"Il ponte di Pesciano a Todi – ha proseguito la presidente - incuriosisce e affascina non solo per il suo valore storico, ma anche perché testimone della maestria degli antichi costruttori di ponti. Esso, infatti, si è perfettamente conservato nel tempo e sarebbe un errore imperdonabile quello di lasciarlo abbandonato, in attesa che la vegetazione o l'impetuosità del torrente Arnata lo distruggessero. Tanto più che, grazie alla preziosa collaborazione del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell'Università degli Studi di Perugia, coordinato da Massimiliano Gioffrè, abbiamo potuto utilizzare le moderne tecniche di recupero edilizio, tanto efficaci quanto poco invasive. Ed in questo abbiamo anche coinvolto gli studenti del Corso di Laurea in Ingegneria edile-Architettura dell'Ateneo perugino che proprio quest'anno compie 10 anni. Una sorta di laboratorio "a cielo aperto" insomma – ha concluso la presidente Marini - che permetterà di acquisire informazioni utili per approfondire la conoscenza del Ponte e fornire una base dati per la comunità scientifica internazionale". I lavori di restauro sono stati curati dall'Agenzia forestale regionale, mentre il Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell'Università degli Studi di Perugia, coordinato da Massimiliano Gioffrè, gratuitamente, ha messo a disposizione dei progettisti e della direzione dei lavori tutte le proprie esperienze per verificare le varie ipotesi progettuali. Di particolare interesse i risultati di una campagna di prove sperimentali che hanno permesso di stimare alcune delle caratteristiche dinamiche del ponte e di mettere a confronto tecniche di misura tradizionali ed innovative mediante accelerometri, vibrometro laser ed interferometro radar, con l'utilizzo di DRONI sistemi APR per individuarne limiti e punti di forza e per identificare delle linee guida che possano essere utilizzate efficacemente in futuro per la salvaguardia ed il recupero del ricco patrimonio storico ed architettonico del nostro paese. Fonte com