City Information Service | Direttore responsabile Piero Pianigiani

Rubriche

(CIS) – Terni mag. - Il film "Il lento inverno" del regista ternano Andrea Sbarretti, conclude con un ottimo bilancio la settimana di programmazione al Cinema Politeama di Terni. Pur raccontando un tema drammatico e non commerciale come quello del terremoto di Norcia, "Il lento inverno" ha avuto una media altissima di pubblico. Il passaparola – spiega una nota - è stato fondamentale e le notizie sono rimbalzate nei "social" richiamando spettatori da tutta l'Umbria. Un film drammatico ed impegnato che è riuscito a coniugare perfettamente la piacevolezza della sua visione, all'aspetto dei contenuti più profondi, quali l'attaccamento al territorio umbro, la speranza di una rinascita e talvolta le amarezze dovute ai ritardi della ricostruzione. Sono stati apprezzati i fantastici paesaggi della Valnerina, dipinti in maniera egregia da una fotografia da tutti giudicata meravigliosa. Ottime le interpretazioni dei protagonisti, che hanno saputo far emozionare il pubblico, come sottolineato da una nota. Paolo Dimarco Brunelli di Terni che interpreta il personaggio più religioso della storia, ovvero Benedetto, colui che riprende il nome del Santo Patrono di Norcia. segue

(CIS) – Roma/CDV/ Perugia mag. - Il Papa non aveva mai riconosciuto le apparizioni, quei messaggi della Vergine di cui parlano appunto le apparizioni, mentre sia prima che oggi, ha ben accolto la volonta' di quanti, pellegrini, vanno a Medjugorie, dove molti hanno trovato fede e conversione. Da Pastore di un gregge, ha quindi disposto che ora sono possibili pellegrinaggi nella terra di Bosnia Ergegovina, nel piccola cittadina di Mediugorie; questo permettera' stretti rapporti con i sacerdoti incaricati di organizzare pellegrinaggi a Medjugorje, come persone sicure e ben preparate, offrendo loro informazioni e indicazioni per poter condurre fruttuosamente tali pellegrinaggi». Circa la soprannaturalità delle apparizioni mariane che si susseguono da anni e anni, nessuna decisione della santa Sede, ma un primo passo e' stato compiuto. Ora il Pontefice Bergoglio ha stabilito superando quanto dichiarato più vent'anni fa, dalla Congregazione per la Dottrina della fede, che permetteva i pellegrinaggi a Medjugorje ma solo "in maniera privata"». E dall'Umbria, tanti sono stati i "pellegrinaggi privati" partiti nel tempo con giovani e famiglie. Anche io  sono stato a Medjugorie e li', pur non avendo visto "le apparizioni", ho pregato, tanto, assieme a tantissima gente; preghiere di giorno e di notte, con "salita" a piedi assieme a tanti altri uomini e donne, sin alla cima del monte dove la gente si raccoglie in preghiera dinanzia alla statua della Madonna. Cosi' davanti alla chiesetta del piccolo paese, con gente che viene da varie parti della nazione e dall'estero; preghiere alla madonna. Nel 2012, ho compiuto un pellegrinaggio a Mediugorie, breve, 5 giorni, ma gia' con la voglia di tornare. Si', tornare, di rispettare ancora quella chiamata che la Vergine, in un periodo di crisi economica e morale, di" bombardamento" mediatico su notizie di guerre, ha voluto fare a me e a tanti altri pellegrini in quella terra. Tornare quindi, in particolare dopo le varie trasmissioni TV viste, ultima a TV7 della RAI, un racconto del collega Brosio che tanto si e' speso e si spende per quelle terre e per la madonna della Pace. segue

(CIS) – Perugia mag. - – Sostegno al passaggio al sistema tariffario puntuale, contributi per le aree protette e per interventi di bonifica di suoli inquinati, azioni divulgative volte alla riduzione della produzione e al recupero dei rifiuti: sono le principali destinazioni definite dalla Giunta regionale che, su proposta dell'assessore all'Ambiente, ha approvato il riparto per l'annualità 2019 del fondo regionale alimentato da una quota del gettito dell'"ecotassa", il tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi, per un importo complessivo di 1 milione e 425mila euro. Con il piano di riparto 2019 – ha sottolineato l'assessore regionale – predisposto in coerenza con le normative regionali e nazionali e tenendo conto, in particolare, delle azioni previste dal Programma regionale di prevenzione e riduzione dei rifiuti, in continuità con le precedenti annualità si prosegue nell'azione di sostegno a favore dei Comuni per il passaggio alla tariffazione puntuale, legata alla reale produzione di rifiuti, mediante contributi che mitigano o compensano il maggior costo del servizio di gestione. A questo scopo, sono stati destinati 370mila euro. Dei contributi  - spiega una nota - potranno beneficiare i Comuni che hanno conseguito nel 2018 l'obiettivo di almeno il 65% di raccolta differenziata, ad esclusione di quelli che ne hanno già beneficiato nelle precedenti annualità. segue

