Nel corso dell'ultimo quinquennio, e nonostante negli ultimi 2 anni l'attività dei dipartimenti di prevenzione sia stata catalizzata dalla gestione della pandemia – ha continuato Coletto - è proseguita la sorveglianza medica ed epidemiologica sui lavoratori ex esposti ad amianto attraverso la realizzazione di n. 223 interventi e in data 20 gennaio 2020, nell'ambito di un'ampia attività di prevenzione dai rischi da amianto e come previsto anche dalla normativa vigente, il Dipartimento di prevenzione della Usl Umbria 1 ha istituito il servizio per il controllo sanitario dei lavoratori ex esposti. Relativamente all'istituzione del Fondo regionale in favore delle vittime dell'amianto, anche in questo caso annunciato e mai istituito nel corso delle passate legislature, è intenzione della Direzione regionale Salute e Welfare dare corso alle procedure per la presentazione di un apposito disegno di legge contenente, tra le altre cose, l'istituzione del Fondo regionale e la relativa quantificazione economica, l'apertura di un apposito capitolo di bilancio, le modalità di allocazione delle risorse economiche nel Fondo, i soggetti destinati ad incrementare il Fondo, la identificazione degli aventi diritto, l'entità dei singoli contributi, le modalità di erogazione ai beneficiari, il sistema di controllo e vigilanza. Infine, da colloqui tenuti con il Responsabile del Servizio Igiene e Sanità pubblica e con il Direttore del Dipartimento di Prevenzione si è appreso che, pur in assenza di qualunque evidenza di rischio per la salute umana connesso alla presenza di fibre di amianto nell'acqua potabile distribuita dagli acquedotti comunali, l'Azienda sanitaria Locale Umbria 2 è intenzionata ad avviare, per il proprio territorio di competenza, una indagine analoga, per metodologia e numerosità dei campioni, a quella realizzata dal Laboratorio di Igiene Industriale della Usl Umbria 1 sulla rete idrica di competenza del soggetto gestore "Umbra Acque". Fonte com abstract