(CIS) - Perugia ago. - Storie e volti incrociati tra le macerie di un sisma che ha scosso il Centro Italia a partire dalla notte del 24 agosto: paura, sconforto e sofferenza, ma anche speranza e coraggio nel credere che sia ancora possibile ripartire. Sono molteplici i sentimenti e le emozioni che restituisce questo terremoto che ha sconvolto tantissima gente anche in Umbria, dove nessuna persona ha pagato con la vita. Numerose famiglie in undici Comuni, in primis quello di Norcia, hanno perso gran parte di ciò che rappresentava per loro: casa e lavoro. Nel corso della visita della Delegazione regionale Caritas con i direttori e collaboratori delle Caritas diocesane dell'Umbria, avvenuta nella giornata del 26 agosto, l'emittente «Umbria Radio», presente con il suo inviato Paolo Tardio, ha raccolto, nel cuore di Norcia, alcune testimonianze. segue
Lo shock e la paura del signor Giuliano, abitante di San Pellegrino (la frazione più colpita di Norcia), che racconta come - e' detto in una nota - abbia istintivamente proteso le braccia verso la moglie nel letto per proteggerla dall'eventuale caduta dei calcinacci, ma con il timore di un futuro difficile da ipotizzare per il suo paesino. Il racconto della madre badessa Caterina del monastero delle Benedettine di Sant'Antonio in Norcia, uno dei pochissimi luoghi religiosi della città di san Benedetto ancora parzialmente agibili, che ricorda quegli attimi di paura ma con l'attenzione materna di chi ha avuto principalmente la preoccupazione di pensare agli altri, in primis gli ospiti del monastero e le consorelle. Le parole di speranza di mons. Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia e segretario della Ceu. abstract fonte com
