Venerdì 15 Marzo 2013 18:41

Parlamento: Trattative in corso. Si rimanda a domani

ASCA) - Roma, 15 mar - Tutto rimandato a domani, com'era nelle previsioni. Oggi, tra migliaia di schede bianche e ripetute fumate nere, gli ultimi tentativi per sciogliere i nodi sulle presidenze di Camera e Senato. In Transatlantico, a Montecitorio come a Palazzo Madama, e' un continuo vociare di trattative, 'rumors' rilanciati da veri o presunti emissari. Insomma, le ipotesi si moltiplicano e nessuno e' ancora in grado di delineare un quadro realisticamente concreto.

Circola con insistenza anche un nuovo schema d'intesa tra Pd e Scelta civica. Ovvero, Camera a un montiano, Senato a un Democratico, per meglio dire a una Democratica, Anna Finocchiaro (nome gradito pure dalla Lega Nord, conseguente pero' ad un pidiellino successore di Gianfranco Fini). Prove tecniche di accordo che partirebbero da una premessa: Movimento 5 Stelle fuori dai giochi - per via della sua reiterata indisponibilita' a concordare soluzioni - e Pdl ufficialmente in posizione defilata e attendista: il segretario Angelino Alfano ha rimarcato anche oggi il disinteresse del partito verso gli scranni piu' alti dei due rami del Parlamento. Sembra dunque allo studio anche il ribaltamento dell'intesa che era trapelata negli ultimi giorni, ovvero via libera all'elezione di un senatore di Scelta Civica alla presidenza di Palazzo Madama, con il Pd alla guida di Montecitorio (vedi Dario Franceschini). Opzione che avrebbe visto la contrarieta' netta del Pdl, che seppur formalmente fuori dalle trattative avrebbe ribadito il proprio 'niet' nei confronti di Pier Ferdinando Casini o Mario Mauro, ex capo della delegazione del Pdl nel gruppo Ppe al Parlamento europeo. Insomma, si naviga a vista. E a metterci il carico e' pure Nichi Vendola, che auspica un centrosinistra compatto nel votare domani il grillino Fico alla Camera. Tra i cronisti e' gia' caccia al montiano potenzialmente adatto per presiedere l'Aula di Montecitorio (tra i nomi che circolano vi e' anche quello del costituzionalista Renato Balduzzi, ministro della Sanita' nel governo Monti, mentre l'ex presidente della Provincia di Trento, Lorenzo Dellai, e' in competizione con Andrea Romano per la guida del gruppo alla Camera), qualora l'intesa con il Pd vada davvero in porto. Pd che sacrificherebbe in questo caso Franceschini - che non avrebbe nascosto ai suoi il proprio disappunto - mettendo pero' la propria bandierina sulla seconda carica dello Stato. Sullo sfondo, per Palazzo Madama, resta l'ipotesi di Mario Monti, mai tramontata, su cui il Pdl non avrebbe preclusione assoluta, anche se ha gia' annunciato di votare domani i propri candidati, chiedendo con insistenza solo un nome 'di garanzia' alla presidenza della Repubblica come successore di Giorgio Napolitano. Spiega Andrea Olivero, coordinatore politico di Scelta Civica: ''Monti non sta cercando di diventare presidente del Senato ma sarebbe disponibile a questa ipotesi solo nel quadro di un governo di larghe intese. Nessun inciucio ma solo disponibilita' a collaborare con le altre forze politiche'', dunque coinvolgendo anche il Pdl. ''Questo - sottolinea - e' indispensabile per garantire al Paese governabilita'''. Siamo quindi ancora alle voci del Transatlantico. Come nel caso di una richiesta che sarebbe venuta dal partito di Pier Luigi Bersani: prima si elegga Finocchiaro al Senato (nell'Aula di Palazzo Madama i due gruppi non sono autosufficienti), poi sara' il turno di un montiano alla Camera. Si arriverebbe cosi' quantomeno a domani sera, oltre la quarta votazione per Montecitorio. Oggi solo gossip politico, domani chissa'.

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