City Information Service | Direttore responsabile Piero Pianigiani

Rubriche

(CIS) – Perugia set. - L'Umbria si prepara a celebrare nel 2020 il V Centenario dalla morte di Raffaello Sanzio, valorizzando le opere e i luoghi in cui ha operato l'illustre pittore urbinate e con essi tutto il patrimonio culturale della regione attraverso una serie di iniziative elaborate dal Comitato organizzativo regionale che hanno ottenuto un importante riconoscimento dal Comitato nazionale che sovrintende le celebrazioni, presieduto dal professor Antonio Paolucci, e che, nel rimarcare la centralità dell'Umbria nella formazione di Raffaello, ha assegnato un contributo di 65mila euro per la loro realizzazione. Le iniziative avranno come fulcro Città di Castello e Perugia, dove sono ancora presenti due opere originali di Raffaello, e la valorizzazione delle numerosissime testimonianze nel territorio regionale del passaggio del pittore, dal momento che non esiste area della regione esente dall'influsso, diretto o indiretto, di Raffaello e dei suoi seguaci. Il Comitato nazionale ha individuato in particolare una mostra, alla Pinacoteca comunale di Città di Castello, dove si trova il Gonfalone della Santissima Trinità, nella quale verranno messi in luce alcuni aspetti dell'attività artistica legata ai primi anni di produzione del giovane Raffaello e agli echi che la sua lezione lasciò nella regione. Questa mostra che sarà aperta dall'ottobre 2010 fino al gennaio 2021, verrà curata da Marica Mercalli, Soprintendente all'Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell'Umbria e da Laura Teza, docente di Storia dell'arte umbra dell'Università degli Studi di Perugia. Da Città di Castello il focus della mostra continua a Perugia dove, grazie al progetto di restauro conservativo e a un rinnovato allestimento realizzato grazie a fondi privati, la Cappella San Severo di Perugia potrà essere presentata al pubblico in una nuova luce.Inoltre, in collegamento con l'ingente lavoro di salvaguardia delle opere sottratte alle macerie delle chiese della Valnerina colpite dal sisma del 2016, entrerà a far parte del percorso raffaellesco, a cura di Giovanni Luca Delogu, anche il Deposito visitabile di Santo Chiodo di Spoleto, dove è conservata la grande pala di Jacopo Siculo raffigurante l'Assunzione di Maria recuperata dai ruderi della chiesa di San Francesco a Norcia, attualmente oggetto di uno degli interventi di restauro finanziati con i fondi straordinari dell'emergenza "sisma". abstract fonte com

(CIS) – Perugia set. - – È "Sulla strada" il filo conduttore di incontri, presentazioni e performance della 25esima edizione di Umbrialibri, la rassegna editoriale e culturale promossa dalla Regione Umbria, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, in programma dal 4 al 6 ottobre nel Complesso Monumentale di San Pietro, a Perugia, grazie alla disponibilità della Facoltà di Agraria dell'Università degli Studi, della Fondazione per l'Istruzione Agraria, dei Monaci di San Pietro e della biblioteca "Mario Marte". Il programma è stato presentato stamattina a Palazzo Donini ed è stata l'occasione anche per rendere noto il vincitore del Premio Letterario Nazionale Opera Prima "Severino Cesari". Ricca la presenza di editori umbri (44 in tutto), con la mostra mercato nel chiostro interno di San Pietro e una fitta serie di presentazioni. "Ringraziamo le istituzioni e gli enti che sostengono Umbrialibri che – ha esordito Mauro Pianesi, dirigente del Servizio valorizzazione delle attività culturali della Regione Umbria – dopo 25 anni sta lavorando bene anche in funzione dello sviluppo dell'editoria umbra: secondo quanto riporta una ricerca dell'Associazione Italiana Editori, nel 2017 erano censite in Umbria 25 case editrici. A Umbrialibri, quest'anno, ce ne saranno 44: in 2 anni possiamo notare un aumento di oltre il 25% di imprese che si occupano di editoria nella nostra regione".Tra i sostenitori di Umbrialibri, la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, rappresentata in conferenza stampa da Massimo Vignaroli, del Comitato di Indirizzo della Fondazione, che ha sottolineato come "una manifestazione di questo tipo abbia un'importante ricaduta per il territorio anche dal punto di vista turistico". Per la città di Perugia, in generale, e per il quartiere del Borgo Bello, in particolare, dove si trova il complesso monumentale di San Pietro, sede di Umbrialibri e della Facoltà di Agraria, "orgogliosa di ospitare un evento di questa importanza", come ha ribadito Francesco Tei, Direttore del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari ed Ambientali dell'Università degli Studi di Perugia.  segue

