City Information Service | Direttore responsabile Piero Pianigiani

Salute


(CIS) - Città di Castello, Giu.– Il Sit (servizio immunotrasfusionale) Alto Tevere presso l'ospedale di Città di Castello sta già partecipando al progetto Tsunami, che prevede l'utilizzo del plasma iperimmune di pazienti che hanno avuto il Covid-19 per curare il virus. Le stesse procedure sono in corso anche presso il Sit Alto Chiascio all'ospedale di Gubbio-Gualdo Tadino. Il protocollo prevede una prima fase di screening, dove viene valutato il titolo degli anticorpi neutralizzanti in base al quale i pazienti guariti dal Covid 19 vengono ritenuti idonei alla donazione di plasma iperimmune. Numerosi pazienti, ormai guariti, si sono resi disponibili a partecipare al protocollo e ieri, 4 giugno, presso il Sit Alto Tevere è stata effettuata la prima procedura di plasmaferesi. Nei prossimi giorni, oltre a continuare le valutazioni, sono in programma altre plasmaferesi di pazienti volontari già ritenuti idonei. Anche al Sit dell'ospedale Gubbio Gualdo Tadino in molti si sono presentati e sono in attesa dei risultati della valutazione per poi procedere alla plasmaferesi. Fonte com

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Coronavirus: progetto Tsunami (plasma iperimmune) a Citta' di Castello; pazienti guariti aderiscono

(CIS) - Ancona giu. - Ospedali Riuniti di Ancona e'il primo ospedale in Italia, il terzo in Europa, a adottare la tecnologia Micra™AV, il pacemaker più piccolo al mondo in grado di garantire sincronia atrioventricolare (AV). Questo nuovo dispositivo, indicato per il trattamento di pazienti a rischio di morte con blocco AV, ha un decimo delle dimensioni di un pacemaker tradizionale. La prima procedura in Italia è stata eseguita dal Prof A. Dello Russo il 1 Giugno ad Ancona. Il Prof Dello Russo, noto elettrofisiologo divenuto di recente la guida della squadra degli Ospedali Riuniti di Ancona e della Clinica Universitaria di Cardiologia – Università Politecnica delle Marche, ha eseguito, grazie all'aiuto della sua equipe di medici e tecnici (Dr. Gino Grifoni, Dr Manuel Antonio Conti, Dr Agostino Misiani, Ing. Danila Contaldo), l'impianto in una paziente che rischiava la vita a causa di un disturbo del cuore, il blocco AV, che non le permetteva di essere sottoposta a un altro intervento. "E' veramente motivo di orgoglio constatare che la nostra sanità prosegue nelle attività di eccellenza nonostante la grave emergenza che ci ha visto tutti impegnati negli ultimi mesi. Siamo consapevoli delle grandi professionalità che operano all'interno del nostro sistema regionale – ha affermato il presidente Luca Ceriscioli - e questo è, ancora una volta, uno dei moltissimi esempi"."Le Marche – ha spiegato il direttore generale Michele Caporossi - annoverano oggi tra le alte specializzazioni anche l'elettrofisiologia, che sempre di più dà risposte efficaci a pazienti complessi per i quali è sempre stata alta la propensione ai viaggi della speranza, specialmente verso il nord Italia. Oggi di questo non c'è più bisogno. Qui abbiamo di tutto e di più".  segue


(CIS) - Roma, mag. - "Secondo alcuni esperti, del virus Covid-19 non ci sarebbe più traccia in giro per l'Italia. Se le cose vanno meglio questo è merito delle misure di lockdown assunte dal Governo. In ogni caso, in attesa di evidenze scientifiche a sostegno della tesi della scomparsa del virus, della cui attendibilità saremmo tutti felici, invito invece chi ne fosse certo a non confondere le idee degli italiani, favorendo comportamenti rischiosi dal punto di vista della salute''. È quanto ha dichiarato in una nota (sul sito del Ministero salute - ndr -) la Sottosegretaria di Stato alla Salute, Sandra Zampa. "Nel momento in cui ci accingiamo all'apertura dei transiti da regione a regione e un ritorno a una vita il più possibile normale occorre al contrario invitare gli italiani alla massima prudenza, a mantenere il distanziamento fisico, ad evitare assembramenti, al lavaggio delle mani frequente, all'uso della mascherina", aggiunge Zampa."Sento infine il bisogno di esprimere alle e ai componenti del Comitato Tecnico Scientifico la stima e la gratitudine mia, del Governo e, sono certa, di tutti gli italiani - ha concluso Zampa - per il duro impegno di questi mesi e per la generosità con cui hanno messo a disposizione le proprie competenze". abstract fonte com

