Semmai si può dire che mettere in chiaro il costo del sacchetto serve anche a fermare i sacchetti illegali che costano ogni anno solo di evasione fiscale 30 milioni di euro e contribuirà a ridurre i costi di bonifica ambientale ed altri disastri che gli imballaggi di plastica fanno quotidianamente. Ricordiamoci ad esempio che in base alle attività di monitoraggio della campagna di Legambiente Clean up the Med, le buste di plastica rappresentano il 16% dei rifiuti scaricati in mare da otto paesi del Mediterraneo. Secondo altre stime, ci sarebbero 25 milioni di sacchetti ogni mille chilometri di costa. Quindi pagare una cifra, poco più che simbolica (5 €/anno?), per l'imballaggio e vederlo scritto nello scontrino in maniera esplicita serve esclusivamente a rendere consapevoli i cittadini che gli shopper che utilizziamo ogni giorno hanno un valore e che possiamo scegliere di utilizzarne meno assumendo comportamenti responsabili e virtuosi. Per questo dovrebbe essere data la possibilità di utilizzare scelte alternative che siano economicamente e ambientalmente più convenienti e sostenibili, come la retina di antichissima memoria, ma questo dipende dalla GDO visto che la norma non vieta esplicitamente l'utilizzo. La legge infatti a riguardo si esprime solo regolamentando le riutilizzabili per l'asporto delle merci, ma non dice nulla per l'imballo primario. abstract fonte com