(CIS) - Gubbio, set. - Donne celebri, capaci di influenzare la politica e la società del loro tempo, come Ildegarda di Bingen, Matilde di Canossa, Teodolinda, Irene di Bisanzio, Sichelgaita, Costanza d'Altavilla, Melisenda, Eleonora d'Aquitania, Giovanna d'Arco, Eleonora d'Arborea, Chiara d'Assisi, Santa Caterina da Siena, Margherita Datini, Battista Sforza e Lucrezia Borgia. E altre figure femminili, tra storia e leggenda, diventate nei secoli delle vere e proprie icone della letteratura e dell'arte, da Beatrice a Francesca da Rimini, da Eloisa a Tristana, da Laura a Ginevra. La leggendaria papessa Giovanna. Trotula, prima donna medico. Le regine e sultane dell'Islam. Le Shieldmaidens, implacabili guerriere delle saghe norrene. Le donne di Tolkien ne Il signore degli Anelli. E le languide muse dei Preraffaelliti, interpreti nostalgiche, nella pittura e anche nella vita privata, di un Medioevo rimpianto, sognato, trasformato e a volte stravolto. Come nelle vicende di altre eroine, evocate sul grande schermo, nei fumetti e in rutilanti e seguitissime serie televisive, come Viking o Il trono di Spade: da Lagertha a Uta di Ballenstedt, da Ladyhawke a Daenerys Targaryen, fino alla terribile Cersei Lannister e all'audace e impulsiva Arya Stark. Un universo femminile raccontato nei dettagli dal sesso alle fake news e agli stereotipi sullo ius primae noctis e la cintura di castità, fino alle vicende meno note di donne in clausura, regine decapitate, spose bambine, prostitute in cerca di un riscatto sociale e transgender vissute nel Trecento. Il ricco programma del Festival di Gubbio – e' detto nella nota - propone sei approfondimenti tematici: La scrittura delle donne (giovedì 26 settembre); Tolkien session (venerdì 27 settembre); Bambin Gesù delle mani: il Pintoricchio ritrovato (venerdì 27 settembre); Il Medioevo fra noi (sabato 28 settembre) incontro sulla figura femminile nell'immaginario medievalista contemporaneo, La scuola dei rievocatori (sabato 28 settembre), appuntamento dedicato alle migliaia di rievocatori impegnati in ogni regione d'Italia nel far rivivere la storia e le tradizioni del loro territorio e Matilde, una donna del Mille (domenica 29 settembre). Non mancnao Storia dell'arte, mostre, spettacoli, la fiera del libro mediovale, miniature nel mondo, IL MEDIOEVO DEI BAMBINI: Ripetuto in diverse giornate, prevede giochi, letture, animazioni, laboratori d'arte e corsi di disegno riservati ai più piccoli.  segue

(CIS) - Perugia set. - Come presidente della Cei, Bassetti ha ideato l'Incontro di riflessione e spiritualità "Mediterraneo, frontiera di pace" che porterà a Bari, nel febbraio 2020, oltre cento pastori di tre continenti (Europa, Asia e Africa) e che sarà concluso da papa Francesco. L'incontro - spiega una nota - , nato da un'intuizione del cardinale che si è ispirato a Giorgio La Pira ­(sindaco "santo" di Firenze particolarmente caro a Bassetti che più volte lo ha indicato come modello per i cattolici impegnati in politica a servizio del bene comune), affronterà temi come la vita ecclesiale, le migrazioni, la giustizia sociale, lo sviluppo, il dialogo fra le fedi e vuole sollecitare le Chiesa a mobilitarsi per la riconciliazione fra i popoli. Pastore della Chiesa "in uscita", al servizio degli "ultimi" per contrastare le povertà estreme. Bassetti è un cardinale al servizio degli "ultimi" facendo sentire concretamente la vicinanza della Chiesa di Cristo alle persone in difficoltà, disagiate, emarginate, sofferenti, gli "scarti della società". Nel contempo, richiama costantemente i cristiani ai loro doveri verso i fratelli che vivono difficili situazioni di povertà umana e materiale, oltre a non far mancare la sua attenzione a quanti sono "distanti" dalla Chiesa, perché la Parola di Dio, che annuncia la salvezza, va fatta conoscere a tutti, nessuno è escluso. Non da ultimo, continua ad essere fedele al suo stile di vescovo: «operare per la comunione nella Chiesa». segue

