City Information Service | Direttore responsabile Piero Pianigiani

Venerdì 21 Settembre 2018 12:27

Contrasto alla poverta' in Umbria: presentato 3° rapporto. l'Umbria soffre molto

(CIS) – Perugia set. - La povertà assoluta è in crescita in Italia e nel 2017 riguarda 5 milioni 58 mila persone, corrispondenti a 1 milione 778 mila famiglie, punto di arrivo di una espansione pressoché ininterrotta negli anni precedenti. Per collocare l'Umbria nel contesto nazionale si fa riferimento agli ultimi dati sulla povertà "relativa", che nel 2017 interessa in Italia il 12,3% delle famiglie residenti (per un totale di 3 milioni 171 mila) e 9 milioni 368 mila individui. In Umbria, tale dato sale al 12,6% (di contro al 7,9% medio del Centro Italia), che risulta il valore più elevato delle Regioni del Centro-Nord. Si compone di due parti per complessive 56 pagine con 31 tabelle e grafici il Terzo Rapporto sulla povertà nell'Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve dal titolo: "Contrasto alla povertà. L'impegno della Caritas". Curato dall'Osservatorio sulle povertà e l'inclusione sociale della Caritas diocesana, è stato presentato a Perugia oggi da mons. Saulo Scarabattoli, vicario episcopale della Prima Zona pastorale, dal diacono Giancarlo Pecetti, direttore della Caritas diocesana, e dall'economista Pierluigi Maria Grasselli, direttore dell'Osservatorio. La prima parte è dedicata a "La povertà incontrata nel Centro di ascolto diocesano"; mentre la seconda tratta "Un orizzonte più ampio" con una "Prima analisi dei dati di una molteplicità di Centri di ascolto parrocchiali", comprendente delle storie di vita di persone che si sono recate in Caritas per ricevere aiuto.  segue

 

Il Rapporto - spiega una nota - riguarda i dati 2017 del Centro ascolto diocesano (Cdad), offrendo un'analisi delle "caratteristiche personali e familiari" delle persone che si sono rivolte al Cdad: cittadinanza, classi di età, stato civile, nucleo di convivenza, tipo di abitazione, livello di istruzione e condizione occupazionale. Il Rapporto si sofferma sulla "domanda" dovuta a "una molteplicità di bisogni" e sulla relativa "risposta-azione della Caritas". Dallo studio emerge l'"importanza economica e sociale del contrasto alla disuguaglianza e alla povertà" e l'"inefficacia delle politiche assistenziali in Italia e l'istituzione del REI". Riguardo al Reddito di Inclusione (REI), nel Rapporto, attraverso le "indicazioni sulla prima attuazione del REI", vengono evidenziate le "condizioni per un suo potenziamento", oltre a suggerire quale "impegno del Governo locale e di Caritas contro disuguaglianza e povertà"Al Centro di ascolto diocesano di Perugia – si legge nella nota a cura di Riccardo Liguori - il numero delle persone incontrate nel 2017 segna una diminuzione (-4,1%) rispetto al 2016, passando da 1.061 a 1.018. Tra il 2014 e il 2017 si registra un aumento marcato della quota degli stranieri, con il peso degli italiani che nel 2017 si attesta al 25,9% (dato nettamente inferiore al 42,8%, stimato da Caritas per l'Italia nel 2016). Al riguardo, si tenga conto dell'intenso afflusso di migranti in Umbria e in particolare a Perugia (con una percentuale di stranieri su residenti rispettivamente di 10,9% ed 11,2% contro l'8,3% nazionale). Rispetto al genere, gli utenti italiani si dividono per circa la metà tra maschi e femmine, mentre tra gli utenti stranieri prevalgono le femmine (61,5%). Distinguendo per classi di età, l'incidenza maggiore, anche nel 2017, riguarda le classi 35-44 (34%) e 45-54 (25%). Segue la classe 55-64. Pressoché un quarto degli utenti del Centro di ascolto è costituito da giovani, appartenenti alla classe 19-24, e soprattutto alla classe 25-34. Se si distingue in base alla cittadinanza, gli italiani mostrano una chiara prevalenza nelle classi da 45 e oltre, mentre gli stranieri nella 25-34, e soprattutto nella 35-44. Ciò esprime la diversità nella situazione anagrafica degli utenti Caritas tra stranieri e italiani, questi ultimi caratterizzati da un'età più elevata. Si evidenzia altresì la maggior consistenza delle età più produttive tra gli stranieri, che suggerisce così la distribuzione, tra i due gruppi, dei bisogni fondamentali di lavoro e di assistenza. Notiamo anche l'appartenenza alla classe 18-34 di oltre il 10% degli italiani (e del 30,7% degli stranieri). Questo aspetto è molto rilevante perché, a differenza del passato, oggi i giovani sono le persone più penalizzate. abstract fonte com R.L.


camera
Social Forum

Facebook_suiciditwitter_iconyoutube6349214

Questo sito utilizza i cookies per migliore la tua esperienza di navigazione. I Cookies utilizzati sono limitati alle operazioni essenziali del sito. To find out more about the cookies we use and how to delete them, see our privacy policy.

I accept cookies from this site.

EU Cookie Directive Module Information