City Information Service | Direttore responsabile Piero Pianigiani

Giovedì 28 Novembre 2019 16:05

Ceriscioli a presentazione in C.R. del 'Rapporto annuale sul fenomeno della violenza contro le donne'. Parla anche del Decreto Sisma

(CIS) – Ancona. Nov. - "Sono numeri impressionanti che confermano una vera emergenza nazionale quelli che riguardano la violenza contro le donne, dati arginabili solo con il forte impegno attivo e propositivo di chi riconosce il problema e lavora per la sua soluzione come quello che sta svolgendo quest'aula consiliare insieme all'assessora Manuela Bora e alla Giunta così da permettere un'inversione culturale": sono le parole del presidente della Giunta regionale delle Marche Luca Ceriscioli, intervenuto oggi al termine della presentazione in Consiglio regionale del 'Rapporto annuale sul fenomeno della violenza contro le donne'. Un'emergenza nazionale, come è stata definita dal presidente Mattarella, confermata da numeri e statistiche Istat. "Dati sconcertanti – ha aggiunto Ceriscioli - che impongono di svolgere un ampio e importante lavoro quotidiano, su ogni fronte, anche con le nuove generazioni, su aspetti valoriali e con progettualità per abbattere i pregiudizi, come la goccia che scava la roccia in maniera costante e determinata per cambiare lo stato di cose". In Aula l'assessora alle Pari opportunità, Manuela Bora, ha delineato il quadro complessivo della situazione che vede 534 donne nel 2018 che si sono rivolte ai Cav rispetto alla 409 del 2017: "Non si tratta di un aumento dei casi – ha detto Bora - ma di una maggiore emersione del fenomeno ancora sommerso e di una più adeguata capacità della Regione di intercettare e offrire risposte appropriate alle donne vittime di violenza". "Decreto sisma, così non va!". E' tornato a ribadirlo il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli che, a margine dei lavori dell'Assemblea legislativa, non esclude "una manifestazione di protesta istituzionale, se il decreto uscirà vuoto dalle aule parlamentari. segue

"Dopo tre anni dal sisma e due dalla ricostruzione, non dare risposte significa condannare questi territori a una lentissima agonia. Cosa per noi inaccettabile. Chiediamo ai nostri parlamentari di essere in prima fila, ora che stanno votando gli emendamenti. Più che i banchi parlamentari, non deve essere il decreto vuoto dei contenuti essenziali per la nostra popolazione, per la nostra regione, per il nostro futuro. Senza nuove regole, continuando con le vecchie e datate disposizioni normative, non si andrà avanti, con il rischio di accumulare un ritardo enorme e scoraggiare i cittadini a ritornare nelle aree interne". Il presidente ha ricordato quelle che sono disposizioni "minime, ma utili ad accelerare la ricostruzione", chieste dalle Regioni. Secondo Ceriscioli "e' necessario togliere il gravame di responsabilità che preoccupa il professionista, eliminando passaggi amministrativi preliminari all'inizio dei lavori. Questo darebbe già una spinta enorme alla ricostruzione privata. Sul fronte della ricostruzione pubblica, invece, occorre applicare i limiti europei, cioè quello che nelle gare già si applica in Europa. Ad esempio, sulla procedura negoziata, che è la più semplice, l'Europa ci dice che la possiamo utilizzare fino a 5 milioni di euro, in Italia si può utilizzare fino a 250 mila. Nella ricostruzione, che prevede addirittura passaggi in più all'Anac (Autorità nazionale anticorruzione), accogliere questo emendamento significa rendere molto più rapide le gare per i tanti progetti che stanno arrivando". Sul personale, il presidente delle Marche ha detto che " va stabilizzato. Non si può andare avanti con incertezza fino all'ultimo giorno o proroghe di anno in anno.


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