(CIS) - Perugia set. - Crisi di Governo all'italiana? La riduzione dei tempi della legislatura a tre anni come possibile rimedio alla costante instabilità. 1 anno e 2 mesi, ecco la media della durata delle legislature dal dopoguerra. Commenti di Antonio Baldaccini UmbraGroup - Giovanni Giorgetti ESG89 - Giuseppe Rivetti Università di Macerata. ESG89 Group ha voluto verificare con dovizia di dati lo scandire dei governi dal dopoguerra ad oggi. E come risulta l'Italia, proprio per la sua struttura istituzionale, ha dimostrato tutta la sua fragilità di governo. Fragilità di governo che fa il paio, però, con fragilità di visione del Paese. "Oggi, inoltre, viviamo un momento dove la velocità dei cambiamenti e la volatilità dell'elettorato determinano alternanze di governi molto differenti tra loro per valori e programmi – ha commentato Giovanni Giorgetti Ceo di ESG89 Group - generando instabilità e cambiamenti repentini tutt'altro che duraturi. Si assiste a provvedimenti di un governo completamente smantellati da quello successivo. Questo stato di cose in apparenza rende vivace la dimensione politica, in realtà produce finte riforme di corto respiro, più attente ai consensi elettorali immediati che alle concrete esigenze del Paese. Uno scenario così instabile – ha proseguito Giorgetti - ostacola gli investimenti degli operatori economici, che per definizione hanno bisogno di un orizzonte di medio lungo periodo". Dello stesso tono, il commento di Antonio Baldaccini (Ad UmbraGroup) che ha voluto affermare "quanto... nel mondo della pizza c'è sempre un grande rimpasto. Il nostro modello politico è culturalmente metabolizzato e accettato tra gli italiani, che sono poco curiosi a sperimentare nuovi modelli politici e sociali necessari per determinare nuovi assetti comportamentali in un mondo sempre più globale. C'è bisogno di innovazione e tecnologia a supporto di chi governa.  segue

(CIS) - Magione, ago. - Edizione da record con la partecipazione di 35 volumi inviati da grandi e piccole case editrici; Il carteggio Paolina Leopardi, lettere (1822-1869) vince la prima sezione del Premio letterario "Vittoria Aganoor Pompilj". Il vincitore della seconda sezione, riservata a componimenti in forma di lettera, sarà reso noto in occasione della cerimonia di premiazione che si terrà l'8 settembre a Monte del lago. Il carteggio Paolina Leopardi, lettere (1822-1869) a cura di Elisabetta Benucci, Sesto Fiorentino, editore Apice Libri, ha vinto quindi la prima sezione della XXI edizione Premio letterario "Vittoria Aganoor Pompilj" riservata all'edizione di carteggi. Per la seconda sezione, riservata a componimenti in forma di lettera, i primi tre classificati sono: Cristina Fumagalli di Corte Franca (Bs), Antonella Giueio di Roma e Clara Kaisermann di Mezzolombardo (Trento). il vincitore come detto, verrà reso noto in occasione della cerimonia di premiazione, Segnalate le lettere scritte da: Mauro Barbetti di Ancona, Alessandro Ghebreigziabiher e Diego Pulliero di Padova. La giuria della prima sezione, composta da: Maurizio Tarantino (direttore Biblioteca Classense e MAR di Ravenna), presidente; Adriana Chemello (Università di Padova), Isabella Nardi (Università di Perugia), Mario Squadroni (Università di Perugia), Massimiliano Tortora (Università di Torino), Vanni Ruggeri (storico), Alessandra Tarquini (Università di Roma "La Sapienza"); si è riunita mercoledì 21 agosto per confrontarsi sui giudizi relativi ai numerosi carteggi ed epistolari, quest'anno 35, inviati dalle case editrici. Dopo un attento esame, la giuria ha selezionato una terna ritenuta, a giudizio unanime, pregevole e di elevato interesse sia sul piano storico-documentario che sul piano filologico letterario. abstract fonte com