(CIS) - Solomeo (PG) mag. - Domenica 12 maggio ore 18, nella Chiesa san Bartolomeo a Solomeo, si terra' il concerto d'organo dedicato a Maria, con alla tastiera LUCA SCANDALI. Ingresso gratuito. L'organo Adamo Rossi conservato presso la Chiesa parrocchiale di San Bartolomeo a Solomeo fu costruito dall'organaro perugino Adamo Rossi nel 1791. Originariamente commissionato dai monaci Olivetani di Monte Morcino per la loro chiesa intitolata all'Annunziata, affacciata sull'odierna Piazza dell'Università, lo strumento fu acquistato dal Sig. Raffaele Bucarini per la somma di 8.500 lire e donati alla nuova chiesa parrocchiale di Solomeo dopo che la chiesa dell'Annunziata fu chiusa al culto e assegnata all'Università degli Studi di Perugia. Poco si sa della vita di Adamo Rossi, figura importante per lo sviluppo dell'arte organaria perugina nel sec. XVIII e XIX. Le ricerche effettuate da Renzo Giorgetti, pubblicate presso la rivista umbra di Musicologia "Studi e Documentazioni", ci danno comunque un'idea della sua attività di musicista e costruttore e di come la sua arte abbia influenzato le generazioni future di organari ed in modo particolare la famiglia organaria perugina più importante: quella dei Morettini. Adamo Rossi (Adamino, come spesso viene soprannominato nei documenti, forse per la sua piccola statura) nacque intorno al 1753 e all'età di 24 anni (nel 1777, in cui si ha notizia della sua abitazione a Perugia, nella parrocchia di Santa Maria di Colle) fu nominato organista titolare della chiesa di San Pietro a Perugia, incarico che mantenne fino al 1842, quando alla veneranda età di 90 anni lasciò il posto al figlio Francesco.  segue

(CIS) – Perugia – mag. - SEGUE DISCORSO ALL'ASSEMBLEA di Catiuscia Marini

"In primo luogo, la mia posizione personale di indagata rispetto alla specifica contestazione da parte della Procura della Repubblica di Perugia mi induce ad assumere una posizione di chiarezza politica ed istituzionale, che considero un "dovere" coerente con i miei principi, anche per come ho sempre interpretato la mia funzione di amministratore pubblico e di Presidente della Regione, verso di voi e verso la comunità regionale. Una vicenda che mi vede coinvolta anche personalmente non può essere ridotta ad una mera strumentalizzazione politica sfuggendo all'interesse primario che è quello di acquisire tutti gli elementi necessari a fare chiarezza su ogni profilo della stessa. È mia intenzione, in questo momento, assicurare la massima trasparenza perché essendo eletta direttamente dai cittadini umbri non intendo assolutamente indebolire, rendere ancor più fragile quel rapporto di fiducia, già messo a dura prova in Italia ed in Europa in questo tempo politico presente, che i cittadini hanno con le istituzioni. Solo la chiarezza, la trasparenza permette a ciascuno di orientarsi e definire una propria opinione. Il mio atto (le dimissioni) permette all'assemblea legislativa di esercitare pienamente il proprio diritto, in totale autonomia, e che io pienamente rispetterò, di decidere quale percorso politico-istituzionale intraprendere anche per gli aspetti che la vicenda giudiziaria ha sollevato.

