Sono emerse prese d'atto che accomunano ogni riflessione. Oggi, molto più di ieri, è diventato difficile garantire un buon giornalismo: cioè rispettoso della verità, delle persone, della lealtà, della buona fede, del pluralistico spazio che, anche costituzionalmente, compete ad ogni voce. Dilagano disvalori che, anche per il diluvio di una Rete talora assai sfrenata,sembrano premiare, sul fronte della dirompente comunicazione, i meno nobili umori di chiunque, senza un minimo di preparazione o di responsabilità, si senta spinto dalla voglia di dire, magari in maniera farneticante. La presa d'atto – sia detto senza esitazione – non criminalizza affatto la Rete in sé che, anzi, per le energie che esprime , e per le pregevoli intenzioni, è senza dubbio uno straordinario strumento di libertà. LA BUONA INFORMAZIONE E LA COMUNICAZIONE BACATA. Purtroppo, nelle realtà quotidiane, si snocciolano anche conseguenze negative che, agli occhi del mondo, mischiano informazione seria (viva Iddio ce n'è tanta) e comunicazione bacata, rancorosa o addirittura strumentale, pilotata da quelli che hanno interesse a confondere le analisi della pubblica opinione. E' proprio un momentaccio! Tutto vero. Eppure - ritiene Padre Occhetta - un buon giornalismo è possibile se al senso della moralità personale si uniscono - nelle varie modalità dell'informazione – il bisogno di una coerente deontologia e la più meditata attenzione per il destinatario finale, il cittadino utente per il cui irrinunciabile diritto noi svolgiamo ogni giorno il nostro lavoro. Questa – è evidente scrive Ricci in una nota – è una riflessione che riguarda noi iscritti all'Ordine, ma, sul fronte della pulizia interiore, anche i molti che si affannano a comunicare pigiando sui tasti della Rete telematica. Poi – è chiaro- la considerazione ora accennata, deve calarsi nel cuore di multiformi, sconvolgenti realtà che – come dice Padre Occhetta – ci fanno inquadrare il mestiere alle prese con una faticosa ''salita''. Vanno male, molte male, le vicende economiche, vacillano quelle del confronto con la politica (non solo in Italia, naturalmente), ansimano quelle della civile convivenza e addirittura sovrastano quelle determinate dalla torrentizia diffusione di notizie che, via Web, macinano il vero e il falso con tanta determinazione che – secondo Padre Occhetta – più dell'80% dei cittadini utenti non sarebbe in grado di selezionare il buono e il cattivo. Di certo, sul piano pratico, quando l'economia non supporta il nostro lavoro – e spesso addirittura lo avvilisce – può diventare perfino retorica l'invocazione di un'autonoma libertà personale laddove i pochi euro per il lavoro che facciamo con entusiasmo possono diventare elementi di ricatto, sfruttato da chi pretende doveri, ma non riconosce diritti. Occhetta, in un libro, ha ricordato una riflessione del Cardinale Carlo Maria Martini (ex Arcivescovo di Milano): ''Non ci è chiesto di essere eroi, ma uomini sì''. Nei fatti, come si sa, ci sono giornalisti che, pur di comportarsi secondo il dettato della loro coscienza umana e professionale, affrontano il rischio delle minacce, delle querele presentate a scopo di intimidazione, dell'esistenza sotto scorta perché è in gioco perfino la loro vita. Un futuro più positivo dipende – lo si capisce – anche dalle migliori intenzioni di ognuno di noi, dalla politica (saprà dimostrare che la libertà di stampa è democraticamente irrinunciabile?), da un'illuminata partecipazione del variegatissimo mondo editoriale e dalla complessiva capacità di transitare dalla stampa cartacea a quella che sempre più si sta dirigendo verso i cellulari, i computer,i tablet. La prorompente realtà non va solo criticata. Bisogna trovare la forza di confrontarsi, sfidandola senza timori. Col desiderio di servirsene e non con l'animo degli asserviti. Molti sono chiamati a fare la loro parte. L'Ordine nazionale dei giornalisti (che pure, com'è emerso a Montemorcino, è oggetto di qualche giovanile doglianza) ha colto, per quel che gli compete, alcune urgenze, varando un'ipotesi di riforma della professione che ha affidato al Governo e al Parlamento. La parola chiave del documento approvato è PREPARAZIONE, al massimo grado. Fondamentale conquista se all'utente si desidera garantire QUALITA'. Comunque come, con nobile visione, rileva Padre Occhetta, giornalismo e democrazia sono, ovunque, legate da un sinergico rapporto: se prevale un giornalismo mediocre, soffre non poco l'assetto democratico. E se, al contrario , emerge una presunta democrazia (zoppa e arrogante), la ricaduta sul giornalismo sarà rovinosa." Gianfranco Ricci