Sabato 05 Ottobre 2019 17:21

Il cardinale Bassetti nel 10° anniversario del suo ingresso in diocesi: "chiamato a svolgere il mio ministero in una Chiesa viva, aperta alla missione"

concerto in occasione festeggiamenti card. Bassetti concerto in occasione festeggiamenti card. Bassetti

(CIS) – Perugia ott. – "Oggi, decimo anniversario del mio ingresso nell'Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve. Quali pensieri, quali sentimenti, quali emozioni attraversano in questo momento il mio cuore ed il mio spirito?». Con questa domanda il cardinale Gualtiero Bassetti ha introdotto la sua riflessione sul 10° anniversario del suo ingresso in diocesi, avvenuto il 4 ottobre del 2009, festa di san Francesco d'Assisi. Quest'anno ricorre anche il 25° di ordinazione episcopale del cardinale Bassetti e per queste due significative ricorrenze si è tenuto, la sera del 4 ottobre, in una gremita cattedrale di Perugia, un concerto di musiche sacre aperto con alcune meditazioni sulla carità cristiana del vescovo "santo" mons. Tonino Bello, lette dall'attore Michele Nani. Il concerto ha visto esibirsi gli archi di UmbriaEnsemble, i fiati romani "Fideles et Amati" e il Coro della Diocesi di Roma, tutti diretti da mons. Marco Frisina, noto teologo e compositore, rettore della basilica romana di Santa Cecilia in Trastevere. Parole di gratitudine al Signore per i suoi anni di episcopato perugino-pievese, per il suo giubileo episcopale e, soprattutto, per i suoi 53 anni di sacerdozio, sono state espresse dal cardinale Bassetti nel suo saluto al termine del concerto, definito dallo stesso presule un evento culturale che ha «comunicato tanta energia, tanta spiritualità e tanta arte. Noi abbiamo bisogno di questa cultura, come degli alimenti di cui ci nutriamo per andare avanti nella vita». Bassetti, con voce commossa, ha ricordato il "perché" della scelta dell'ingresso in diocesi il 4 ottobre: «Scelsi quel giorno – ha detto – perché Francesco è una creatura stupenda che è vissuto cantando, talvolta disteso, talvolta fra le lacrime, talvolta con tanta compassione, fino all'ultimo respiro. Cantava per lodare il Signore e tutte le creature. Francesco aveva capito una cosa fondamentale: il Crocifisso di San Damiano e il lebbroso erano la stessa cosa». segue

 

Il cardinale, prima di concludere, recitando alcuni versi dell'XI Canto del Paradiso di Dante dedicati al Poverello d'Assisi e alla Terra umbra, ha ripercorso le tappe del suo arrivo a Perugia dieci anni fa. Dall'abbazia di Monterona al cuore di Perugia. "La prima realtà ecclesiale presso cui feci sosta, venendo da Sansepolcro, fu l'abbazia di Montecorona. Ebbi l'impressione che il mio passaggio, dalla Toscana all'Umbria, stesse avvenendo in modo graduale, senza rescindere improvvisamente il legame con la mia terra di provenienza: mi si riproponeva, in qualche modo, la realtà di Camaldoli, uno dei fulcri spirituali della Diocesi di Arezzo. Questa sosta fu come una carezza del Signore, come volesse dirmi che il mio ministero precedente avrebbe avuto una continuità. La bellezza del luogo, l'accoglienza della gente, soprattutto dei bambini, attutirono le sofferenze di un passaggio che a 67 anni di età sentivo molto impegnativo». abstract fonte com

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