"Sei i casi accertati – ha spiegato il direttore sanitario Sandro Fratini – di cui due nelle ultime ore, e al momento, per esempio, al Pronto Soccorso i sanitari stanno valutando un'altra donna, che non è una operatrice sanitaria, con sospetto morbillo. Questi eventi dimostrano che c'è in generale una recrudescenza della malattia legata alla fase epidemica presente attualmente in Italia e più in generale alla riduzione della copertura vaccinale, che mette a rischio non soltanto chi contrae la malattia ma anche i soggetti più vulnerabili che non sono vaccinati o che non hanno sviluppato immunità totale a seguito della vaccinazione o che non sono vaccinabili per altre patologie. Appare pertanto indispensabile ricordare a tutti l'importanza della vaccinazione antimorbillo nei nuovi nati come indicato nel calendario vaccinale regionale". Il tasso di copertura vaccinale per il morbillo in Umbria è sceso al di sotto della soglia di sicurezza del 95%, che garantisce "l'immunità di gregge" raccomandata dall'OMS, passando dal 95.4% del 2010 al 89.9% del 2016. La media nazionale si attesta intorno all'85.3%, ma l'escalation che si sta verificando in Umbria non è meno preoccupante. La nostra regione, infatti, ha registrato un aumento costante dei casi di morbillo negli ultimi cinque anni: uno nel 2013, venticinque nel 2016 e già ventuno ad oggi. fonte com