(CIS) _ Perugia ago. - Troppi giornalisti all'indice; cosi' la democrazia muore......"Si, perché è' sempre più netta l'impressione che una parte della politica italiana consideri irrespirabile la presenza di quel giornalismo italiano che cerca di svolgere con libera onestà il proprio lavoro: da mesi fioccano, verso chi fa il mestiere dell'informazione, non solo accuse (camuffate da mero dissenso?), ma anche insulti (ricordiamo ''puttane'' etc?), minacce e tagli all'editoria." Lo scrive il consigliere nazionaale dell'Umbria Gianfranco Ricci che continua: "Ora ai tanti episodi che sembrano voler attentare alla libertà di stampa s'è aggiunta l'aggressione verbale del ministro Salvini al videomaker (regolarmente iscritto all'Ordine dei giornalisti) che, dopo aver filmato il figlio adolescente del vice Premier a bordo di un natante condotto da un poliziotto, ha...osato, in conferenza stampa, rivolgere al governante due o tre domande. Reazione durissima! Purtroppo (spiace aggiungere) non intercettata dagli altri giornalisti presenti che hanno inghiottito senza il minimo cenno di reazione. Reazione che sarebbe stata auspicale non tanto a tutela di un collega maltrattato da un uomo di Governo, ma a difesa di un sacrosanto valore – la libera stampa – che in quel momento veniva straziato. Spiace perché quel valore viene sempre invocato e sbandierato.in nome e per conto dell'intera società. Ora, cari colleghi, a edicole chiuse, vi trasmetto su una tematica così importante, la riflessione che Il Manifesto ha chiesto al Presidente nazionale dell'Ordine, Carlo Verna. Potremmo analizzare, se lo volessimo, i concetti che sorgono spontanei non tanto per stizzosa polemica nei confronti di questo o quel politico (non è questa nostra tradizionale chiacchierata la sede migliore), ma piuttosto per riavvertire l'orgoglio del mestiere che abbiamo scelto, convinti – come eravamo e siamo – di voler contribuire, con notizie vere e verificate, alla migliore diffusione della democrazia. fonte com GF

(CIS) – ASSISI LUG. – La vicenda del bambino autistico di cui le cronache si sono occupate nelle ultime ore ripropone tanti interrogativi e richiesta di norme. " È dunque necessario che lo Stato intervenga, - ha detto la presidente del Serfico di Assisi Avv. Francesca Di Maolo - assumendosi le proprie responsabilità. Le famiglie di questi ragazzi con disabilità vengono percepite come un costo, come una voce a carico delle risorse pubbliche. Ma si tratta di una prospettiva totalmente sbagliata. La famiglia, e ancora di più la famiglia colpita dalla malattia, dalla disabilità, o da altre problematiche è una risorsa strategica per lo sviluppo, perché la famiglia è capace di intraprendere, di patrimonializzare, di risparmiare, ma anche di curare, di assistere e di sostenere. La burocrazia, i limiti di spesa, i continui tagli nella sfera della salute e della cura e un welfare ormai obsoleto che continua ad erogare prestazioni standard verso risorse standard, ci stanno facendo perdere di vista la grandezza della vita. Dobbiamo uscire dalla visione assistenzialistica. Prendersi cura della vita più fragile è quanto di più generativo e prezioso che una società possa fare, perché la fragilità e il limite fanno parte dell'uomo e una società che li esclude è disumana, irragionevole e condannata all'infelicità. Ogni giorno, al Serafico, ci prendiamo cura di quasi 150 persone tra bambini e ragazzi. segue

