagnosi precoce del carcinoma della mammella nel 2007, garantendo l'invito ad effettuare una mammografia biennale a tutte le donne tra i 50 e i 69 anni. A partire dal 2016, lo screening mammografico, è stato esteso, con invito biennale, alle donne tra i 70 e i 74 anni che partecipano regolarmente allo screening fino ai 69 anni."Sia il Piano Regionale della Prevenzione 2014-2019, sia la bozza del nuovo Piano Nazionale 2020-2025 – spiega l'assessore - prevedono tra gli obiettivi strategici l'identificazione precoce dei soggetti a rischio eredo-familiare per tumore della mammella attraverso l'implementazione di percorsi diagnostico terapeutici, integrati con i programmi di screening, per donne ad alto rischio di cancro alla mammella".  segue

(CIS) – Perugia mar. -– L'emergenza Covid-19 sta avendo ripercussioni critiche anche sulle donazioni di sangue, che in questi giorni sono notevolmente calate, sia in Umbria che a livello nazionale. "In Italia ogni giorno 1800 persone hanno bisogno di trasfusioni – ha spiegato il presidente di Avis Magione Roberto Taborchi –; il nostro quotidiano impegno serve a garantire l'autosufficienza ospedaliera, anche e soprattutto in una situazione così difficile. È un momento delicatissimo per le nostre strutture, che con le risorse a disposizione devono garantire adeguato supporto a questa inedita epidemia, senza tralasciare l'attività ordinaria e le urgenze di altra natura; per funzionare, il sistema sanitario non può prescindere dalle donazioni di sangue e plasma, senza le quali il sistema collasserebbe in modo irreparabile". Presidente Taborchi ha assicurato che i centri di raccolta sicuri. "L'influenza stagionale aveva già condizionato gli accessi nelle ultime settimane; il diffondersi del virus ha accentuato ulteriormente questa flessione, anche a causa dei timori che qualche donatore ha manifestato nell'avvicinarsi all'Ospedale. Per fronteggiare la carenza, la sezione di Magione ha rafforzato ulteriormente l'attività di chiamata, indispensabile anche ad effettuare un primo "triage" del donatore, ed avere conferma del buono stato di salute e dell'assenza di contatti con persone contagiate, eventualità che comporta una sospensiva di 28 giorni". "Stiamo ricevendo risposte importanti dai giovanissimi – ha concluso - e questo ci riempie di orgoglio e soddisfazione; nella difficilissima prima settimana di marzo tre ragazzi del 2000, poche ore dopo essere stati contattati da noi, si sono recati al Sit di Perugia, dando il loro fondamentale contributo. Un esempio che vogliamo usare per fare appello alla sensibilità di tutti; scriveteci sulle pagine Facebook ed Instagram o chiamateci allo 075 841159, per prenotare la donazione di sangue o quella di plasma. Fonte com abstract (foto Taborchi)

(CIS) – Perugia mar. - "Al momento non stiamo riscontrando grandi criticità e rispetto ad altre situazioni in Italia e all'estero il sistema in Umbria sta tenendo con una crescita di numeri contenuti per i casi positivi". Lo ha ribadito in una sua dichiarazione il direttore regionale alla sanità, Claudio Dario. "Tutto questo grazie al senso di responsabilità dei cittadini umbri che si stanno impegnando ad adottare le norme igieniche di prevenzione e al lavoro dei medici e degli operatori dei servizi sanitari territoriali che riescono a ricostruire la rete dei contatti avuti dalle persone con tampone positivo al virus e metterli in isolamento". "Affinchè questa catena regga bene – ha affermato Dario – faccio appello al senso di responsabilità di tutti coloro che, una volta appreso delle limitazioni stabilite del nuovo Dpcm sull'emergenza coronavirus (di oggi – ndr- ), abbiano deciso di ritornare in Umbria. L'invito a queste persone è di mettersi in isolamento fiduciario a tutela dei propri familiari e della comunità. In caso di comparsa di febbre o sintomi lievi si consiglia di contattare telefonicamente il medico curante e per sintomatologia più severa il 118, in entrambi i casi comunicando la sua situazione di isolamento domiciliare fiduciario".fonte com

Allegato al Decreto del Presidente del consiglio dei Ministri 8 Marzo

Misure igienico-sanitarie: a) lavarsi spesso le mani. Si raccomanda di mettere a disposizione in tutti i locali pubblici, palestre, supermercati, farmacie e altri luoghi di aggregazione, soluzioni idroalcoliche per il lavaggio delle mani;       b) evitare il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute;     c) evitare abbracci e strette di mano;  d) mantenimento, nei contatti sociali, di una distanza interpersonale di almeno un metro;      e) igiene respiratoria (starnutire e/o tossire in un fazzoletto evitando il contatto delle mani con le secrezioni respiratorie);     f) evitare l'uso promiscuo di bottiglie e bicchieri, in particolare durante l'attivita' sportiva;       g) non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani;             h) coprirsi bocca e naso se si starnutisce o tossisce;      i) non prendere farmaci antivirali e antibiotici, a meno che siano prescritti dal medico;      l) pulire le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol;       m) usare la mascherina solo se si sospetta di essere malati o  se si presta assistenza a persone malate.     fonte com 

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