Presente anche una delegazione della Polonia, Paese dove quest'anno (28 febbraio – 4 marzo) la terra di S. Benedetto, ossia le comunità di Norcia, Subiaco e Cassino, hanno portato la "Fiaccola benedettina pro pace et Europa una". Nell'omelia di mons. Boccardo, tra l'altro si puntualizza che il "Il mondo, ha bisogno dell'Europa, del suo umanesimo, della sua forza ragionevole, della sua capacità di mediazione e di dialogo, della sua tradizionale accoglienza, delle sue risorse – ha detto - della sua intraprendenza economica, della sua cultura; ha bisogno di quell'ordine spirituale ed etico che costituisce la ricchezza più autentica del nostro vecchio continente». Nelle parole del Presule non poteva mancare un riferimento alla situazione locale dopo le ferite del terremoto. «Con il tempo, la pazienza, l'impegno e l'onestà – ha detto il Presidente della Conferenza episcopale umbra - tutto ciò che è crollato può ritornare a vivere. E dal genio di Benedetto dobbiamo imparare sempre di nuovo a "edificare", cioè a costruire essendo coscienti che ogni azione, per essere tale, deve avere in sé l'idea di un bene comune verso cui tendere. È lo stile e il contenuto della "ricostruzione" alla quale tutti aneliamo. Perché queste vallate, questa gente vuole vivere! Non vuole essere accompagnata dolcemente alla morte, che si manifesta nello spopolamento delle frazioni, nella precarietà del lavoro, nell'incertezza della ripresa del turismo; chiede di essere messa in grado di ritrovare una vita dignitosa e sicura, facendo ritorno alle proprie case, ritrovando i monumenti della cultura e della fede, recuperando quel patrimonio di relazioni che rende la vita buona e feconda. Lo chiediamo ai vari Presidenti del Consiglio, Ministri e Sottosegretari, Parlamentari italiani ed europei, che in questi quasi tre anni non hanno mancato di farsi vedere a Norcia, con tante assicurazioni e promesse......" fonte com abstract