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Covid-19/Italia: Zampa, con messaggio sbagliato si rischia di confondere gli italiani. "Al CTS la stima del Governo'"
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Covid-19/Italia: Zampa, con messaggio sbagliato si rischia di confondere gli italiani. "Al CTS la stima del Governo'"
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Covid-19/Italia: Zampa, con messaggio sbagliato si rischia di confondere gli italiani. "Al CTS la stima del Governo'"

(CIS) – C.di Castello (Pg) mag. – La solidarietà per l'emergenza Covid-19 da parte di strutture private verso la Usl Umbria 1 non si ferma. Tre nuovi ecografi del valore complessivo di circa 100mila euro, infatti, sono stati donati dalle Terme di Fontecchio ai reparti di senologia, medicina e pronto soccorso del presidio ospedaliero di Città di Castello. Due degli ecografi sono già stati consegnati ai reparti sono operativi. Il terzo arriverà nei prossimi giorni. La presentazione delle apparecchiature si è svolta nel corso di un incontro alle Terme di Fontecchio al quale hanno partecipato il commissario straordinario della Usl Umbria 1 Silvio Pasqui, il sindaco di Città di Castello Luciano Bacchetta e il portavoce delle Terme di Fontecchio Canzio Novelli. Si tratta di tre apparecchi all'avanguardia che consentiranno diagnosi precise e permetteranno all'ospedale di svolgere ancora al meglio la propria attività. "Le Terme di Fontecchio – ha sottolineato il commissario straordinario della Usl Umbria 1 Silvio Pasqui durante il suo ringraziamento - sono da anni un partner privilegiato per la Usl Umbria 1 e sono da sempre un punto di riferimento per l'assistenza termale sia per i residenti nel territorio di nostra competenza che per i residenti di altre regioni. Le nuove risorse ci permetteranno di dotare reparti importanti dell'ospedale di Città di Castello di tecnologie avanzate per la diagnosi di numerose patologie, incluso il Covid-19 qualora dovessero ripresentarsi in futuro nuovi focolai. Questa donazione, in un momento di emergenza come questo che stiamo vivendo, è un'ulteriore testimonianza del sostegno alla sanità e all'ospedale di Città di Castello". "Crediamo che tutte le aziende del territorio, come tutti i cittadini che ne hanno la possibilità, debbano impegnarsi in prima persona in questo momento di grave difficoltà per la comunità e in particolare per i soggetti più deboli e fragili. segue

(CIS) – Roma, mag. - Da mesi in Italia stiamo affrontando un'epidemia mai vista. Un team d'emergenza di Medici Senza Frontiere (MSF) si è subito attivato per supportare la risposta delle autorità italiane al Covid-19. Oggi più di 60 operatori MSF lavorano in Lombardia, Marche e Lazio, mettendo in campo quasi 50 anni di impegno in prima linea in epidemie di Ebola, morbillo o colera. Insieme a medici, infermieri e autorità sanitarie stiamo affrontando l'epidemia a 360 gradi per proteggere gli operatori e raggiungere – spiega una nota - i più vulnerabili anche fuori dagli ospedali, grazie al supporto ad oltre 30 strutture per anziani, formazioni sul territorio e all'avvio della telemedicina per seguire i pazienti anche a casa. Oggi vediamo i primi segnali positivi, ma lo stato di allerta – e' detto nella nota - rimane alto in Italia e all'estero. In questa pandemia globale, dobbiamo continuare a prenderci cura dei più vulnerabili e per farlo il tuo sostegno è fondamentale. MSF – conclude – chiede un aiuto, a rispondere all'epidemia di Covid-19 in Italia e in altri 70 Paesi nel mondo. Insieme a te possiamo farcela! fonte com abstract 

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Emergenza Covid-19: Medici senza Frontiere, non abbassare guardia. Segnali positivi

