L’atto votato dal Consiglio parte dalla consapevolezza del valore dell’operato del giudice antimafia Di Matteo, sotto scorta dal 1995, un personaggio che non si stanca di rivolgere, pubblicamente ed in diversi consessi, il proprio monito alla politica ed ai cittadini, soprattutto alle giovani generazioni, di continuare a parlare del fenomeno, perché “i mafiosi gli affari li fanno meglio quando intorno a loro c’è silenzio – ha spesso rilevato - Paolo Borsellino prima di morire disse ‘Parlate’”. E proprio ripercorrendo ed interiorizzando lo spirito di un recente intervento del magistrato a Livorno, durante la cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria, il Consiglio comunale corcianese ha accolto, all'unanimità, l’Odg di Checcobelli. Particolarmente intensa, infatti, la riflessione del magistrato nel passaggio dove aveva detto “ecco perché è bene tenere a mente che la mafia non è meno forte perché uccide di meno, ma si è infiltrata in luoghi apparentemente immuni tra colletti bianchi e soprattutto lontano dalla Sicilia”. Ed ancora “non delegare alla magistratura di recidere il potere della mafia. Uno stato che si può definire tale non può avere paura di affrontare il problema”. Tutti i gruppi politici hanno così manifestato la volontà , attraverso il conferimento della cittadinanza onoraria, di volere, sia come singoli che come istituzione, tenere alta l'attenzione sulla difesa della legalità e mandare un messaggio di vicinanza all'operato dei magistrati antimafia su tutto il territorio nazionale, ivi compresa l'Umbria, la quale, parimenti al resto del Paese, non è estranea al fenomeno mafioso. “Presto verrà organizzata la cerimonia ufficiale di conferimento della cittadinanza onoraria al giudice – conclude Checcobelli - con la predisposizione di uno striscione, attinente alla lotta alla mafia, che in nome del giudice verrà apposto sulla casa comunale e portato in rappresentanza del comune nelle cerimonie ufficiali”.