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Sabato 16 Giugno 2018 15:57

GDF Roma scopre reperti archeologici in una villa di Labico: due denunciati

(CIS) - Roma, giu. - I Finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno individuato, all'interno di una villa di Labico, 121 reperti archeologici di rilevante interesse artistico e storico, risalenti alle epoche comprese tra il I ed il V secolo d.C. nonché tra il VIII ed il IX secolo d.C., di cui non era stato denunciato il possesso alla Sovrintendenza dei Beni Culturali competente per territorio. Due persone, moglie e marito, sono state denunciate. Impegnati nella perquisizione domiciliare di una villa nell'ambito di un'indagine per bancarotta fraudolenta, alle Fiamme Gialle della Compagnia di Colleferro non è sfuggito un vero e proprio museo, ad ornamento sia del giardino che degli ambienti interni dell'abitazione, costituito - tra gli altri - da tronchi e porzioni di colonne, anfore da trasporto, un'iscrizione in lingua greca, pezzi di ceramica comune romana, valve di ostriche e denti.Stando ad un esame sommario del direttore del Museo Archeologico Comunale di Colleferro, i reperti scoperti sarebbero di notevole importanza scientifica e culturale e proverrebbero da unico luogo, molto probabilmente una "domus" romana risalente al I ed il IV - V sec. d.C. Questo quanto in una nota della GDF.segue

Inoltre, la presenza di due piccoli pilastri decorati a rilievo, di epoca altomedievale (VIII -IX sec. d.C.) induce a ritenere l'edificazione, nello stesso sito, di una chiesa, verosimilmente uno dei tanti "oratoria" presenti nel Basso Lazio.Gli oggetti potrebbero essere stati acquistati sul mercato clandestino proprio con i proventi derivanti dalla distrazione di beni ai danni dei creditori dell'impresa, di proprietà della coppia. I reperti sono stati sequestrati e affidati in custodia al Museo Archeologico Comunale di Colleferro, in attesa delle operazioni di classificazione e delle determinazioni inerenti al restauro e all'assegnazione definitiva per l'esposizione al pubblico. I due coniugi sono stati pertanto denunciati, in stato di libertà, alla Procura della Repubblica di Velletri per i reati previsti dalla normativa a tutela del patrimonio archeologico. fonte com


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