Sabato 25 Gennaio 2020 15:34

L'impegno del raccontare in modo ''sano''; confronto fra il cardinale Bassetti e i giornalisti

da marcello migliosi da marcello migliosi

(CIS) – Perugia gen – di Gianfranco Ricci -     Apprendere, verificare, ricordare, raccontare, comunicare, operare per il meglio delle persone e delle comunità. Inviti seri per chi vive narrando. E' un po' questa la sintesi del tema (tratto dal Libro dell'Esodo) con il quale il Cardinale Gualtiero Bassetti ha desiderato incontrare i giornalisti umbri per sottolineare, ancora una volta, la festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti e degli scrittori, (nel 1923, per volontà di Pio XI), Vescovo ginevrino vissuto fra il 1567 e il 1622, proclamato Dottore della Chiesa da un ex Vescovo perugino, Papa Leone XIII. Questo tema, così' stimolante per cronisti e narratori, è l'esternazione di un desiderio manifestato da Papa Francesco, in occasione della Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. ''Desidero – ha detto il Pontefice – dedicare il messaggio alla narrazione perché credo che, per non smarrirci, abbiamo bisogno di respirare la verità delle storie buone: storie che edifichino, non che distruggano; storie che aiutino a ritrovare le radici e la forza per andare avanti insieme''. Tanti colleghi stamattina hanno risposto all'invito dell'Arcivescovo che ha articolato le sue riflessioni anche in relazione alla domande che gli sono state rivolte dai giornalisti, evidentemente stimolati dal confronto diretto col il Presule che si è messo a disposizione – come ha sottolineato – ''con la semplicità del prete di campagna''. Ha preso atto, certo, delle difficoltà economiche e talora deontologiche che affliggono molti che fanno il mestiere del raccontare. Ma ha implicitamente sollecitato a ''non abbandonare mai i valori perché un'informazione sana è un grande servizio che si fa agli individui e alla società''. Bassetti ha fatto riferimento – scrive Ricci - alla pace ''incrinata in tante parti del mondo'', all'esigenza di ''colloqui nazionali e internazionali'', al cieco fanatismo di ''quelli che scrivono sui muri orribili frasi antisemite'', al ''dono della vita che va amata dall'inizio alla fine''.  segue

 

E una sottolineatura particolare l'ha riservata ai giovani: ''Hanno il diritto e il dovere di sognare. Non dobbiamo essere i controllori dei loro sogni. Semmai accompagniamoli'' . Il tramandare e raccontare in modo ''sano'' è un po' il concetto che ha armonizzato ogni intervento dell'uditorio perché ogni giornalista ''sano''porta nella mente e nel cuore la nobiltà dell'impegno che ha ritenuto di assumere quando ha cominciato a scrivere per raggiungere altri. Sa del rispetto che, anche per la legge che ha sottoscritto, deve alla dignità delle persone e anche ai colleghi. Lo sanno bene pure i più giovani che pure si trovano ad arrancare in un contesto editorial-mercantile marchiato da forti disagi. Disagi che non spengono la loro vocazione,volta a mediare professionalmente ciò che accade. Domande che si sono dilatate anche dopo la chiusura ufficiale del faccia a faccia. Il Cardinale Bassetti ha chiuso con ironia toscana: ''Non chiedetemi quanti quattrini ho in tasca perché ne ho pochi...''. Sorrisi e strette di mano. Di Gianfranco Ricci ai colleghi

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