l concept. "La mia idea nasce dallo stupore dalla meraviglia assortimento aver conosciuto approfondito la manifestazione di Perugia 1416 – ha spiegato Agnese Pierotti, emozionata nel ritrovarsi protagonista con la sua opera nel rappresentare questa 'particolare' edizione - Si tratta di un evento storico, caratteristico, unico e originale, che fa sentire viva la città di Perugia e i suoi abitanti, ogni anno. Nel 2020, purtroppo, non è stato così, la manifestazione non si è potuta svolgere, e anche quest'anno non potrà tenersi come da tradizione, a causa del periodo di pandemia che stiamo ancora vivendo. L'unica cosa che però resta è la speranza delle persone di poter tornare nuovamente a vedere i Rioni sfidarsi, il corteo, le sfide e i vincitori del Palio. 'La speranza è sempre l'ultima a morire', ed è ciò che ci dà forza per andare avanti, credere in un futuro migliore e vivere in maniera più consapevole! Questo è ciò che ho voluto illustrare nella la mia proposta: il sogno dei perugini, dei tanti rionali che desiderano poter vivere insieme questa meravigliosa esperienza". Poi, Agnese si è addentrata nella descrizione di come si è evoluto il progetto. "Ho immaginato delle porte aperte, spalancate, con riferimento al portone di Palazzo Dei Priori, ma che simboleggiano le porte delle case di ogni cittadino di Perugia – ha continuato la studentessa come si legge in una nota -. Al di fuori delle porte c'è il loro sogno, ovvero quello di far tornare viva la città, e rivedere i 5 Rioni gareggiare per il Palio. I Rioni sono rappresentati dai loro stendardi, con i rispettivi loghi e colori, appesi su dei fili immaginari, nella semplicità, come fossero dei panni stesi della gente, che invece di vedere i propri vestiti, sogna la festa di Perugia 1416. È una visione che guarda al futuro, pieno di speranza. Le persone, che ora stanno dentro le case, guardando fuori con fiducia, con tanta voglia di ripartire, di gareggiare. E ora vedono gli stendardi dei loro Rioni che insieme fluttuano nell'aria, come mossi da un vento, il vento della speranza che rimane sempre nei cuori degli abitanti di Perugia. Sono partita fin da subito con questa idea, perché dopo aver scoperto la bellezza di tale manifestazione, mi sono immedesimata nei panni dei perugini e ho sentito tanta tristezza. Ho cercato, però, di trasformare questa tristezza in speranza e ho ideato la mia visione di festa, una visione allegra e spensierata, in cui nessun rione prevale, nessuno vince, ma tutti si mostrano insieme nel cielo. Senza odio, senza rancore, paura, né sconforto, ma con tanta fiducia, in un'attesa impaziente di tornare a vivere". Fonte com MM