Questa luce, che ha l'obiettivo di ricordare all'Europa le proprie radici cristiane, gira le capitali europee dal 1964, anno della proclamazione da parte di Paolo VI di S. Benedetto a patrono del Vecchio Continente. Quest'anno è stata a Berlino, in Germania, ed è rientrata a Norcia la sera del 20 marzo: le tre comunità della Terra Sancti Benedicti (Norcia, Subiaco e Cassino) hanno ricordato con quanti si sono relazionate in terra tedesca che S. Benedetto è, come lo definì Paolo VI nella Pacis nuntius, messaggero di pace, realizzatore di unione, maestro di civiltà e, soprattutto, araldo della religione di Cristo e fondatore della vita monastica in Occidente. L'omelia e' stata pronunciata dall'arcivescovo di Spoleto-Norcia. Nelle parole del Presidente della Conferenza episcopale umbra non poteva mancare un cenno al terremoto che ha distrutto la Valnerina nel 2016: "Il sisma non solo ha provocato gravi danni al patrimonio artistico e ambientale, ma ha creato anche una cesura tra il passato e il futuro. Si sono persi i punti di riferimento, non si riconoscono più i luoghi familiari dove si è vissuti: è qualcosa che dagli occhi passa al cuore e si trasmette al cervello; è come l'Alzheimer di una comunità. Perché il terremoto - attraverso le ferite prodotte al paesaggio, agli edifici pubblici e privati, alle opere d'arte - ha ferito il cuore e la mente delle persone, ha reciso di colpo le radici: quello che si credeva solido è crollato, quello che credevamo nostro non esiste più. Si sopravvive, certo, ma si tratta di una sopravvivenza segnata da una amara sterilità e continuamente minacciata e ferita dal peso invincibile delle burocrazie e - Dio non voglia - da grossi giochi di potere e di interesse realizzati sulle spalle della gente". abstract fonte com F.C.