Ritengo che l'Assemblea legislativa sia l'unica sede non solo "legittima" ma anche "opportuna" per entrare nel merito delle dimissioni del presidente della regione, Assemblea che ha il diritto di discutere in autonomia senza alcuna ingerenza e condizionamento estraneo alla sua funzione democratica. Per questo motivo ho ritenuto, nella giornata del 16 aprile, anche al fine di tutelare l'Umbria, in modo particolare proprio la forza, l'affidabilità e sicurezza, la qualità ed appropriatezza del suo servizio sanitario - cose che non avvengono a caso ma per un duro lavoro di cui difendo il merito del nostro contributo - di rassegnare le dimissioni da Presidente per consentire anche di distinguere il percorso della vicenda giudiziaria, di cui sono la prima ad avere interesse a fare chiarezza con le autorità competenti in uno spirito di leale collaborazione, non solo per consentire alla mia persona di poter dimostrare la mia più assoluta estraneità ai fatti a me contestati, ma anche di salvaguardare l'istituzione regionale che rappresento e guido nell'importante e significativo lavoro che i suoi organi politici (la giunta ed il consiglio ragionale) , insieme alla struttura tecnica- amministrativa dell'ente, ai qualificati professionisti del servizio sanitario regionale hanno consentito in questi anni di far crescere la qualità dei servizi erogati a tutela della salute, le dotazioni tecnologiche e strumentali, i supporti alla ricerca scientifica e farmacologica,le innovazioni organizzative, l'appropriatezza dei livelli di assistenza facendo dell'Umbria una regione di qualità e di eccellenza per la sanità erogata alla propria comunità. Io ho massimo rispetto delle istituzioni e so bene che la responsabilità di Presidente di Regione richiede la tranquillità intellettuale di assumere le decisioni che l'intenso lavoro quotidiano e al tempo stesso la straordinarietà e l'emergenza degli eventi impongono. La vicenda giudiziaria ha posto una serie di temi relativi a presunti illeciti connessi ad aspetti gestionali-amministrativi del servizio sanitario. Solo nelle sedi competenti e secondo i tempi della giustizia, che per altro sono diversi e distinti da quelli che l'agenda istituzionale e politica pone invece all'autonomia degli organi rappresentativi e politico istituzionali, sarà possibile accertare puntualmente le eventuali responsabilità individuali. Per altro voglio anche sottolineare che tutte le persone coinvolte ed indagate nella vicenda giudiziaria hanno il diritto di poter esercitare le proprie prerogative difensive anche sugli illeciti presunti ed eventualmente assumersi le responsabilità accertate nel processo e non può essere in nessun modo questa la sede, l'Assemblea Legislativa (cosi come non lo è il Parlamento o il Governo come giustamente è stato ricordato da illustri esponenti istituzionali, né tanto meno la piazza reale o virtuale) per entrare nel merito dei contenuti delle posizioni individuali, non tanto per un garantismo di maniera o di facciata ma per il rispetto che in una Istituzione si deve avere dello Stato di diritto, in modo particolare anche per quegli aspetti umani delle persone coinvolte che esulano dalla contestazione penale dei reati presunti.

Spetta invece politicamente ed istituzionalmente, in maniera del tutto autonoma, all'Assemblea Legislativa affrontare gli aspetti più politici di questa vicenda, con la forza di un dibattito vero, aperto, rivolto alla società regionale, ma anche ai tanti professionisti, dipendenti, operatori che ogni giorno fanno funzionare i servizi in Umbria a cominciare proprio da quello sanitario.

Le mie dimissioni sono un elemento di chiarezza in primo luogo per sgombrare il campo da ogni strumentalità "politica" sia nella dialettica maggioranza-opposizione, rafforzata per altro dal contesto elettorale del momento, sia all'interno delle stesse forze di maggioranza o meglio ancora della mia comunità politica, il Partito Democratico, che a maggior ragione è chiamato a non prendere alcuna scorciatoia o rimozione, pensando che non debba invece misurarsi con la responsabilità politico-istituzionale del momento, sia rispetto al suo confronto interno e non è questa la sede per farlo, sia per la modalità con la quale si relaziona alla societa regionale ed alle istituzioni. Sono politicamente molto consapevole anche che in situazioni di questo tipo ci sia la determinazione di taluni di approfittare delle vicende in atto per tentare di sviare il corso del confronto, "utilizzare" la straordinarietà e complessità del momento per darsi una distinzione interessata , non tanto al servizio del bene delle istituzioni o della propria comunità anche politica, ma per tentare di aprirsi uno "spazietto" di notorietà e visibilità.

Invece ponendo formalmente le mie dimissioni voglio proprio dare il contributo alla chiarezza ed anche alla trasparenza di un dibattito istituzionale e pubblico.

