City Information Service | Direttore responsabile Piero Pianigiani

Lunedì 11 Novembre 2019 15:46

Giornalisti: cresce numero vittime, cosi' di quelli costretti a vivere sotto scorta

(CIS) – Roma, nov. – Lo scritto del sottosegretario Martella, reso pubblico dal collega Gianfranco Ricci evidenzia che ''secondo i dati diffusi dall'osservatorio congiunto dell'Ordine dei Giornalisti e del FNSI , tra il 2006 e il 2018 sono stati oltre 3.700 i giornalisti vittime di gravi episodi in Italia. Ed è cresciuto anche il numero dei giornalisti costretti a vivere sotto la protezione dello Stato (oggi ben 22). Si tratta di professionisti – scrive Martella - colpiti per il solo fatto di fare il loro mestiere, per il loro sforzo di illuminare periferie e territori in cui prospera la criminalità organizzata. Con la loro testimonianza hanno la speranza di un futuro migliore per intere comunità. Sono numeri allarmanti e in costante crescita, che segnalano tuttavia anche un problema più profondo. Un'altra minaccia deriva dall'utilizzo intimidatorio delle querele per diffamazione. Oggi moltissimi professionisti sono intimiditi attraverso l'arma della "querela bavaglio" e della richiesta di esosi risarcimenti in sede civile. La risposta non può essere quella della repressione penale. Serve semmai un sistema di sanzioni civili più congruo e adeguato ai nuovi mezzi di informazione, accompagnato da un rafforzamento del codice deontologico e da una maggiore responsabilizzazione di tutti i soggetti coinvolti nella produzione di contenuti giornalistici, dal direttore all'editore. E' responsabilità del legislatore e del pubblico decisore quella di trovare il punto di equilibrio tra diritto di cronaca e tutela della dignità delle persone''. Infine la difesa del lavoro giornlaistico e dell'istituto. segue

 

''La difesa del lavoro giornalistico passa anche attraverso la sua effettiva tutela previdenziale e, in particolare, attraverso la garanzia della sostenibilità delle prestazioni. In questo senso, valuto positivamente le misure recentemente introdotte dal legislatore per favorire il riequilibrio finanziario dell'Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti (INPGI) e garantirne la sostenibilità economico-finanziaria nel medio e lungo periodo, anche attraverso l'ampliamento della platea contributiva (art. 16-quinquies del D.L. n. 34 del 2019). Sono consapevole della rilevanza che l'autonomia e la solidità finanziaria dell'Istituto rivestono ai fini dell'indipendenza della professione giornalistica''. ''Puntiamo ad un patto culturale con il Paese aperto a tutti i soggetti della filiera editoriale e – non da ultimo – alle scuole e alle università. Chiedo uno sforzo di collaborazione che deve avere come obiettivo ultimo quello di salvaguardare il bene pubblico dell'informazione e del pluralismo che sono imprescindibili per il buon funzionamento della nostra democrazia''. Sembra, dunque, prospettarsi – sottolinea Ricci - il margine per un confronto aperto e teso alla garanzia delle esigenze collettive: lo Stato, il giornalismo e gli operatori dell'Editoria. abstract fonte com


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