Da queste persone è nata la "Confraternita di San Martino", che presentava 80 confrati per ciascuno dei cinque rioni medioevali di Perugia per un totale di 400 confrati (numero tutt'ora mantenuto, n.d.r.). Erano tanti in un'epoca in cui la città aveva solo 25mila abitanti; questo perché dovevano andare a cercare i "vergognosi" per poterli aiutare. Con il passare del tempo il Sodalizio ha iniziato a tutelare anche gli orfani di famiglie indigenti, poi si è dedicato agli ospedali, alle scuole materne, fino ad arrivare a noi con il dedicarsi agli anziani. È stata l'idea di un nostro confratello, Mario Bellucci, di costruire la "Residenza San Martino", una cittadella nella città. C'è il teatro, il ristorante, la chiesa, la biblioteca..., una realtà interessante. Tutto questo per ospitare dignitosamente gli anziani, i più dimenticati e considerati, addirittura, un peso, soprattutto coloro che non sono autosufficienti». Il presidente ha concluso con un monito a sé stesso e a quanti sono chiamati ad amministrare anche la cosa pubblica: «Più che criticare chi ci ha preceduto nel governo, occorre rimboccarsi le maniche e lavorare per il bene comune, per il bene degli altri perché noi siamo destinati a servire gli altri, non ad essere serviti. Questo è il principio base del nostro Sodalizio, un esempio-insegnamento anche per chi è chiamato a governare la società intera». Il Sodalizio di San Martino è considerato dalla città di Perugia «parte integrante della propria migliore storia» e «punto di riferimento dei valori umani e sociali più alti», conferendogli il Consiglio comunale, nel 1992, l'Iscrizione all'Albo d'Oro della Città. Fonte com abstract da La Voce