E lo faccio anche per quel rapporto di fiducia e stima che ho ricevuto in tutti questi anni da tantissimi umbri, cittadini, esponenti del mondo economico e del lavoro, sociale, culturale, religioso di questa regione e che anche in questi giorni mi hanno espresso i loro attestati e sentimenti di rispetto, ai quali devo spiegazioni pubbliche. Anche per queste ragioni e nel contesto della vicenda ho particolarmente apprezzato ad esempio le dichiarazioni rese a Perugia dalla Ministra della Salute Grillo che ha voluto tenere distinti gli aspetti che emergono dalle indagini dalle valutazioni sulla qualità ed efficienza del servizio sanitario dell'Umbria, cosi come i riconoscimenti espressi dal neo Commissario dell'Azienda ospedaliera di Perugia, al quale auguro buon lavoro, parlando di un ospedale di eccellenza nel panorama nazionale.Così come la Regione ed in modo particolare questo organo l'Assemblea deve essere oggi interlocutore sensibile del senso di disorientamento che pervade i professionisti, i tecnici, gli operatori di tutto il SSR a cominciare ovviamente da quelli dell'Azienda di Perugia, compresi alcuni "scienziati" e professionisti medici che nei giorni scorsi hanno voluto distinguere gli aspetti della vicenda giudiziaria sui quali tutti noi abbiamo interesse a che emerga chiarezza e verità da quelli attinenti i risultati, la sicurezza, l'affidabilità clinica e scientifica,la qualità ed in molti ambiti clinici anche l'eccellenza del servizio sanitario umbro, a garanzia dei cittadini.

Non spetta solo a me ma a tutti voi farlo proprio in questo particolare e difficile momento.

Le "fragilità e le debolezze" che emergono fanno appello a quel senso di responsabilità collettiva, della giunta e dell'assemblea, ma anche del parlamento e del governo per spingere ancora più il processo riformatore sia nell'ambito dei poteri legislativi regionali ma anche di una Riforma a livello nazionale, non solo limitandosi alle questioni poste nella relazione tra organi di indirizzo politico e controllo e sistema sanitario ma soprattutto di affrontare decisamente anche gli effetti a circa 20 anni dalla riforma di quegli eccessi di aziendalizzazione del SSN, di una certa inadeguatezza dei sistemi di controllo, di autoreferenzialità, di corporativismo ed anche di rapporti sempre più trasparenti con il sistema sanitario, quali ad esempio quelli scientifico-accademici, quelli professionali-sindacali, quelli economici, ed anche quelli relazionali per evitare che interferiscano in maniera inappropriata sul servizio sanitario.

Questo è un punto di lavoro per tutti, una lezione da cui trarre insegnamento.

Tutto ciò lo potrà fare l'Assemblea legislativa, la politica, ma anche le diverse articolazioni istituzionali e della società civile che sono chiamati a misurarsi sia con i limiti delle proprie azioni, ma anche con il coraggio di riforme ed innovazioni che aiutino a rendere sempre più efficienti e trasparenti l'insieme dei servizi.

Questa aula è un luogo istituzionale ed un luogo della politica.

E quindi mi consentirete anche una vera riflessione politica.

Da Presidente di Regione, in questi lunghi, difficili e complessi 9 anni ho sempre difeso l' Autonomia dell'Umbria. L'ho fatto convintamente nelle scelte istituzionali, assunte solo se funzionali a salvaguardare gli interessi sociali, economici, culturali di questa terra e dei suoi abitanti. Ho rifuggito da chi interpreta i ruoli istituzionali come funzionali ad altre finalità di consenso (e non penso tanto a quello politico ma anche a quello delle relazioni sociali, funzionali alle proprie carriere).

Mi sono confrontata con il Governo (indipendentemente dai colori politici e nel mio mandato ho conosciuto ben 6 diversi Presidenti del Consiglio e 3 diverse legislature parlamentari) sempre in autonomia, mettendo al primo posto gli interessi istituzionali dell'Umbria, non temendo né subendo la forza di altri livelli istituzionali ma confrontandomi alla pari nell'interesse della mia Umbria. L'ho fatto con determinazione, carattere, studio nei tanti riparti per il finanziamento del servizio sanitario o del trasporto pubblico locale, nei programmi decisi in sede nazionale per gli investimenti nell'edilizia scolastica, nelle infrastrutture pubbliche, nella conservazione del patrimonio storico artistico e monumentale, per la salvaguardia dell'ambiente. L'ho fatto convintamente nelle oltre 200 vertenze aziendali, molte delle quali hanno avuto tavoli complessi a livello nazionale come ad esempio quello più difficile sulle prospettive delle acciaierie di Terni e del futuro del lavoro in quella fabbrica.

Nella straordinaria e difficile emergenza del sisma ho preteso un lavoro di squadra istituzionale con i Sindaci, senza mai anteporre la dialettica politica alle esigenze di tutela dei cittadini e delle comunità, rivendicando con forza un quadro certo di risorse finanziarie per la ricostruzione a livello nazionale ed europeo.

Ho messo a disposizione della Regione anche le mie competenze individuali, professionali e di studio di ambito europeo per costruire insieme alla struttura regionale, alle forze economiche e sociali un quadro di programmazione strategica, una dotazione finanziaria, una strumentazione di governo utile a sostenere la regione ed i suoi cittadini, le sue imprese, le comunità civiche in una fase molto complessa della sua storia.

