Questa sopravvivenza è nettamente superiore a quella del 45% usualmente descritta nei Centri europei e nordamericani ed è dovuta essenzialmente alla bassissima incidenza di recidive (appena il 10%) nella casistica di Perugia (contro circa il 40% della letteratura). Il motivo di questi successi nei trapianti compatibili o parzialmente compatibili è l'aver utilizzato un'innovativa composizione del materiale trapiantato, suggerita dagli studi nei modelli sperimentali, che è in grado di esercitare una potentissima azione antileucemica. L'altra arma vincente – sottolinea la nota - è costituita anche da una particolare strumentazione che la Radioterapia Oncologica di Perugia impiega per trattare il paziente immediatamente prima del trapianto con il fine di facilitarne l'attecchimento e contribuire a distruggere la leucemia. Contrariamente ai comuni acceleratori lineari che irradiano tutto il corpo, questo strumento è incredibilmente preciso nella sua azione. Irradia potentemente tutte le ossa e quindi il midollo con le cellule leucemiche ivi contenute. Al contempo il danno a tutti gli altri organi e tessuti dell'organismo è fortemente ridotto. Ne trae beneficio l'intera procedura trapiantologica che risulta essere oltremodo efficace contro la leucemia ed al contempo caratterizzata da una minore tossicità generale. È così possibile estendere il trapianto salva-vita anche ai pazienti di 60-70 anni, aspetto questo di fondamentale importanza, ove si consideri che la leucemia acuta mieloide insorge con più frequenza nei soggetti di età avanzata. Fonte com abstract