(CIS) – Perugia mag. – "Mentre affrontiamo la sfida di capire come si evolve il virus, è necessario nella Sanità Umbra confrontare idee, elaborare una strategia strutturale, produrre piani e progetti operativi. La piccola Umbria ha contenuto il grande invasore invisibile. Dopo alcune difficoltà e criticità iniziali, il governo regionale della sanità ha vinto la prima fase della battaglia. Decisivo è stato il grande lavoro svolto dai professionisti e la disciplina dei cittadini. Dobbiamo esserne orgogliosi. Ma ora dobbiamo vincere la guerra, nella ripresa di tutte le attività sociali e produttive. Da un contenimento restrittivo della Fase 1 passiamo ad un contenimento protettivo nella Fase 2. Vanno osservati rigidamente i comportamenti individuali: mascherine e guanti per tutta la popolazione, distanziamento personale e sociale. Ma serve anche massima prontezza ed efficienza nella risposta sanitaria. In concreto: sorveglianza, mappatura, allerta ed isolamento ai primi sintomi attraverso medici di base, continuità assistenziale, pronto soccorso, diagnostica e presidi. Diventa perciò fondamentale l'immediato rilevamento dei sintomi: in casa, nel lavoro e nei luoghi pubblici. E conoscere il dato epidemiologico della popolazione attraverso tamponi e test sierologici." E' questo il pensiero del segretario regionale Cisl Medici Umbria, Tullio Ostilio Moschini che in una nota sottolinea come vanno richieste "all'esecutivo regionale, attenzione per i professionisti della sanità, medici, veterinari e dirigenti. Chiediamo accordi finalmente equi, non testi preconfezionati dai soliti ignoti senza scambio di idee. Chiediamo al nostro consiglio regionale come organo legislativo una proposta istituzionale alle Camere per la modifica della normativa nazionale riguardante il procedimento penale avente ad oggetto la responsabilità sanitaria, considerando che è presente solamente in Italia e in Polonia, attraverso la depenalizzazione dell'atto medico-sanitario.  segue

(CIS) - Roma mag. - DA AGENZIA DIRE - Campagne vaccinali per immunizzare le persone piu' fragili e una medicina che sia di comunita'. E' la ricetta perche' in futuro l'Italia sia pronta davanti a eventuali altre epidemie. A parlarne con la Dire e' stato Andrea Lenzi, direttore Medicina sperimentale dell'universita' La Sapienza di Roma, presidente del Comitato nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della Vita della Presidenza del Consiglio dei ministri e presidente dell'Health City Institute. "Io vivo all'interno del policlinico Umberto I di Roma e sono endocrinologo - ha raccontato - ma in questo periodo di emergenza mi sono dovuto 'riciclare' e tornare alla mia 'infanzia' professionale, quando ero al Pronto soccorso. I miei specializzandi e collaboratori si sono messi a disposizione anche loro per fronteggiare l'emergenza. Anche se non siamo infettivologi, quasi i due terzi degli endocrinologi sono stati impiegati sul campo in tutta Italia. Abbiamo anche trasformato il modo di fare i controlli, optando per il teleconsulto e arrivando a 3mila teleconsulti e 400 controlli in presenza perche' indifferibili e urgenti. Adesso bisogna dare delle regole rispetto agli accessi in ospedale, che devono essere contingentati con addetti alla sicurezza e un ingresso unico per il personale e per i pazienti, e un altro per le auto e per il materiale da trasporto. Insomma dovremo organizzarci, ma questa lezione ci ha dato la misura di come alcuni servizi possono essere decentrati e gestiti a distanza". segue

(CIS) – Ancona, mag. – I test sierologici voluti dall'amministrazione regionale marchigiana, sono "una tutela per tutti coloro che lavorano in prima linea, dai dipendenti della sanita', alle forze dell'ordine". Per la terza fase sanitaria – ha detto il presidente Ceriscioli - è prevista una specifica delibera che regolamenterà una serie di attività più diffuse sul territorio, compreso l'uso su larga scala dei test sierologici. Prezioso per l'elaborazione di questa terza fase sarà il contributo dell'azienda di Torrette, per affinare strumenti e percorsi, che ora diventano fondamentali. Dal 18 maggio, infatti, saranno attive molte imprese – spiega una nota - legate ai servizi alla persona, alla ristorazione e ai bar, e dal 29 anche gli stabilimenti balneari. Anche da questi settori arrivano le richieste di poter seguire il percorso del test sierologico e sarà nostra cura renderlo più semplice e accessibile. "Come Regione siamo molto attenti anche a questo e sappiamo di poter contare su punti di riferimento importanti. Ieri nel corso di una conferenza mi hanno ricordato quante figure eminenti della sanità marchigiana sono una risorsa per il nostro territorio. Abbiamo come riferimento un quadro di professionisti ampio e diffuso di altissimo livello e spessore nazionale. Grazie a loro oggi possiamo vantare di essere diventati la regione con i dati epidemiologici tra i migliori in Italia, dopo essere stati per diverse settimane la seconda/terza regione per numero di contagi in rapporto alla popolazione. In mezzo c'è stato il lavoro e il contributo di tanti. Ci sono state le competenze e le professionalità che ci hanno permesso di gestire al meglio questo passaggio". Abstract fonte com

