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Giovedì 06 Ottobre 2011 09:24

UMBRIA/ECONOMIA: MARINI, INVESTIRE SOPRATTUTTO SU DONNE

(ASCA) - Terni, 5 ott - ''Le economie oggi piu' dinamiche, quelle in grado di crescere e uscire dalla profonda crisi, sono innanzitutto quelle che investono di piu' su giovani e donne. In Umbria, dove proprio da questi due segmenti del mondo del lavoro e' stato maggiormente pagato lo scotto della crisi economica, intendiamo investire soprattutto su giovani e donne''. Cosi' la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, nell'intervento conclusivo del seminario ''Lavoro e lavori: le donne nell'economia dell'Umbria'', promosso dalla Regione Umbria, in collaborazione con l'Agenzia Umbria

Ricerche e il contributo del Comitato Scientifico per le politiche di genere e svoltosi a Terni. In Umbria, e' emerso, i dati sul mercato del lavoro indicano che anche nei primi mesi del 2011 si registra una flessione dell'occupazione e che quella femminile non recupera. Nel 2011, il tasso di occupazione femminile e' continuato a diminuire e si attesta sotto il 53%. Le donne umbre - e' stato sottolineato - sono state le prime ad essere colpite dalla crisi e sono le ultime ad uscirne. Cio' evidenzia un modello e un tessuto economico in cui non sono ritenute centrali. Nel primo trimestre del 2011, l'Umbria risulta essere l'unica regione del Centro Nord ad registrare un dato negativo del dieci per cento nel flusso delle assunzioni femminili. ''Dobbiamo imprimere una svolta anche nelle politiche economiche della Regione e puntare maggiormente sul lavoro femminile - ha sottolineato uno dei relatori, Romano Benini, esperto di politiche del lavoro - soprattutto perche' ogni indicatore economico rileva che e' l'occupazione femminile ad offrire maggiore qualita' allo sviluppo. E cio' e' vero soprattutto in Umbria, dove dall'imprenditorialita' femminile arriva un segnale importante: il numero delle imprese femminili e' significativo e mostra un'interessante propensione delle donne all'imprenditorialita'''. ''La centralita' del lavoro delle donne - ha proseguito - costituisce da tempo la misura della sostenibilita' dell'economia, il criterio per verificare la sua qualita'''. ''Collegare le risorse e gli incentivi, come intende fare la Regione Umbria a questa visione del lavoro femminile - ha detto la presidente - riveste particolare importanza. Le istituzioni devono riconoscere il lavoro e l'impresa che fanno qualita', che promuovono sviluppo sostenibile, che includono e non escludono. In Italia, come in Umbria, mettere al centro del lavoro il lavoro delle donne non significa semplicemente ''fare spazio' ma cambiare il modello di sviluppo, o quantomeno di alcuni aspetti dell'organizzazione del lavoro, dell'economia e della nostra societa' che per troppo tempo hanno ostacolato la presenza delle donne nel lavoro e nell'economia''.


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