"Gli adulti, compresi i discepoli, sono fuggiti dinanzi a Gesù condannato e crocifisso: forse si sono vergognati di Lui. L'apostolo Pietro si è pentito e ha pianto amaramente». Il cardinale ha poi esortato i numerosi fedeli che gremivano la cattedrale dicendo loro: «Fratelli, in questa Settimana di Passione, diventiamo anche noi degli uomini e delle donne come Pietro. Piangiamo come i bambini chiedendo perdono dei nostri peccati, perché con i nostri peccati abbiamo portato Gesù alla Croce. Dinanzi al dramma di tanti poveri cristi, esuli, perseguitati, profughi non restiamo indifferenti. Pochi giorni fa ho incontrato in Libano famiglie irachene e siriane con i loro bambini con gli occhi incavati di tristezza come le persone di ottant'anni. Dice un poeta: "il dolore di un bambino innocente è capace di offuscare il chiarore delle stelle. Quante vittime innocenti! Accanto alla Via Crucis di Gesù sta la via crucis di tanti nostri fratelli. Rimaniamo sempre con la mente e con il cuore accanto al Crocifisso e ai crocifissi. Forse, se ci pensiamo bene, anche noi, come gli apostoli, abbiamo fatto troppe fughe nella nostra vita». Il cardinale, avviandosi alla conclusione, ha rivolto un invito: «durante questa Settimana di Passione prendiamo in mano il Vangelo e facciamo compagnia a Gesù. L'ulivo che abbiamo fra le mani è segno di pace. Il Signore vuole la pace, dona la pace. Portiamo questo ulivo nelle nostre case, ci ricorderà sempre quanto Gesù ci ha amati e anche quanto gli siamo costati e ricordiamoci bene che l'amore vince sempre ogni male. Percorriamo anche noi la via della Passione per potere risorgere con Gesù». Fonte com R.L.