"Una riduzione questa - aggiunge l'assessore - che ha toccato le famiglie più giovani e quelle originarie di paesi non appartenenti all'Unione Europea". Per Vinti "accanto all'aumento del tasso di disoccupazione e al calo del potere di acquisto dei redditi, si è aggiunto anche un approccio più cauto da parte degli intermediari nella selezione dei destinatari dei mutui. Le banche invece di contribuire a sostenere le famiglie che si trovano in difficoltà, stringono i cordoni della borsa, una politica che va a detrimento, soprattutto per i più giovani, del diritto alla casa e del ciclo dell'edilizia". Mentre nel quadriennio 2008 – 2011 il numero dei mutui stipulati da chi ha meno di 35 anni è diminuito di oltre il 30% rispetto al precedente, l'età media dei mutuatari aumenta da 37,8 a 38,8 anni. Chi ha risentito meno di questo andamento sono proprio i mutuatari con redditi elevati ed i mutui al di sopra dei 150mila euro. "In definitiva – dice l'assessore - anche Bankitalia certifica che sta accadendo esattamente il contrario di quello che occorrerebbe fare. Da una lato il governo nazionale continua con una serie di misure recessive e deflative che si accompagnano al pareggio di bilancio in costituzione e al famigerato fiscal compact, dall'altro il sistema bancario, invece di svolgere una funzione pubblica di sostegno e di rilancio dell'economia, lucra sulla crisi economica a danno dei lavoratori e delle famiglie che ne stanno pagando i costi più alti". Per Vinti "il problema è che, continuando su questa strada, invece che uscire dalla crisi economica non faremo che aggravarne gli effetti con conseguenze drammatiche per l'intero stato sociale e la tenuta democratica del nostro Paese".