Lunedì 30 Gennaio 2017 17:34

Mattarella a Camerino: Saluto ai Sindaci, vostro lavoro deciso per Paese

(CIS) - Camerino gen. - Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha inaugurato l'Anno accademico dell'Universita' di Camerino, il 681/esimo dalla Fondazione, ha voluto stringere la mani ai tanti studenti che lo applaudivano, facendo loro sentire che lo Stato e' presente in questi territori durante colpiti dal sisma e in difficolta' per la ripresa. Prima della cerimonia ha incontrato i sindaci dei comuni colpiti delle Marche. "Ringrazio il Rettore per l'ospitalità che ci accorda qui nella sede dell'ateneo. Rivolgo un saluto molto più che cordiale e spero, anzi conto, di salutarvi singolarmente adesso. So bene, ed emerge dalle parole del Presidente della Regione e del vicepresidente dell'Anci, qual è la condizione che i sindaci affrontano: dei 55 comuni della provincia, se non sbaglio, 44 sono stati colpiti dal terremoto. Ciascuno di voi sindaci svolge, in condizioni normali - ha sottolineato Mattarella -  un compito delicato di frontiera, di raccordo tra le comunità di base più importanti del nostro Paese: quelle comunali e quelle istituzioni nel loro complesso. Il lavoro dei sindaci è sempre decisivo per la buona salute della nostra democrazia e del nostro Paese. Ma in questo periodo il vostro lavoro si è moltiplicato, sempre più difficile, e con sfide inconsuete, inedite, impreviste, di grande portata. segue

 

Mi rendo conto di quel che vuol dire il contatto con le vostre comunità, il far fronte alle esigenze con tre serie di forti scosse che si sono ripetute a distanza di due mesi o poco più l'una dall'altra; mi rendo conto della difficoltà, nel vostro compito, di far fronte non soltanto all'emergenza del momento, ma di cosa vuol dire ogni volta interrompere l'azione di sistemazione e di inizio di ricostruzione, o per lo meno di programmazione della ricostruzione, di tutela delle attività economiche, per ritornare di nuovo all'emergenza immediata dei soccorsi; mi rendo conto di che cosa vuol dire ogni volta dover rifare la verifica della condizione di tutti gli edifici già ritenuti agibili; dover ricominciare, quindi, in larga misura, la progettazione del futuro per la ricostruzione. Tutto questo naturalmente complica una condizione di lavoro a voi richiesto e già difficile in partenza dopo il primo terremoto. Questo comporta un altro risvolto, anch'esso in larga misura sulle vostre spalle: una condizione così mette a dura prova la resistenza psicologica dei vostri concittadini e voi siete chiamati, pur essendo partecipi della loro sofferenza, del loro disagio, delle loro difficoltà, a dare una risposta, a dar loro una prospettiva, a darla non verbalmente o in maniera illusoria ma in concreto. In questo avete diritto a tutto l'aiuto possibile, a tutto l'aiuto delle altre istituzioni, aiuto che si cerca di garantire in pieno. Vi sono stati in questi mesi esempi straordinari di generosità, ma anche impegni organici, sistematici della Protezione civile, della Regione, del Commissario straordinario. Ogni volta è richiesto di più. E l'impegno che voglio esprimere davanti a voi è che questo di più troverà una soddisfazione, si farà fronte a quelle esigenze sempre maggiori. So che vi sono anche problemi finanziari. I comuni, nelle condizioni di contabilità in cui si trovano, non possono affrontare emergenze così straordinarie, e neppure è possibile affrontarle da parte delle altre istituzioni. So che la Regione in questi giorni ha avuto una forte anticipazione di somme per quanto riguarda le spese straordinarie. Il governo ha intenzione - per quel che so - di varare un provvedimento ulteriore che riguardi procedure e risorse. Quel che vorrei dirvi è che il vostro compito, lungi dall'essere ignorato, è tenuto in grande considerazione e trova tutto l'appoggio politico e istituzionale, ma anche umano e psicologico. Mi rendo conto di cosa vuol dire il contatto con la vostra gente di fronte ad allarmi alle volte lanciati per l'eventualità che possano verificarsi, di fronte alla ripetizione di emergenze. Il vostro compito è davvero difficile, questo non viene ignorato. Avete tutto l'appoggio, anche quando avete, legittimamente e comprensibilmente, la sollecitazione non soltanto a evidenziare con forza le esigenze, le carenze e le cose che non vanno, ma anche quando protestate, perché anche questo può essere utile. Nel lavoro così complesso, così impegnativo che si sta compiendo in un'area così grande del nostro Paese, che abbraccia territori di quattro regioni, occorre la collaborazione, l'impegno di ciascuno nella propria parte, nel proprio compito. Talvolta leggo sui giornali di rimpalli di responsabilità - ed è sempre utile quando vi sono confronti sulle responsabilità cui far fronte - ma io so che tra i sindaci alberga la ragione, il criterio che ciascuno, confrontandosi con gli altri, verifica anzitutto quello che in proprio si può fare. E quando i sindaci avvertono questa esigenza, hanno diritto al sostegno intenso, pieno, completo da parte delle altre istituzioni. Non voglio aggiungere altro. È solo un incontro che ho richiesto per un saluto, perché venendo qui, per l'Anno accademico dell'ateneo, non soltanto desideravo - come abitualmente - incontrare i sindaci del territorio, ma anche, in questa condizione particolare, far presente la vicinanza per i vostri compiti e le vostre difficoltà. Io non ho, come è noto, poteri di governo diretti, ma ho un compito di esortazione di cui uso gli strumenti e le possibilità che questo offre. Ma so che vi è grande sensibilità e vorrei ringraziare il Commissario Errani, la Protezione civile, la Regione, la Provincia e tutto quel coro di Istituzioni il cui contributo è indispensabile, sapendo che va sempre migliorato, che occorre trovare sempre di più il modo ottimale di svolgere ciascuno la propria parte. In questo - vi assicuro - vi sarà attenzione, e io personalmente vi sono vicino intensamente. Grazie per quanto fatto e auguri. - discorso del Presidente -  Integrale fonte com

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