Domenica 06 Novembre 2016 20:02

Terremoto: Messa a San Feliciano; Card. Bassetti e Mons. Boccardo

(CIS) - San Feliciano (Magione) nov.- "Sapete meglio di me quello che è successo a Norcia sette giorni fa. La paura che abbiamo avuto per le vostre vite prima ancora che per le case e le chiese. Tra quelle macerie è rimasta intatta la statua di San Benedetto, il terremoto non ha danneggiato nessuna lastra di marmo del suo piedistallo. Questo è un segno di speranza e un punto di riferimento con cui il Santo patrono d'Europa ci dice "Io presso Dio ci sono per voi come ho fatto nella mia vita, così sono ancora disposto ad aiutare"". Lo ha detto il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia che a San Felicano dove sono assistiti cittadini di Norcia sfollati ( sono 900 quelli assititi nelle strutture del perugino) ha presenziato alla santa messa celebrata dal mons. Renato Boccardo aricivescovo di Spoleto e Norcia. Il porporato nell'annunciare che «don Stefano Orsini, il parroco di Magione, ha organizzato per questa sera (6 novembre, n.d.r.) una festa per i vostri ragazzi ha sottolineato che "i nostri Oratori sono aperti a tutti voi, come le Caritas parrocchiali e le Misericordie sono disponibili per qualunque tipo di aiuto e bisogno. Vogliamo veramente come fratelli e come cristiani aprirvi il cuore". Il cardinale Bassetti, all'inizio del suo intervento di saluto, ha avuto parole di viva gratitudine per il suo "fratello vescovo Renato". segue

 

"Sono rimasto edificato - ha sottolineato Bassetti - per quello che l'arcivescovo di Spoleto-Norcia sta facendo in questi giorni; sta spendendo le sue giornate e la sua vita unicamente per voi, dandoci un grande esempio anche a noi vescovi dell'Umbria». Mons. Boccardo ha voluto celebrare l'Eucaristia domenicale con il suo "gregge" che ha dovuto lasciare Norcia, portandogli, come lui stesso ha detto, «la vicinanza, l'affetto e la solidarietà di tutta la nostra comunità diocesana. Nel ritrovarci insieme per ascoltare la Parola del Signore, per condividere il pane dell'Eucaristia e per pregare, sentiamo e sperimentiamo in profondità che non siamo da soli, che il Signore si prende cura di ciascuno di noi, perché conosce le nostre storie, le nostre sofferenze, delusioni, fatiche, i nostri desideri e il nostro sforzo di bene. Sette giorni fa, domenica scorsa,  – ha ricordato nell'omelia l'arcivescovo Boccardo –, voi stavate tutti in piazza pensando alla casa, al futuro con trepidazione e con paura. Dopo una settimana ci ritroviamo qui e pensiamo a tutti coloro che non sono con noi questa mattina, ma che vivono la stessa condizione. Diviene spontaneo ringraziare il Signore per il suo grande prodigio, che non ci sia stata una sola vittima. Per questo noi vogliamo lodare il Signore in questa celebrazione affidando a Lui la nostra fragilità e tutte quelle domande che immediatamente non trovano risposte, come cosa succederà nei prossimi mesi e innanzitutto quando si fermerà questo terremoto." Mons. Boccardo ha invitato i presenti ad "essere buoni ingegneri per costruire un edificio che non tema terremoto, incendio e crisi economica; un edificio interiore che non si tocca con le mani - ha concluso - ma che se non c'e' ci rende estremamente poveri". Come a leggere in questo momento che stiamo vivendo anche "un'occasione per consolidare le nostre radici o le nostre fondamenta". abstract fonte com R.L.

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