(CIS) – Roma, giu. - Significativa decisione della Corte Costituzionale: i giudici hanno dato un anno di tempo al Parlamento per intervenire sulla pena detentiva prevista per il reato di diffamazione a mezzo stampa. Il messaggio è chiaro: ''Parlamentari o decidete voi in chiave moderna, oppure interverremo noi d'autorità!''. ''La considero una vittoria!'': è il proclama del presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti, Carlo Verna, esternato subito dopo la pronuncia della Consulta, investita dai tribunali di Salerno e Bari, per valutare la costituzionalità delle norme che consentono di infliggere il carcere ai giornalisti ritenuti colpevoli di diffamazione. Lo scrive in una nota Gianfranco Ricci consigliere nazionale dell'Ordine. L'Ordine dei giornalisti, rappresentato dall'avvocato Vitiello, aveva ottenuto eccezionalmente l'ok per costituirsi in giudizio di fronte alla Corte. Ai giudici l'Ordine, per dirla in sintesi, ha detto: ''La pena detentiva è assolutamente incompatibile con i principi della libertà di informazione . Una valutazione più volte ribadita anche dalla Corte europea dei diritti dell'uomo''. L'abolizione di questa intollerabile sanzione (che senza dubbio intimidisce il diritto della libera stampa) è tema incandescente da parecchi anni. L'Ordine lo ha reso sempre più martellante. E si era schierata pure la F.N.S.I.. Ed è vero che, in materia, sono pendenti vari progetti di legge. Tutti col freno innestato. Ora il solenne avviso della Corte ha l'aria di una sorta di diktat. segue
Entro il giugno 2021 Camera e Senato dovranno provvedere. Anche per allinearsi ai moniti europei. Ancora il presidente dell'Ordine: ''E ora nessuno pensi che l'abolizione del carcere possa lasciare spazio a sanzioni pecuniarie esose, tali da condizionare il giornalista, proprio come accade oggi con lo spettro della detenzione''. E inoltre: ''Di fronte ad una così intollerabile e anacronistica sanzione come il carcere ai giornalisti avrebbe potuto intervenire, in sede costituzionale, anche una cancellazione secca della norma. Comunque il segnale della Corte è molto forte. Siamo soddisfatti della perentorietà con cui i Giudici delle leggi hanno investito il Parlamento. E questa deve essere pure l'occasione per una nuova legislazione che liberi il giornalismo dalle iniziative giudiziarie temerarie contro la libertà di stampa. Bisogna punire certe intimidazioni preventive tese a bloccare la libera espressione di chi seriamente opera nell'informazione''. fonte com