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Covid-19/Marche: i test sierologici come tutela per tutti coloro che sono in prima linea

(CIS) - Ancona, mag.- Le Marche quindi come soggetto insieme alla Toscana capofila (con le altre regioni che hanno aderito cosi' anche l'Umbria) per la sperimentazione con il siero dei guariti da Coronavirus, insieme alla sanita' militare.  "Non abbiamo descritto cure miracolose, ma opportunità suffragate da rigore scientifico. L'atteggiamento della Regione è sempre stato quello di aprirsi a qualunque opportunità e soluzione positiva, per metterle a disposizione - ha detto il presidenteCeriscioli - del sistema sanitario. Se oggi siamo, in Italia, la migliore regione come dato epidemiologico, quando all'inizio della pandemia eravamo fra le peggiori, abbiamo dimostrato che questo atteggiamento paga. Un'informazione corretta è quella che ha permesso a tanti cittadini di comportarsi bene e aiutare il sistema sanitario, consentendogli di gestire al meglio i propri percorsi". Nel percorso del protocollo la Medicina trasfusionale gestirà donatore, donazione e assegnazione, operando con due tipi di candidati: i donatori abituali, con un percorso molto più snello, e i pazienti donatori nuovi, che dovranno essere sottoposti a un percorso di arruolamento più dettagliato dettagliatamente previsto all'interno del protocollo. Per tutti, il requisito fondamentale è quello di avere superato la malattia e, quindi, di essere in regola con il percorso tamponi, e avere un numero di anticorpi sufficienti. Per il donatore abituale il tramite rimane l'Avis, deputata a prenotare la donazione presso il centro trasfusionale di riferimento. Per agevolare i candidati donatori - sottolinea una nota regionale - sarà possibile recarsi anche in uno dei dodici servizi trasfusionali regionali per un pre-arruolamento e successivo invio degli idonei ai tre Poli di riferimento. I soggetti ricoverati sono già stati informati di questa possibilità e sono stati messi in contatto con il trasfusionale. Per motivi di sicurezza, il protocollo prevede che il paziente ricoverato attenda 14 giorni dopo la dimissione. segue

(CIS) – Assisi mag. – Per dare un sostegno concreto alle famiglie dei ragazzi con disabilità gravi, che stanno facendo i conti ormai da diverse settimane con la gestione di una quotidianità spesso difficile e complicata, l'Istituto Serafico di Assisi ha attivato su tutto il territorio nazionale un numero verde attraverso il quale un'equipe multidisciplinare di medici e professionisti potrà rispondere alle richieste dei genitori in difficoltà. Per parlare con gli esperti del Serafico basterà contattare il numero verde 800 090 122, che sarà attivo tutti i pomeriggi, dal lunedì al venerdì, dalle 15 alle 17. "Se le istituzioni si stanno preoccupando - comprensibilmente - della riapertura di parrucchieri, estetisti e ristoranti, è doveroso ricordare loro – ha aggiunto acnora la Presidente Di Maolo - che nessuno e a nessun livello istituzionale ci ha saputo dire come e quando potremo rimettere in moto tutte quelle attività sanitarie e sociosanitarie che sono fondamentali alle persone per vivere con dignità. Le attività per i disabili devono essere ripensate e fatte ripartire il prima possibile, perché queste persone rischiano di perdere le autonomie conquistate e i progressi raggiunti dopo lunghi periodi di riabilitazione. C'è inoltre in ballo il futuro delle nostre strutture e quello di tanti lavoratori che per anni hanno seguito la vocazione del prendersi cura - sottolinea Francesca Di Maolo -. Siamo stanchi di accettare passivamente che le categorie dei più fragili vengano costantemente dimenticate, l'intera collettività deve farsene carico, a partire da ogni livello istituzionale. La possibilità di erogare "servizi alternativi" andando in deroga a normative vecchie e assolutamente lontane dai bisogni delle persone con disabilità rappresenta una grande opportunità per riprogettare un welfare a misura delle persone. Per la prima volta ci è concesso di effettuare dei progetti personalizzati ed è questa la strada da perseguire per una vera ripartenza: superare la burocrazia e passare da un welfare che si basa sulla standardizzazione dei bisogni e dei servizi, ad un welfare che risponde con servizi differenziati ai bisogni della persona". segue

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