Secondo la presidente Marini, dunque - come sottoline auna nota - "la forza che può avere l'attività di 'audit', ed il suo valore aggiunto, sta appunto nella sua capacità anche di liberare la parte dell'amministrazione che si occupa più propriamente di programmazione da incombenze burocratiche", mentre è fondamentale "la specifica missione cui deve rispondere, e cioè il controllo e la verifica dell'attività da parte delle autorità di gestione nei diversi settori che, nella caso di una Regione sono soprattutto quelli dei fondi strutturali e della sanità, che occupano la maggior parte del bilancio regionale". Ed è stata proprio l'esperienza della Regione Umbria nell'attività della sua "autorità di audit" dei programmi finanziati dai fondi europei, rappresentata dal dirigente regionale Mauro Magrini Alunno, uno dei casi oggetto di confronto nel corso del seminario. Una esperienza che lo stesso Ragioniere generale Franco ha definito "tra quelle che in Italia hanno registrato i migliori standard". Per ciò che riguarda la Regione Umbria l'attività svolta dall'Autorità di audit per la programmazione 2007-13 ha registrato una sostanziale correttezza dei sistemi di gestione e controllo posti in essere dalle tre Autorità di gestione dei relativi fondi europei e questo è reso evidente dal tasso di errore residuo per il FESR che è pari a 0,28% e per l'FSE è pari a 0,52%, rispetto al totale della spesa dei PO, valori che sono ampiamente sotto la soglia di affidabilità stabilita dalla Commissione Europea del 2%. In termini quantitativi l'attività di audit nella programmazione 2007/2013, per i due Programmi Operativi FESR e FSE, è consistita in ben 591 controlli sulle operazioni e in 62 audit di sistema. fonte com FA