"Le aziende coinvolte - spiega una nota - hanno la possibilità non solo di testare la nuova apparecchiatura, ma di beneficiare di una sperimentazione concretamente inserita all'interno di un effettivo programma assistenziale - ha sottolineato l'assessora alle Politiche comunitarie, Manuela Bora - È proprio questa la dinamica che il bando voleva sollecitare: permettere alle aziende di occupare nuove fette di mercato grazie alla collaborazione con i servizi delle strutture sanitarie, per sviluppare, testare e accelerare l'ingresso di nuovi dispositivi medici sul mercato. Attraverso soluzioni innovative è possibile migliorare la spesa pubblica, legandola alla qualità delle prestazioni sociosanitarie. Tutto questo a vantaggio della competitività delle nostre aziende e dell'appropriatezza assistenziale erogata ai cittadini dalla Regione". È un percorso "bello", quello avviato dalla Regione Marche, secondo il direttore generale Asur, Nadia Storti: "La sanità cresce puntando su modelli e tecnologie avanzate. È anche un volano economico, quando si instaura una sinergia tra gli operatori coinvolti nei temi della salute. La sperimentazione avviata permette di individuare terapie personalizzate, favorendo la domiciliarità delle cure attraverso una sicurezza clinica comunque garantita". Il nuovo dispositivo valuta la disfunzione endoteliale che rappresenta il primo segno di rischio cardiovascolare. L'endotelio (insieme di cellule che funge da barriera tra sangue e tessuti) può essere compromesso dalle cure sostenute per altre malattie, come nel caso degli effetti collaterali indotti dalle nuove terapie molecolari anti tumorali. Secondo dati aggiornati disponibili (rapporto Favo 2015), in Italia ci sono oltre 674 mila malati oncologici, di cui più di 17 mila nelle Marche (9 mila i marchigiani in chemioterapia day hospital, rispetto ai 217 mila a livello nazionale). Le imprese coinvolte nel progetto IOT puntano alla nascita di un distretto industriale medicale endoteliale, che ha una potenzialità di mercato stimata in 30 milioni di euro. Le ricadute, per il territorio marchigiano, prevedono una riduzione dei ricoveri ripetuti, degli esami medici ridondanti, appropriatezza prescrittiva, crescita delle prestazioni domiciliari, riduzione dei costi di ospedalizzazione, maggiore comfort e benessere del paziente, mobilità dei pazienti in cura verso il servizio sanitario marchigiani (attualmente a saldo negativo). fonte com