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Lunedì 25 Aprile 2022 18:59

Francescani: Costruire insieme un mondo di pace: fermate la guerra

(CIS) – Assisi apr. – I frati Francescani in prima linea con tanti altri cristiani, per chiedere insieme "credenti e non credenti, persone di estrazione diversa che però si riconoscono nell'anelito verso la costruzione di un mondo di pace e desiderano trovare le vie più giuste, che vogliono insieme iniziare processi più che possedere spazi consapevoli che l'unità è superiore al conflitto, potremmo dire con papa Francesco. Fra Marco Moroni, Custode Sacro Convento Assisi alla vigilia della Marcia, in un incontro su "Le vie della Pace" ha elencato delle premesse, sperando in frutti del dibattito di pace. Poi l'esortazione. "Ci aiuti in ciò frate Francesco, artigiano di pace, che riposa a pochi metri da qui e che continua ad ispirare il nostro cammino. Dal dibattito e' emersa la condanna senza se e senza ma, della brutale aggressione scatenata dal governo russo contro l'Ucraina, evento terribile che sta causando la morte e il ferimento di migliaia di persone, la devastazione di città e dell'ambiente, la fuga dei profughi, l'accrescersi della miseria economica. Evento che di fatto ci ha indotti ad incontrarci qui, ma per guardare oltre. Il secondo punto: la ferma certezza della sacralità e quindi dell'intangibilità della vita umana. Di ogni vita: dell'aggredito e dell'aggressore, del civile e del soldato, senza alcuna distinzione, con la consapevolezza che, se ogni uomo è mio fratello, ogni guerra è un fratricidio, come ha scritto papa Francesco nel messaggio per la Giornata mondiale della pace 2020.  segue

 

Dal punto di vista strettamente cristiano tutto questo va di pari passo con l'insegnamento di Gesù, che sovverte la mentalità corrente arrivando a riconoscere come fratello anche chi è sentito o si dichiara nemico. Il terzo: ogni guerra, questa guerra tremenda alle porte dell'Europa e le altre in corso e semi dimenticate, così come quelle del passato – e possiamo purtroppo immaginare anche del futuro – è un drammatico fallimento della diplomazia e della stessa ragione umana, ed è originata da una logica di paura, di dominio, di violenza e di contrapposizione, dove l'altro è visto necessariamente come un antagonista, dove perciò occorre aumentare gli arsenali, pronti a farne ricorso all'occorrenza. In questo senso ogni guerra non è una meteora che appare all'improvviso, ma ha una gestazione lunga, in cui è possibile riconoscere come tutte le parti in causa abbiano delle responsabilità, pur a livelli diversi. Abstract font ecom


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