(CIS) - Perugia lug. - «Da alcuni anni la povertà assoluta è più diffusa tra i giovani e i giovanissimi che tra gli anziani, in Italia e ancor più in Umbria. Venticinque anni fa, il reddito medio dei giovani superava del 10 per cento quello degli anziani; oggi è inferiore del 20 per cento. Il lavoro non basta più: in Umbria 11 famiglie su cento con capofamiglia occupato, anche giovane, sono assolutamente povere». Sono solo alcuni degli aspetti che il VI Rapporto sulle povertà in Umbria 2019 mette in risalto; uno studio curato dall'Aur (l'Agenzia di ricerca della Regione Umbria), in collaborazione con l'Osservatorio sulle povertà costituito nel 1995 con un protocollo d'intesa tra la Regione Umbria e la Conferenza episcopale umbra (Ceu). Aspetti non poco allarmanti, che non possono non interrogare i Vescovi della terra dei Santi Benedetto e Francesco anche dinanzi a dati come quelli sulla povertà relativa, pari al 14,3%, in crescita rispetto al 12,6% dell'anno precedente. In valori assoluti il fenomeno povertà in Umbria interessa oltre 50 mila famiglie. Questo Rapporto di complessive 198 pagine, presentato a Perugia il 15 luglio scorso, che spazia dalle dimensioni alle rappresentazioni delle povertà, fino a indicare risposte alle povertà, ha tra le sue prefazioni quelle del cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, e dell'arcivescovo di Spoleto-Norcia Renato Boccardo, presidente della Ceu. Fare rete, unire le forze. Tra gli apprezzamenti che il cardinale Bassetti fa al Rapporto, quello di essere «uno strumento che può essere utilizzato dalla Chiesa, dalle istituzioni pubbliche, dalla società civile: ciascuna in base alla propria peculiarità, ma tutte chiamate a fare rete, a unire le forze, perché nessuno - neppure la Chiesa - può vantare il monopolio dell'interpretazione della realtà sociale e delle soluzioni ai problemi contemporanei». No a divisioni sui poveri. «Come ho detto in apertura del Consiglio episcopale permanente del gennaio 2019 – prosegue il presule, come si legge in una nota  – "sui poveri non ci è dato di dividerci, né di agire per approssimazione". E ho aggiunto che, proprio per scongiurare quell'approssimazione, occorre un metodo per studiare i problemi da affrontare. Per questo studio dobbiamo chiedere aiuto a esperti, ricercatori, scienziati». La forza salvifica dei poveri. segue

(CIS) - Perugia giu. - Tra i punti principali di discussione del Comitato di Sorveglianza c'è stato l'esame e l'approvazione delle Relazioni di attuazione annuale del Fondo sociale europeo e del Fondo europeo di sviluppo regionale 2014-2020 che contengono la descrizione delle procedure attivate e delle attività realizzate al 31 dicembre 2018 e che dovranno essere inviate alla Commissione Europea entro il 30 giugno 2019. Inoltre sempre per la fase 2014-2020, sono state affrontate - e' detto in una nota - le tematiche relative alla modifica del programma Fesr 2014-2020, allo stato di avanzamento dei programmi, all'attuazione del Piano di valutazione, all'attuazione della Strategia di comunicazione congiunta e alle attività di audit. Per quanto concerne lo stato di attuazione dei programmi, a fine 2018 le azioni previste dal Programma operativo regionale del Fesr, che ha una dotazione di oltre 412 milioni di euro, hanno consentito di impegnare oltre 108,5 milioni di euro (il 26,32% della dotazione) con una spesa certificata di circa 68 milioni di euro (il 16,43% del budget assegnato). I traguardi raggiunti sono positivi. In particolare, l'Asse 1 'Ricerca e innovazione', che ha una dotazione pari al 25% del budget e prevede prevalentemente aiuti alle imprese, presenta una capacità di impegno delle risorse (41,76%) che è superiore alla media del programma, con una spesa certificata del 17,70% delle risorse, con 252 progetti conclusi su 300 finanziati. Prendendo in esame uno tra gli effetti cardine dell'Asse, la capacità di attivazione degli investimenti nella ricerca e innovazione, l'azione 1.1.1 con cui sono stati finanziati 48 progetti di ricerca industriale volti prevalentemente a conseguire innovazioni di prodotto nel comparto della meccanica e 97 progetti di innovazione digitale delle PMI umbre volti all'acquisizione di servizi digitali, ha infatti attivato un volume di investimenti privati per ricerca e innovazione in linea con le aspettative (valore conseguito pari a circa 15 milioni di euro). segue

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