City Information Service | Direttore responsabile Piero Pianigiani

Martedì 27 Settembre 2016 11:43

Frode Carosello; GDF Ascoli denucia 87 persone, tanti i reati

(CIS) - Ascoli Piceno set.- Grazie al collaudato sistema della c.d. "frode carosello", che ha visto le società tutte "co-protagoniste", attraverso l'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, era stata tra l'altro fraudolentemente costituita una indebita provvista di crediti I.V.A. per 70 milioni di euro. La pericolosità del fenomeno - spiega una nota della GDF -, oltre all'immediato danno all'erario, riguarda anche la sleale concorrenza da parte delle imprese coinvolte nei confronti degli imprenditori onesti: praticare un prezzo più basso grazie alla frode consente infatti di attrarre maggiori clienti, come anche di ottenere risultati vantaggiosi a discapito delle imprese sane nell'aggiudicazione di appalti per forniture per la Pubblica Amministrazione. La Guardia di Finanza di Ascoli Piceno, attraverso le indagini di polizia giudiziaria coordinate dalla Procura della Repubblica di Ascoli Piceno, ha denunciato 87 persone per una serie di reati, tra cui l'introduzione nello stato e il commercio di prodotti falsi, vendita di prodotti industriali con segni mendaci e ricettazione.  segue

Una indagine partita dal territorio piceno, ma ben presto allargatasi in Italia. Dalle verifiche fiscali delle imprese si e' risaliti alle societa' che risultavano aver solo cartolarmente rifornito alle imprese ascolane cartucce e toner di una nota marca e, in seconda fase, alle societa' di tuttala filiera dedita alla commercializzazione, nll'intero territorio nazionale delle cartucce contraffatte e cosi' i toner.  La complessa ricostruzione degli scambi commerciali con le società cartiere dislocate a Roma e Milano ha riguardato numerosi Paesi quali Germania, Olanda, Romania, Estonia, Danimarca, Austria, Regno Unito, Ungheria, Cipro, Svizzera, Lussemburgo e Slovenia. I prodotti, giunti in Italia da tali Paesi, venivano poi spediti direttamente ai reali acquirenti nazionali, senza mai entrare nella effettiva e materiale disponibilità delle società cartiere. Queste ultime provvedevano solamente ad emettere le false fatture di vendita per "nazionalizzare" la merce, oggetto di importazione comunitaria, e creare il credito I.V.A. in capo agli effettivi acquirenti in base a simulate operazioni nazionali. Per rendere più difficoltosa l'individuazione delle partite irregolari, tra le ditte di copertura e quelle destinatarie erano state interposte altre imprese "filtro", aventi il solo compito di documentare le movimentazioni dei prodotti: registravano le fatture di comodo, emettendo poi analoghe fatture di vendita (anch'esse false) a beneficio degli effettivi utilizzatori. Con l'operazione "Fast print" si conclude una delle indagini più impegnative mai affrontate sino ad oggi dalla Guardia di Finanza di Ascoli Piceno. fonte com


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