Percorso che nei prossimi mesi sarà centrale in vista dei negoziati per il prossimo settennato 2021-27.

Non ho mai chinato la testa difronte a chi avrebbe voluto trattare l'Umbria da regione di serie B solo per il fatto che ha meno di un milione di abitanti, rivendicando la forza ed il talento non solo della grandezza della sua storia civile, artistica, culturale e spirituale ma anche della capacità operosa delle sue imprese e delle sue comunità di oggi, del senso civico delle città e delle persone, della forza della sua bellezza ambientale, rurale e paesaggistica che è frutto anche della capacità e misura delle persone e del lavoro delle istituzioni.

Rivendico Autonomia.

L'autonomia che l'Umbria deve continuare ad avere anche nel percorso nuovo che questo frangente della sua storia istituzionale pone.

Io diffido sempre di quelli che "vengono da Roma" a dirci cosa dobbiamo fare ed ancor di più diffido di "quelli che andati a Roma" tornano con la supponenza di aver visto la città ed i suoi "poteri" e vorrebbero spiegare le cose del mondo a noi della provincia.

L'Umbria oggi è cosi anche grazie a quello che è stata capace di fare negli anni della sua storia antica ma anche nella sua storia amministrativa, politica ed istituzionale della Regione come istituzione, a fianco delle forze economiche e sociali, del mondo della cultura, dell'impresa, della scienza e del lavoro, con i comuni, le istituzioni scolastiche, le comunità ecclesiastiche e religiose, la ricchissima rete del volontariato e dell'associazionismo.

L'Umbria ha fatto cose positive con successo ed altre con errori e ritardi.

Ma è una Regione che può stare con orgoglio, a testa alta, nel panorama nazionale.

Non sono qui oggi a rivendicare il lavoro amministrativo e di governo di questi anni e che comunque non intendo in nessun modo azzerare nella dialettica della vicenda in corso, difenderò sempre i risultati, ma anche una cultura politica e di governo riformista che ha saputo trasformare e far crescere questa regione.

Qui non c'è un'Umbria da liberare perche l'Umbria è terra libera e democratica; i suoi uomini e le sue donne hanno difeso la libertà e la democrazia contro i fascismi, e che oggi difendono da nuovi autoritarismi e sovranismi; da decenni si articolano forze politiche di centrodestra e centrosinistra nelle principali città della regione. Assisi, Spoleto, Todi, Orvieto, Bastia Umbra, Umbertide, Montefalco, Gualdo Tadino, Perugia, Terni per citarne alcune. I cittadini valutano, giudicano, scelgono e misurano anche i risultati. Non si sono definiti modelli cosi innovativi e travolgenti da rappresentare davvero strade nuove per i servizi pubblici essenziali, lo sviluppo economico o la promozione della regione. Non sempre l'alternanza delle classi dirigenti è stata innovazione, cambiamento ed alternativa credibile. Spesso ad esempio come nel caso del ciclo dei rifiuti oppure nella gestione dei bilanci pubblici di alcuni comuni si è privilegiato anche quando si sono alternate le classi dirigenti locali la conservazione, l'immobilismo e la resistenza dello status quo.

Sarebbe troppo comodo e semplicistico limitarsi alle dimissioni di qualcuno, seppur il Presidente della Regione, per segnare una svolta.

Le mie dimissioni impongono una discussione, sia per chi magari dall'opposizione si sarebbe potuto trincerare dietro il gioco della sfiducia (salvo avere posizioni ipergarantiste per i propri esponenti di governo a livello nazionale come sta accadendo in questi giorni) o per chi dalla maggioranza, meglio dire qualcuno dal mio partito volesse guardare avanti senza discutere, chiudendo una porta, senza misurarsi sulle responsabilità politiche della natura stessa di questo partito, delle sue relazioni interne e delle modalità con cui si è relazionato a parti della società cittadina e regionale, anche sulle differenze che hanno caratterizzato ciascuno di noi, dentro e soprattutto fuori da questa aula nella relazione tra forze politiche pubblicamente alternative ma spesso convergenti per alcune strategie, con un trasversalismo che ha finito per essere offuscamento di un progetto.

Sono la prima ad essere interessata ad avere un confronto pubblico su questo, perché una persona si dimette da una carica istituzionale ma non si dimette dall'impegno civile, dal diritto di parola in politica, dal dibattito pubblico.

