City Information Service | Direttore responsabile Piero Pianigiani

Domenica 04 Ottobre 2020 15:15

Enciclica "Fratelli Tutti": necessario amore fraterno; il Buon Samaritano un modello

(CIS) – Roma SCV – ott. - Percorrendo l'Enciclica, ci si sente chiamati alle nostre responsabilità, individuali e collettive, di fronte a nuove tendenze ed esigenze che si affacciano sulla scena internazionale. Proclamarci fratelli e fare dell'amicizia sociale il nostro abito, probabilmente non basta. Come pure definire le relazioni internazionali in termini di pace o sicurezza, di sviluppo o di generico richiamo al rispetto dei diritti fondamentali non è più sufficiente, pur avendo rappresentato negli ultimi decenni la ragion d'essere dell'azione diplomatica, del ruolo degli organismi multilaterali, dell'azione profetica di tante figure, dell'insegnamento di filosofie, e caratterizzato anche la dimensione religiosa. Il ruolo effettivo della fraternità, permettetemi, è dirompente poiché si lega a concetti nuovi che sostituiscono la pace con gli operatori di pace, lo sviluppo con i cooperanti, il rispetto dei diritti con l'attenzione alle esigenze di ogni prossimo, sia esso persona, popolo o comunità. Ce lo dice molto chiaramente la radice teologica dell'Enciclica che ruota intorno alla categoria dell'amore fraterno che, al di là di ogni appartenenza, anche identitaria, è capace di realizzarsi in concreto in «colui che si è fatto prossimo» (FT, 81). L'immagine del Buon Samaritano è lì come monito e modello. Ai responsabili delle Nazioni, ai diplomatici, a quanti operano per la pace e lo sviluppo la fraternità propone di trasformare la vita internazionale da semplice co-esistenza, quasi necessaria, a dimensione basata su quel comune senso di "umanità" che già oggi ispira e sorregge tante regole e strutture internazionali, favorendo così un'effettiva convivenza. È l'immagine di una realtà in cui le istanze di popoli e persone diventano prevalenti, con un apparato istituzionale capace di garantire non interessi particolari, ma quell'auspicato bene comune mondiale (cf. FT, 257). La fraternità ha, dunque come protagonista la famiglia umana che nelle sue relazioni e nelle sue differenze viaggia verso la piena unità, ma con una visione lontana dall'universalismo o da un'astratta condivisione, come da certe degenerazioni della globalizzazione (cf. FT, 100). Attraverso la cultura della fraternità Papa Francesco chiama ognuno ad amare l'altro popolo, l'altra nazione come la propria. E così a costruire rapporti, regole e istituzioni, abbandonando il miraggio della forza, degli isolamenti, delle visioni chiuse, delle azioni egoistiche e di parte poiché «la mera somma degli interessi individuali non è in grado di generare un mondo migliore per tutta l'umanità» (FT, 105). Fonte com SCV - abstract 


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