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Mercoledì 21 Marzo 2018 14:50

Celebrata a Norcia Festa San Benedetto; fiaccola arriva dopo benedizione Papa

(CIS) – Norcia, mar. – La citta' di Norcia tutta, si è stretta intorno al proprio patrono S. Benedetto. L'arcivescovo Renato Boccardo, presidente della CEU, ha presieduto il solenne pontificale in onore del Santo patrono d'Europa, preceduto dal tradizionale corteo storico (le rappresentanze delle sei guaite, gli attuali rioni della città, che offrono un cero in onore del Santo: Porta Meggiana, Porta Massari, Porta Orientale, Porta Palatina, Porta Valledonna e Porta Narenula), cui quest'anno si è aggiunta una rappresentanza del corteo storico "Perugia 1416". Per il secondo anno la liturgia si è svolta in Piazza S. Benedetto dinanzi alla facciata della Basilica crollata a seguito del terremoto del 30 ottobre 2016. Molti i fedeli presenti, diversi i sacerdoti diocesani e religiosi giunti nel centro di Norcia, su tutti i monaci benedettini, numerose le autorità civili e militari - e' detto in unanota -  ad iniziare dal Prefetto di Perugia Raffaele Cannizzaro, dal Questore di Perugia Giuseppe Bisogno, dal presidente della Giunta regionale dell'Umbria Catiuscia Marini, dal sindaco di Norcia Nicola Alemanno. Ieri sera 20 marzo, è arrivata a Norcia la "Fiaccola benedettina pro pace et Europa una" accesa il 24 febbraio, benedetta da papa Francesco il 7 marzo. segue

 

Questa luce, che ha l'obiettivo di ricordare all'Europa le proprie radici cristiane, gira le capitali europee dal 1964, anno della proclamazione da parte di Paolo VI di S. Benedetto a patrono del Vecchio Continente. Quest'anno è stata a Berlino, in Germania, ed è rientrata a Norcia la sera del 20 marzo: le tre comunità della Terra Sancti Benedicti (Norcia, Subiaco e Cassino) hanno ricordato con quanti si sono relazionate in terra tedesca che S. Benedetto è, come lo definì Paolo VI nella Pacis nuntius, messaggero di pace, realizzatore di unione, maestro di civiltà e, soprattutto, araldo della religione di Cristo e fondatore della vita monastica in Occidente. L'omelia e' stata pronunciata dall'arcivescovo di Spoleto-Norcia. Nelle parole del Presidente della Conferenza episcopale umbra non poteva mancare un cenno al terremoto che ha distrutto la Valnerina nel 2016: "Il sisma non solo ha provocato gravi danni al patrimonio artistico e ambientale, ma ha creato anche una cesura tra il passato e il futuro. Si sono persi i punti di riferimento, non si riconoscono più i luoghi familiari dove si è vissuti: è qualcosa che dagli occhi passa al cuore e si trasmette al cervello; è come l'Alzheimer di una comunità. Perché il terremoto - attraverso le ferite prodotte al paesaggio, agli edifici pubblici e privati, alle opere d'arte - ha ferito il cuore e la mente delle persone, ha reciso di colpo le radici: quello che si credeva solido è crollato, quello che credevamo nostro non esiste più. Si sopravvive, certo, ma si tratta di una sopravvivenza segnata da una amara sterilità e continuamente minacciata e ferita dal peso invincibile delle burocrazie e - Dio non voglia - da grossi giochi di potere e di interesse realizzati sulle spalle della gente". abstract fonte com F.C.


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