Perché - si chiede Ambroglini - le altre città della regione, benché più piccole e sulla carta con meno risorse, sembrano più vive, dinamiche, tra centri per la cultura, associazionismo, attività private e altro ancora? Questa forma mentis e questo approccio minacciano anche le eccellenze che sono state costruite negli ultimi anni, a partire da Umbria Jazz. Perugia è terra di storie, esperienze e personaggi - ha aggiunto - che hanno consentito la nascita qui, e non da altre parte, di un tessuto culturale unico. Ma è la ricorrente questione degli spazi a colpire al cuore il suo lancio definitivo: l'ultima struttura costruita in modo specifico per gli spettacoli, e tra quelle ancora in uso, è il Teatro Morlacchi, che risale alla seconda metà del '700 e ha solo 800 posti. La scommessa sul futuro della vita culturale di Perugia si gioca qui, sulle strutture permanenti e sulla coesione delle forze della città intorno a questa questione. Il futuro della città è quindi legato alla possibilità di dotarla di strutture adeguate per le nuove sfide. Su questo fronte è necessario ripensare anche lo spazio dello StadioSanta Giuliana. Si può addirittura proporre di trasferire la pista di atletica a Pian di Massiano, ormai collegato bene al centro storico anche grazie al Minimetrò, per costruire finalmente un'arena estiva fissa, permettendo di utilizzare gli spazi pure ai vari soggetti che operano nella cultura durante tutta l'estate, così da garantire spettacoli di livello nazionale e internazionale. Un'arena da intitolare a Sergio Piazzoli, che per primo intuì le potenzialità di questo spazio per la musica, ospitando il concerto di Bob Dylan e lanciando la volata per l'arena di Umbria Jazz nella forma che tutti conosciamo. Altra tappa fondamentale è la riqualificazione del Frontone, i giardini storici della città che possono in alcune circostanze rappresentare una valida alternativa per ospitare spettacoli ed eventi, come hanno dimostrato in passato gli storici concerti che qui si sono svolti. Chiaramente, serve un adeguamento necessario per utilizzare oggi questo spazio rispettando le nuove normative. La storia anche recente di Perugia ha mostrato la capacità della città di dar vita ad appuntamenti di rilevanza nazionale e internazionale e di catalizzare le forze creative dell'Umbria, ma la città è ben lontana dall'essere un "modello", come l'ha definita Matteo Renzi. La risposta al presidente del Consiglio è che Perugia può diventare un modello solo se intraprende la strada che la sua storia culturale merita e che la prosperità futura richiede. fonte com V.Ambroglini