Allora io sono molto interessata a capire quale sarà la strada nuova che si intende intraprendere, quali sono i protagonisti, quali prospettive emergeranno dal dibattito istituzionale e pubblico per il futuro dell'Umbria.

La strada nuova ha bisogno di chiarezza, di autonomia, di libertà, di laicità soprattutto quando le sfide da affrontare sono molto difficili.

Le mie dimissioni permettono questo dibattito che spetterà a voi saper raccogliere e gestire.

Voglio uscire a testa alta da questa vicenda, so di aver bisogno di un tempo distinto per il percorso della giustizia che è diverso da quello politico-istituzionale. Spero solo, da cittadina, che la politica un giorno sappia recuperare maturità e legislazione adeguata non per sottrarre gli esponenti delle istituzioni dalla giustizia o dai processi ma per garantire regole chiare, imparziali per colleghi ed avversari politici, che rendano uguali i cittadini di fronte alla legge ed anche i rappresentanti delle istituzioni, dando piena attuazione ai principi costituzionali che così garantiscono la libertà e la democrazia.

E' stata una esperienza difficile, dura, sono stati anni complessi, di grandi sfide.

Gli anni della crisi economica, della difficoltà del lavoro, della ridefinizione dei conti pubblici, delle riforme, della necessità di sostenere le strade dell'innovazione e della ricerca scientifica, della tutela del welfare compromesso da una finanza pubblica nazionale in affanno.

Ho dentro di me la ricchezza di una esperienza umana ed istituzionale intensa che sono i tanti volti dei lavoratori delle aziende in crisi, dei sindacalisti nelle trattative nazionali, del coraggio degli imprenditori capaci di andare coraggiosamente decisi contro i venti della crisi, sono le tante storie umane , personali, divenute amicizie nell'emergenza del sisma, è il silenzio operoso di tanti dipendenti, collaboratori della regione, delle sue agenzie e degli enti locali che hanno contribuito a dare attuazione alle sfide poste dal programma di Governo.

Sono orgogliosa, e rivendico sì il lavoro fatto, di una regione prima in Italia per i posti ai bambini negli asili nido grazie anche agli investimenti regionali, della forza del diritto allo studio, degli investimenti realizzati per la banda ultra larga, per la capacità di attuazione dei programmi della politica di coesione europea e di sviluppo rurale, per la forza e la solidità del bilancio economico e finanziario della regione, per un basso livello di tassazione regionale, per la tenuta del sistema di welfare e protezione sociale, per la salvaguardia dei centri storici, dei monumenti e del paesaggio, per il sostegno all'innovazione e alla ricerca scientifica, all'export e all'internazionalizzazione sostenuta anche con le politiche pubbliche, per la capacità di inclusione sociale e di accoglienza.

Questa è l'Umbria della solidarietà, la terra francescana e benedettina.

Unitamente a questo mio atto consegno a voi, colleghi dell'Assemblea, le mie riflessioni con l'auspicio che possano costituire solidi elementi per una seria e matura riflessione politica da cui nessuno si può sottrarre sulle cose fatte per l'Umbria e sulle prospettive future.

Qualcuno può pensare che questo è stato per me il tornante più difficile di una storia personale, politica ed istituzionale. In parte lo è .

Ma non potrò mai dimenticare la mattina del 6 marzo 2013 quando due dipendenti della regione, Margherita e Daniela vennero uccise brutalmente nei nostri uffici solo per il proprio dovere di lavoratrici del pubblico impiego. Lì ho capito quanto la durezza rabbiosa di un dibattito pubblico e mediatico può diventare un'arma pericolosa su persone difficili.

E non potrò mai cancellare la paura, l'angoscia, il senso anche di solitudine nella propria responsabilità della mattina del 30 ottobre 2016 quando una intera comunità con i suoi simboli civili e spirituali fu travolta dalla calamità del sisma.

Ho riflettuto molto se mandare un documento politico o scegliere ancora una volta il rispetto istituzionale.

Non ho avuto dubbi per cosa optare, sapendo che altre sono state le prove difficili di questi anni.

Ho lavorato solo nell'esclusivo interesse degli umbri e dell'Umbria. So di aver fatto errori, ma di aver anche contribuito a far conseguire importanti risultati a questa regione. Mi sono sempre sottratta a pratiche politiche non chiare, difendendo sempre la trasparenza. E non sarà questa la volta che mi presterò a tatticismi, che non sono nella mia indole. Posso avere sbagliato, ma so che l'onestà mi ha sempre guidato. Chiarirò la mia posizione nei tempi dovuti e ci sarà un tempo che restituirà voce alle cose fatte.

