Il fatto che si sia sentita male in Umbria non significa affatto che abbia contratto qui la malattia, visto che la meningite ha un'incubazione di almeno sette giorni e che la studentessa belga è arrivata ad Assisi nella serata del 5 aprile, senza alcun contatto diretto con la popolazione locale. Si tratta di un caso 'importato' – ha precisato l'assessore – rispetto al quale non c'è alcuna preoccupazione, considerando che l'intervento di profilassi è stato tempestivo e che il rischio contagio non è assolutamente scontato o automatico e potrebbe, in via del tutto eventuale ed ipotetica, riguardare soltanto le persone più vicine alla persona interessata, che infatti sono state tutte sottoposte alle terapie di profilassi previste in casi del genere". Barberini ha anche contattato telefonicamente il sindaco di Assisi, Stefania Proietti, per "aggiornarla e rassicurarla circa lo sviluppo della vicenda", evidenziando che "non c'è alcun allarme meningite, né alcun pericolo per la salute pubblica". L'assessore ha ricordato infine - e' detto nella nota - che "nel 2017, in Umbria, non c'è stato nessun caso di meningite da meningococco C, ma soltanto un episodio isolato da pneumococco di tipo B" e che "nella nostra regione le coperture vaccinali infantili per meningococco C sono molto superiori alla media nazionale". fonte com