(CIS) - _ Perugia ott. - La vertenza della Perugina è anche una vertenza simbolo che riafferma la necessità che le imprese diano sempre più concretamente valore alla ricchezza prodotta dalla finanza, ma soprattutto alla qualità del manufatto che ha dietro competenze professionali, posti di lavoro e persone che hanno bisogno della produzione reale e non degli algoritmi della finanza. E' stato questo un altro dei passaggi dell'intervento della Presidente Marini che alla manifestazione era assieme al sindaco di Perugia Andrea Romiz (cosi' i suoi predecessori Boccali e Locchi), la presidente dell'assemblea Umbra, Porzi, tanti sindaci del comprensorio, parlamentari e i rappresentanti dei vari gruppi politici in Consiglio regionale. "Come istituzioni – ha concluso la presidente Marini - dobbiamo essere vigili". Tante le bandiere, tanti i lavoratoti, anche Maurizio Landini, segretario Fiom, per il quale necessarissimo e' "far cambiare idea alla Nestle', con una unita' politica del mondo del lavoro, ma anche del Governo". Gli accordi – ha aggiunto – vanno rispettati, non si puo' giocare sulla pelle della gente. L'accordo parlava chiaro: "investimenti, evitare licenziamenti – ha detto il segretario della Fiom tra gli applausi – ma prima di tutto arrivare agli incontri con una vera politica industriale, in piano certo da parte Nestle', poiche' questa vertenza e' una vertenza che riguarda tutto il Paese.Ci aspettiamo che al prossimo incontro al ministero per lo sviluppo economico, del 9 novembre, Nestlè venga non più con il piano sociale, ma con un nuovo piano industriale sul quale anche le istituzioni potranno dare un apporto in termini di investimenti e di strumenti per l'occupazione". fonte com