Certo la cronaca di questi giorni, la vicenda che investe il Governo, e quella di queste ore che riguarda la Regione Lombardia, mi avrebbe suggerito succosi argomenti politici per replicare agli esponenti di forze politiche di opposizione. La mia "cifra" è un'altra.

Spero che il PD, le forze politiche del centro sinistra sappiano farsi forza del RIFORMISMO e del GARANTISMO.

Se il PD non ha questa forza viene meno il suo profilo di forza riformista, con cultura di governo, rispettosa dell'autonomia e indipendenza dei poteri. Non si può governare l'Italia con i sondaggi di giornata, bisogna avere visione e strategia al di là del consenso del momento. Solo così si evita di uccidere il futuro di un Paese.

E con grande rispetto verso tutti e tutte, anche di chi non lo ha avuto per me, dico semplicemente GRAZIE.

(CIS) - Perugia apr. - Le imprese artigiane sono calate dell'1,7% nel 2018, perdita più consistente di quella di molte regioni italiane. Trend negativo nell'ultimo decennio con una perdita di 4.078 imprese artigiane (16,58%), - 2.297 nel settore costruzioni, - 1.000 nel manifatturiero e -481 nei Trasporti e magazzinaggio. Con il 18,6 % l' Umbria è la seconda regione per entità di addetti nelle imprese artigiane e con maggiore incidenza di società di capitale e di persone. Il 19% è guidato da donne e il 14,1% da stranieri. Bassa incidenza di imprese artigiane giovanili (8%). Le perdite nell'artigianato artistico sono più contenute rispetto ai valori nazionali. Questi dati contenuti in una nota di Unioncamere; in Umbria, alla data del 31 dicembre 2018, le imprese artigiane registrate sono 20.659 e rappresentano il 21,9% del totale delle imprese operanti in regione. Rispetto alla fine del 2017 calano dell'1,7%, calo che accumuna tutte le regioni italiane (la variazione nazionale è del -1,3%) ma che è tra le più consistenti insieme a Sicilia, Piemonte, Abruzzo e Basilicata, quest'ultima con la perdita più alta di -1,9%. Negli ultimi 10 anni il confronto tra le imprese artigiane in Umbria umbre Italia e Italia centrale evidenzia come le perdite maggiori si siano avute a livello regionale passando da un -1,3% del 2009 ad un -2,7% del 2013 e ad -2,4% del 2017, laddove sia Italia che Italia centrale non sono mai scese oltre il -1,9%. Le imprese artigiane in Umbria sono passate quindi dalle 24.737 del 31 dicembre 2008 alle 20.659 di fine anno 2018, perdendo 4.078 imprese, il 16,5% in dieci anni (le percentuali di Italia centrale e Italia sono sempre negative ma rispettivamente di -11,6% e -12,5%); solo due regioni hanno variazioni più consistenti ed esattamente la Sardegna che in dieci anni perde il 18,8% e l'Abruzzo in cui le artigiane calano del 17,2%.  segue

(CIS) – Ancona, apr. – "Sospensione per motivi di illegittimità e di opportunità dell'iter legislativo del disegno di legge finalizzato al distacco dalla Regione Marche dei Comuni di Sassofeltrio e di Montecopiolo ed al loro accorpamento alla Regione Emilia Romagna; indizione di un nuovo referendum; costituzione di un tavolo istituzionale per la revisione degli ambiti territoriali delle Regioni e, in attesa di proposte organiche di revisione, interruzione dell'iter delle modifiche territoriali, come è avvenuto nel caso di Cortina d'Ampezzo; audizione sull'argomento alla Commissione Affari Istituzionali del Senato." Sono queste le richieste avanzate dal presidente della Regione Marche in una lettera indirizzata all'on. Maria Elisabetta Alberti Casellati, presidente del Senato della Repubblica e all'on. Stefano Borghesi presidente della Commissione Affari Istituzionali. Nella missiva il presidente della Regione Marche ripercorre le tappe della vicenda: la consultazione referendaria svoltasi nei due Comuni nei giorni 24-25 giugno 2007 con esito positivo, il parere favorevole della Regione Emilia Romagna nel 2012, i disegni di legge presentati nel corso delle varie legislature XVI, XVII, e XVIII con contenuti e adempimenti amministrativi per le due regioni interessate non omogenei, fino al disegno di legge approvato alla Camera dei Deputati che presenta un contenuto ancora diverso. Precisamente, l'articolo 2 pone una serie di adempimenti a carico delle Regioni Emilia Romagna e Marche che, in base al principio di leale collaborazione, dovrebbe formare oggetto di una nuova richiesta di parere ad entrambe le Regioni interessate.  segue

