All'esito delle attività, venivano eseguite - continua la nota - 5 verifiche fiscali e un controllo fiscale nei confronti di 1 società di fatto e 5 ditte individuali, che permettevano di segnalare, in relazione alle annualità comprese tra il 2013 ed il 2017, alla competente Direzione Provinciale delle Entrate violazioni per oltre 16 milioni di euro in materia di imposte dirette e IRAP e per oltre 1.400.000 ai fini dell'IVA. Venivano deferiti alla locale Procura della Repubblica - e' detto nella nota - complessivamente 20 responsabili per complessivi 28 reati tributari. Nello specifico venivano denunciati: 8 soggetti per omesse dichiarazioni, 10 per dichiarazioni fraudolente mediante uso di fatture per operazioni inesistenti e n. 10 responsabili per emissione di fatture per operazioni inesistenti. L'operazione rappresenta la naturale conclusione delle attività di polizia giudiziaria poste in essere dalle Fiamme Gialle ternane, a partire dal mese di gennaio 2017, e che nel successivo mese di novembre 2017 avevano permesso di eseguire, nei confronti degli stessi soggetti di etnia cinese, un sequestro preventivo di beni finalizzato alla confisca "per equivalente" per un importo di oltre 2.100.000 euro, disposto dal competente GIP su richiesta del Procuratore Capo della Repubblica, dott. Alberto Liguori, e del Sostituto Procuratore, dott.ssa Camilla Coraggio, che avevano coordinato le indagini. Nell'ottica di assicurare il reale recupero dell'imposta evasa ai fini I.V.A. e II.DD., il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Terni e la Sezione di polizia giudiziaria - aliquota G. di F. - hanno sottoposto a sequestro numerosi conti correnti bancari, tre autovetture di lusso, oltre 90 sofisticati macchinari per la produzione di articoli di abbigliamento, due appartamenti ed un immobile adibito a magazzino/laboratorio siti nella zona industriale di Terni. E' opportuno segnalare come le conseguenze del fenomeno rilevato non si limitino alla sola evasione fiscale, ma creino notevoli effetti distorsivi alla libera concorrenza e al corretto funzionamento del libero mercato. Le aziende oggetto dell'indagine, infatti, grazie al meccanismo fraudolento posto in essere, erano in grado di offrire prodotti ad un prezzo inferiore rispetto a quello praticato dalle aziende che operano nel rispetto della legalità e della normativa vigente. fonte com abstract