Alla vigilia dell'incontro va giù dura la presidente Catiuscia Marini: «La vicenda della Thyssen-Outokumpu è un paradosso europeo». Intervenendo all'assemblea annuale di Confindustria Perugia, Marini ha sottolineato come il sito di Terni sia una «risorsa di tutto il paese: un sito integrato dove sono stati fatti grandissimi investimenti anche in termini di sicurezza. Non accettiamo – ha detto la presidente umbra – che venga presentato un piano che distrugga il sito in quattro parti con i finlandesi che si tengono la parte più' appetibile e i tedeschi sottovento per salvare due siti che erano destinati alla chiusura. Il governo – ha concluso Marini – deve chiedere a Outokumpu che ritiri il piano». La presidente e gli industriali umbri hanno parlato del problema anche con il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, presente all'assemblea, che si è detto «disponibile» ad affiancare il governo italiano in «iniziative in ambito europeo». «Ero in Finlandia recentemente – ha aggiunto – e i finlandesi (ho incontrato anche il primo ministro) mi sembravano molto convinti di andare avanti poi non so cosa sia successo». Squinzi ha rimarcato che «Confindustria sarà a fianco del governo italiano, disponibile a sollevare problema in ambito europeo. Non importa la nazionalità dei capitali, ma le idee che funzionano», ha concluso. «Alla vigilia dell'incontro tra il ministro Passera e l'Amministratore delegato della finlandese Outokumpu non possiamo che chiedere con fermezza una diversa proposta per lo stabilimento dell'AST di Terni. Stiamo parlando di un sito di grande qualità, strategico per l'Italia in un settore fondamentale come la siderurgia. Di fronte all'ipotesi di una vendita per singoli pezzi, il governo italiano deve mettere in campo un'azione molto determinata in sede europea e nei confronti del gruppo finlandese". Lo afferma il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, che aggiunge: «A Bruxelles va verificato sino in fondo se la fusione di Outokumpu configuri davvero una posizione dominante lesiva della concorrenza e, in ogni caso, va rigettata l'ipotesi di smembramento del sito perché questo rappresenterebbe il depauperamento di una realtà di eccellenza per l'Italia e impedirebbe a qualsiasi possibile acquirente di essere competitivo sul mercato europeo e mondiale».
Domenica la presidente della Regione Catiuscia Marini, insieme al sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo e al presidente della Provincia Feliciano Polli, in una lettera congiunta è tornata a chiedere al governo di convincere Outokumpu a ritirare una proposta che si ritiene inaccettabile. Proposta secondo la quale la multinazionale dell'acciaio, per ottenere il sì dell'Antitrust dell'Unione europea, è pronta a spacchettare la Tk-Ast non mettendo in vendita il Tubificio, tra i pezzi più pregiati del complesso industriale, e a smontare la linea a freddo per portarla in uno degli stabilimenti di Outokumpu.
Per quanto riguarda invece l'altra grande crisi industriale della regione, ovvero quella della ex Antonio Merloni, è stata spostata di due giorni la firma del nuovo Accordo di programma. Rinvio dovuto, come informa la Regione Marche in una nota, a causa della convocazione del Consiglio dei ministri fissato per martedì. La sottoscrizione del documento con il ministro Passera quindi avverrà giovedì presso la sede del Ministero dello Sviluppo Economico.