D - Ci sono state delle polemiche sul fatto che il Governo ha affidato il progetto a Pisa, lasciando fuori dal progetto l'Ao Carlo Poma di Mantova, tra i primi a lavorare alla sperimentazione. Vuole mandare un messaggio distensivo per una collaborazione fattiva e a favore della ricerca? - R "Abbiamo sempre dichiarato il nostro apprezzamento e la nostra stima per i colleghi lombardi di Pavia e di Mantova che hanno portato avanti questa sperimentazione, che pero' e' preliminare. 'Tsunami' e' un progetto diverso, proposto da noi e scelto da ministero della Salute, Iss e Aifa. Noi siamo capofila di uno studio che e' il nostro, a cui partecipano con pari dignita' anche Pavia e Mantova, e pure altri centri italiani. Questa mi pare una polemica del tutto inutile e gratuita. C'e' bisogno di armonia e dell'esperienza di tutti, e in particolare di coloro che hanno gia' acquisito sul campo una esperienza particolare". D - Dal plasma iperimmune si potrebbe arrivare, tramite il sostegno di Kedrion Biopharma, a una cura. Quindi questa farmaceutica diventa partner integrante del progetto? In questo caso che ne pensa di una operazione che sembrerebbe commerciale? R -"Bisogna distinguere – ha risposto Menichetti alla Dire - poiche' e' stata fatta artatamente confusione. Anche il servizio che la trasmissione tv 'Le iene' ha confezionato e' ignobile, perche' caratterizzato da informazioni sostanzialmente mendaci. Chi si intende di plasma sa che e' un prodotto che viene donato e poi trattato dall'industria che restituisce il prodotto farmaceutico finito. Questo fa la Kedrion, ma lo fanno tante altre industrie farmaceutiche in Italia. Infatti queste preparano l'albumina, altri fattori della coagulazione, le immunoglobuline e tutto questo lo fanno dietro un compenso. Cioe' offrono un servizio che viene acquistato perche' i servizi trasfusionali e le officine trasfusionali non sono in grado di trattare il plasma e trasformarlo in farmaco. Diverso e' il discorso del plasma iperimmune che viene donato ed esclusivamente lavorato dalle officine trasfusionali che lo inattivano, lo qualificano come plasma iperimmune, e poi lo consegnano ai clinici che lo dovranno infondere. Dunque non c'e' alcuna commistione con la Kedrion e nemmeno con altre aziende farmaceutiche sullo specifico progetto di donazione e utilizzo di plasma iperimmune. Come medico e ricercatore sicuramente auspico che le industrie farmaceutiche che si occupano di plasmaderivati si diano da fare e riescano a proporre sul mercato, in breve tempo, prodotti piu' avanzati del plasma iperimmune. Mi riferisco ad esempio alle gammaglobuline iperimmuni, che sarebbero molto piu' semplici da usare e alla portata di tutti". Fonte Intervista DIRE SEGUE ALTRA NOTIZIA