Venerdì 10 Settembre 2021 15:57

Afghanistan, un tavolo per coordinare gli sforzi e le risorse: l'impegno ViceMinistro Marina Sereni


(CIS) – Roma, set. - La prima riunione del Tavolo di coordinamento sull'Afghanistan che abbiamo tenuto oggi alla Farnesina ha confermato l'importanza di dare vita ad una sede permanente di dialogo e collaborazione tra tutte le forze organizzate della società civile e le amministrazioni pubbliche più coinvolte sul dossier, al fine di determinare insieme come mobilitare le risorse a nostra disposizione per assistere in modo coordinato ed efficace i bisogni degli afghani, evitando di disperdere quello straordinario patrimonio di aiuti e di vicinanza con il popolo afgano che l'Italia ha saputo esprimere nel corso degli ultimi 20 anni. Quello della crisi afghana è un quadro a tinte fosche, reso ancora più incerto dalla nomina del nuovo Governo talebano, che tradisce le aspettative – già molto modeste - di possibili margini di moderazione. Lo scrive il Vice Ministro Marina Sereni.  Sono sviluppi poco incoraggianti, ma che ci devono rafforzare nella convinzione che gli afghani non possono essere lasciati soli. Il Ministro intervenendo martedì alla Camera, al rientro da una missione in Uzbekistan, Tagikistan, Qatar e Pakistan, ha ricordato come da settimane siamo in costante contatto con i principali interlocutori internazionali, sia in via bilaterale, sia utilizzando tutti i formati disponibili, dall'Unione europea al G7, dalla NATO alle Nazioni Unite. E come ha più volte ripetuto il Presidente del Consiglio, crediamo nella necessità di coinvolgere sul dossier tutti gli attori internazionali che possano contribuire e abbiamo per questo proposto, come Presidenza di turno, la piattaforma più ampia ed inclusiva del G20, per un possibile vertice straordinario dedicato all'Afghanistan. Sereni ha annunciato che l'Ambasciata italiana sarà ricostituita "provvisoriamente a Doha, nell'attesa di futuri sviluppi, mentre al momento lavoriamo per definire una politica di assistenza che possa scongiurare l'ulteriore deterioramento della situazione umanitaria, con conseguenze difficilmente prevedibili in termini di ondate migratorie e stabilità regionale.L'idea è quella di disegnare un quadro di interventi rapidi e di impatto, da inquadrare nei Piani umanitari delle Nazioni Unite, prevedendo la possibilità di modulare l'azione italiana sulla base dell'evoluzione della situazione in loco ma anche della possibilità concreta di vedere accolte le richieste della Comunità internazionale circa il rispetto dei diritti di tutta la popolazione, a cominciare da quelli delle donne. segue

In altre parole, ci atterremo naturalmente ai principi umanitari di neutralità, imparzialità e indipendenza, ma occorrerà comunque prevedere un momento di revisione e valutazione periodica circa il livello del sostegno all'Afghanistan, anche sulla base dei principi guida che definiremo con i nostri principali partners.Ad oggi appare prioritario assicurare agli afghani e agli sfollati interni aiuti alimentari, materiali e servizi di salute, acqua, soluzioni abitative decorose, beni che consentano di affrontare le rigidità del prossimo inverno. L'unica strada per farlo è quella di affidarsi alle agenzie delle Nazioni Unite, con cui ci stiamo raccordando. Penso in particolare a UNHCR, a FAO e PAM, ad UNICEF e OMS. E proprio la permanenza delle Nazioni Unite nel Paese costituisce un'importante differenza rispetto agli anni '90 e un motivo di speranza per la situazione degli afghani. In questo quadro, come hanno giustamente sottolineato le OSC italiane che continueranno ad operare in Afghanistan, sarà anche possibile e necessario sostenere la loro attività. Non posso non richiamare come l'attenzione ai diritti delle donne, alla loro inclusione nei gangli della vita economico-sociale del Paese dovrà essere una priorità trasversale assoluta della nostra azione, il modo concreto di tener fede al nostro impegno degli ultimi due decenni. Abstract fonte com

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