La legale si e' rifatta alle relazioni redatte dai periti incaricati dalla Corte d'Appello che, avendo messo in discussione i risultati delle analisi svolte dalla scientifica non hanno ''messo in discussione tutto l'operato della Polizia e dei suoi esperti, semplicemente hanno fatto emergere degli errori'', forieri, pertanto, di un'interpretazione sbagliata della posizione di Sollecito ed anche della prova del Dna su cui e' stato fondato il dibattimento e della quale pero' si e' indicato l'errore. ''Nulla collega Raffaele al delitto - ha detto - Raffaele e' una figura che si potrebbe definire processualmente inesistente. L'accusa ha esteso i sospetti di Amanda nei confronti di Sollecito''. Ed ancora in merito alle prove raccolte, il gancetto del reggiseno, repertato 46 giorni dopo il suo ritrovamento e rimasto in una stanza in cui ha operato la polizia e' ''inaffidabile a prescindere'' e, per estensione perde la sua genuita' anche la traccia mista di Dna di Mez e Sollecito li' isolata dalla scientifica; da cestinare, ovviamente, l'impronta di scarpa erroneamente attribuita al giovane e gia' in primo grado riconosciuta come di Rudy Guede. Sull'arma del delitto si e' soffermato un altro degli avvocato della difesa, Luca Maori, per il quale l'arma del delitto non e' ancora stata trovata. A mostrare l'incompatibilita' del coltello ritrovato in casa di Sollecito con l'arma del delitto, ha detto Maori, la perizia di parte che parla, tra l'altro, di ''ferite sul collo di Meredith con un 'tramite' di 8 cm, mentre la lama del coltello e' di 17,5 cm''.