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Sabato 05 Settembre 2015 17:04

Universo biologico. "Torre colombaia" in onda a Linea Verde

(CIS) - Marsciano, sett - "Torre Colombaia" la prima azienda biologica certificata dell'Umbria, rappresenterà la regione il 6 settembre a Linea Verde. Il servizio, incentrato su girasole ed olio di girasole, è stato curato dall'inviato Patrizio Roversi, affascinato e brillante nello scoprire e descrivere una realtà di eccellenza, ad oggi conosciuta soprattutto in Italia ed all'estero. A fargli da cicerone, l'eclettico titolare Alfredo Fasola Bologna, ricercatore e docente universitario con una solida esperienza maturata negli Usa ed un passato prossimo da sindacalista, che ormai da 30 anni sta interpretando in chiave filosofico-ecologico-agricola una proprietà di famiglia.... segue

Da quella certificazione Aiab, ottenuta nel 1986, ne è passato di tempo ed oggi qualunque aggettivo risulta parziale a definire questo complesso monumentale e prezioso, allungato su 160 ettari di area SIC (Sito di Importanza Comunitaria), dei quali 100 costituiti da uno dei rarissimi esempi umbri di bosco planiziale ad alto fusto, tale da garantire quella purificazione di aria ed apporto idrico favorevole alle colture biologiche. Diffuse su oltre 30 ettari, si aggiungono all'Agriturismo vocato ad accogliere gruppi di studio, ricerca e sperimentazione dall'intera penisola ed un Ristorante per cene vegane (dal 1° settembre aperto anche domenica a pranzo - prenotazione 075 8787381). La produzione tipica è quella dei cereali. Nel granaio, quasi una cattedrale dall'atmosfera ovattata, enormi sacchi bianchi di tela custodiscono girasole, lino, grano saraceno, kamut, meglio detto Grano del Faraone, grano tenero. Prodotti trasformati nel molino a pietra in farine e spremuti a freddo per dare oli ricchi di Omega3 e Omega6, destinati alla medicina naturale, specie quella che segue il metodo Kousmine. A seguire e farsi carico di un'enorme mole di lavoro, una decina di addetti, ai quali si aggiungono lavoratori stagionali, oltre a volontari e stagisti da tutto il mondo, Canada Connecticut, Siberia come "una studentessa dell'Università di Tomsk dove è attiva una facoltà di Ecologia". La tradizione ed il ritmo lento della natura sposa anche la tecnologia e, installati con cura per evitare un impatto eccessivo, i pannelli solari garantiscono l'approvvigionamento energetico. "Copriamo anche metà del fabbisogno di San Biagio della Valle" dice Fasoli, che non incarna le sembianze dell'agricoltore-imprenditore, pur lungimirante ed ambizioso, ma è anche ricercatore e scrittore. La sua ultima fatica letteraria, dal titolo "Perché proprio (b)io?" rappresenta la summa di una vita ed un utile strumento rivolto a consumatori e colleghi per stimolare un dibattito. Quello a cui l'autore tiene, infatti, è il costante confronto. Da una parte gli interlocutori scientifici, quali il Parco Tecnologico Agroalimentare dell'Umbria – da cui è scaturita la coltivazione di varietà antiche di grano tenero (Biancola, Abbondanza, Gentilrosso) e le farine che arricchiscono la gamma delle proposte – e l'Università degli Studi (la facoltà di Agraria, a novembre, curerà la presentazione del libro, la cui prefazione è firmata da Carlo Petrini fondatore di Slow Food – ndr), dall'altra i clienti e gli agricoltori del biologico. "In Umbria sono più di mille le realtà del settore – dice – ed abbiamo il compito di stimolare dibattiti e riflessioni. Ad ottobre cureremo un Convegno dal titolo 'La crisi del clima, effetti nei cieli e sulle terre', in preparazione della COP21, la Conferenza di Parigi 2015 sul clima da cui ci si attende un documento unitario, 18 anni dopo Kyoto. Tra i relatori, anche Alberto Castagnola, economista esperto di problematiche internazionali e Vincenzo Vizioli, presidente nazionale Aiab". Tutto splendido? No, il mondo del biologico deve essere ancora 'compreso' in tutte le sue potenzialità ed accanto ad un sostegno concreto ed efficace al settore da parte delle istituzioni "capaci di concedere contributi accomunando mondo del biologico ed agricoltura tradizionale – conclude Fasola Bologna – l'imperativo è sopravvivere economicamente tra multinazionali che fanno biologico importato nascosto bellamente in etichetta".


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