(CIS) – Perugia apr. - Il libro nasce dal progetto di ricerca "Voxteca" dell'Università per Stranieri di Perugia che dal 2001 sta esplorando in tutta Italia la situazione linguistica e musicale. Dopo la Campania, la Puglia, e l'Umbria e la volta della Calabria in cui si esplora il mondo delle sonorità tradizionali con una particolare approfondimento agli aspetti linguistici, alla lingua della musica. L'indagine, iniziata negli anni Novanta, fa parte di una ricerca molto più ampia, che ha documentato ampiamente, sia da un punto di vista linguistico che etnomusicale, una vasta area della Calabria, con un focus sulla comunità di un paese del Crotonese (Mesoraca, kr), e s'inserisce nell'ambito del progetto di ricerca scientifica "Voxteca" del Dipartimento di Scienze Umane e Sociali dell'Università per Stranieri di Perugia. Dopo le prime e storiche ricerche etnomusicologiche svolte sul campo lo scenario è totalmente mutato. Nonostante le modificazioni nell'assetto economico-sociale e negli equilibri di egemonia e di potere, così come nei modelli sociali, sono rimasti vitali alcuni elementi di carattere folclorico. Questi, oltre che nella memoria dei più anziani, sono presenti in alcune forme rituali, anche se rispetto al passato hanno sostanzialmente cambiato funzione, collocazione e significato. Le loro tracce sono visibili ad un orecchio attento nelle riproposte dei nuovi gruppi e nei sporadici revivalismiche comunque corrispondono alle nuove esigenze di radicamento, di protagonismo e di socialità.  segue

(CIS) – Perugia/Milano apr. - "A Milano promuoviamo la stagione di Primavera e i grandi eventi dell'estate – ha detto Antonella Tiranti, dirigente del Servizio Turismo della Regione –. Sono molti gli appuntamenti di grande interesse. Tra questi, la mostra alla Galleria Nazionale dell'Umbria "Bolle di sapone - forme dell'utopia tra vanitosa, arte e scienza", per poi proseguire con le miniature del Pollino, in attesa del grande evento, l'esposizione della Madonna del Benacus di Leonardo. Iniziative culturali che si intrecciano con l'offerta del turismo più a stretto contatto con la natura - come quello dei Cammini - e con l'enogastronomia come l'appuntamento 'Pic nic a Trevi'. Ma l'Umbria a primavera offre anche una serie di manifestazioni di rievocazione storica che coprono tutto il territorio: tra queste Calendimaggio a Assisi (8/11 maggio), La Corsa dell'anello a Narni (24 aprile/12 maggio), Cantamaggio a Terni (28 aprile/14 maggio), la Festa dei Ceri a Gubbio (15 maggio), l'Infiorata a Spello (13/16 maggio), il Corpus Domini a Orvieto (23 giugno), la Quintana a Foligno (15 giugno, il 15 settembre la Quintana della Rivincita). Grande attesa per Umbria Jazz Spring che si terrà a Terni durante il periodo delle feste pasquali (18 - 22 aprile) il cui programma è stato illustrato dal direttore della Fondazione Umbria Jazz, Giampiero Rasimelli. Quattro i filoni: Gospel, Soul, Blues &......Jazz, in spazi scelti in coerenza con i generi musicali: nei club si esibiranno artisti del jazz, per recuperare la sua atmosfera storicamente più tipica; nel Santuario di San Francesco, luogo di preghiera e di ritrovo della comunità dei credenti, il gospel; nel CAOS, spazio di arte, produzione culturale e aggregazione, blues, soul e i filoni più trasversali. Non è Umbria Jazz senza la marching band, sinonimo di festa, il cui "spazio" per definizione è la strada. segue

(CIS) – Perugia apr. - Il  volume su "LA POPOLAZIONE DELL'UMBRIA NEI SECOLI XVII-XIX" scritto dal prof. Odoardo Bussini (Morlacchi Editore 2018) verra' presentato venerdi' 12 aprile alle 17,30 a Palazzo Sorbello, in Piazza Piccinino a Perugia. Accogliera' i convenuti per i Saluti: Ruggero Ranieri (Presidente Fondazione Ranieri di Sorbello), cui seguira' l'intervento di Ambrogio Santambrogio (Università degli Studi di Perugia, Dipartimento di Scienze Politiche) Coordina: Mario Tosti (Università degli Studi di Perugia). Interverranno Lorenzo Del Panta (già professore ordinario di Demografia nell'Università degli Studi di Bologna). Sara' presente l'autore prof. Bussini.

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